crollo
Sostantivo deverbale di ‛ crollare ', per " scrollo ", " scuotimento ", " scossa ", " sussulto ", " tremito "; è adoperato da D. appena due volte (con qualche divergenza semantica) e sempre in giunzione col verbo ‛ dare ', quindi con valore piuttosto unitario che scisso di " scrollarsi ", " muoversi ".
Più vicino alla matrice originaria il secondo passo, dove il termine - al plurale - susciterà la risposta chiarificatrice di Stazio: Ma dimmi... perché tai crolli / diè dianzi 'l monte (Pg XXI 34): con riferimento obbligato al senti', come cosa che cada, / tremar lo monte (XX 127-128), e al Certo non si scoteo sì forte Delo, / pria che Latona in lei facesse 'l nido (vv. 130-131). Al Lana, all'Ottimo, al Buti e ad altri, che parlano semplicemente di " terremoto " o di " tremore ", sembra preferibile il coloritissimo Benvenuto: " quare mons dedit paulo ante tam terribiles motus et agitatus... usque ad radices ".
Si allontana in qualche misura dell'etimo l'uso verificabile nel primo luogo, dove D. raffigura Vanni Fucci circuito e immobilizzato dalle serpi, novello e grottesco Laocoonte: una [serpe] li s'avvolse allora al collo / ... e un'altra a le braccia, e rilegollo, / ribadendo sé stessa sì dinanzi, / che non potea con esse dare un crollo (I f XXV 9): con evidente spostamento semantico (di una metafora procedente dalla natura all'uomo) verso l'area di " movimento anche leggero ", cioè meglio (in sintagma) " muoversi tanto o quanto ", " fare il più piccolo movimento con le braccia ". Valga a illuminazione la meditata chiosa del Serravalle: " Et unus alter, scilicet serpens, ad brachia, scilicet saltavit, et eum religavit repercuciendo seipsum, ribadendose, ita ante, quod non poterit dare cum ipsis unum ‛ crullum '. Repercuciendo idest reflectendo seipsum a parte ante, idest anteriori, ut strictior staret et firmior "; per l'antecedente classico uno spunto offre il Tommaseo, con singolare acutezza: " L'imagine e l'idea del tormento è tolta forse da Virg., En., II: ‛ Bis medium amplexi, bis collo squamea circum terga dati, superant capite et cervicibus altis ' ".