CROCE ROSSA italiana (XII, p. 7; App. I, p. 489)
Gli anni dal 1928 al 1940, in modo particolare, sono stati caratterizzati da un programma di fascistizzazione della CRI, fino al punto di interrompere i rapporti con le organizzazioni internazionali di CR, e di asservirla sempre più alla collaborazione con le iniziative di carattere assistenziale dello stato e del partito fascista.
Questo assorbì 215 colonie montane e marine con il relativo materiale; il nuovo sanatorio di Nuoro fu in seguito ceduto alla Previdenza Sociale. Ma si continuò la lotta antimalarica, si intensificò il servizio di pronto soccorso, si soccorsero popolazioni colpite da terremoti (Bulgaria, 1928; Vulture e Marche, 1930) fu dato incremento alla formazione delle infermiere volontarie e professionali. Nel 1929 ebbe inizio la "giornata della CR" per raccogliere l'obolo della Nazione, lo statuto e il regolamento vennero ancora modificati il 17 aprile 1930.
Nel giugno 1940 il presidente generale F. Cremonesi fu sostituito da Giuseppe Mormino; alla caduta del fascismo fu nominato presidente il gen. Giuseppe Boriani, che tenne la carica per breve tempo. Infatti, la CRI, che durante la seconda Guerra mondiale prestò intera la propria opera, come e quanto le fu possibile (e fino al sacrificio della vita di numeroso personale richiamato in servizio e volontario), dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 si divise in 2 tronchi. I comitati della Sicilia e dell'Italia meridionale rimasero con il governo, ma separati dal Comitato centrale, che passò alla "repubblica sociale italiana" e, controllato da fascisti e Tedeschi, si trasferì al colle dell'Aprica (Sondrio).
La liberazione di Roma (4 giugno 1944) restituì alla CRI la. sua sede naturale; e nell'agosto venne nominato il nuovo presidente generale, Umberto Zanotti Bianco (v., in questa App.). Questi incominciò subito l'opera di riorganizzazione e di ricostruzione (i soli danni materiali ammontarono a 2 miliardi di lire, rapportati al 1946), incominciando con il ripristinare i rapporti con le organizzazioni internazionali.
I primi rapporti vennero stabiliti con la Croce Rossa americana e britannica e specie con la prima, che potentemente contribuì alla rinascita della consorella italiana e nella quale l'opera di M. Taylor si distinse per comprensione, generosità efficace e risolutiva. Prima ancora della completa liberazione del territorio nazionale il presidente si recò in Svizzera e riprese contatti con il comitato internazionale e la lega delle Croci Rosse (la CRI in seguito prese parte a tutte le riunioni internazionali nelle quali si trattarono i più importanti argomenti giuridici ed assistenziali); e nel 1945 visitò i prigionieri italiani in Inghilterra sollecitandone il rimpatrio. Poderoso compito fu adempiuto dall'Ufficio prigionieri e profughi dal quale partirono i soccorsi alimentari, indumenti, medicinali, ecc. fino alla creazione di unità mobili destinate alle quattro zone di occupazione della Germania per portare soccorsi e ricercare i dispersi.
La Croce Rossa primeggia nella sua opera per il soccorso delle popolazioni colpite dalla guerra con tutte le risorse di cui essa può disporre, rivolgendo urgenti e pressanti appelli alle nazioni amiche, alle consorelle e alle città italiane meno provate. Tra i maggiori contributi giunti dall'Estero ricordiamo quelli dell'Italian Relief for Italy, dell'Italian Welfare League, delle Croci Rosse della Svizzera, dell'Inghilterra, Australia, Svezia, Argentina, Portogallo, Brasile, Venezuela e delle organizzazioni internazionali di Croce Rossa. Furono aperti ospedali civili per i prigionieri di guerra che, all'entrata in patria per disposizione degli Alleati, perdevano la qualità di militari, posti di soccorso e di ristoro ferroviarî, infermerie nei campi profughi; fu provveduto ad ogni possibile forma di aiuto ai profughi giuliani. Furono aperti ospedali civili dove la guerra li aveva distrutti, mentre si ripristinavano le unità sanitarie permanenti fondate fin dal 1918, riparando alle offese della guerra: 5 sanatorî, 14 preventorî infantili, 6 colonie temporanee marine e montane; e si costruiva il sanatorio infantile dei "Fraticini", presso Firenze, il primo sorto in Italia col dono dell'intera attrezzatura da parte del Don suisse, con 100 posti-letto già in funzione (è in costruzione un ampliamento per altri 60 letti). Oggetto di particolare interessamento fu la riorganizzazione delle Scuole infermiere professionali; si è ampliato l'ospedale-scuola di Milano; e alle scuole di Milano, Torino, Bologna, Roma, Napoli si è aggiunta quella abbinata al grandioso ospedale di Colleferro con 200 letti (donato dalla ditta Bombrini-Parodi-Delfino). Si è dato sviluppo alle scuole per assistentì sanitarie visitatrici e a quelle per le infermiere volontarie. Fu istituito un "Corpo di volontarî del soccorso" per modo che ogni cittadino possa partecipare all'opera di soccorso della CR.
Una iniziativa italiana a favore di bambini orfani di caduti in guerra, prigionieri, dispersi, profughi, sfollati - il Madrinato - entrò a far parte delle forme più importanti di assistenza all'infanzia provata dalla guerra: migliaia di bambini furono ricoverati a carico di enti e persone con il largo contributo della CRI mediante sovvenzioni dall'estero. Un nuovo impulso fu dato alla Croce Rossa Italiana Giovanile (CRIG), che accoglie in forma singola o collettiva ben quattro milioni e mezzo di alunni organizzati e provvede alla propaganda igienica nella scuola, all'istituzione di ambulatorî, alla distribuzione di cassette di pronto-soccorso, medicinali e generi varî, e alla istituzione di colonie estive.
Uno speciale Ufficio di assistenza centrale, con personale volontario, concentra il materiale di soccorso che proviene alla CR dalle campagne di raccolta o da pacchi postali venuti dall'estero a cittadini italiani irreperibili e ne esegue la distribuzione ai bisognosi.
Bibl.: La Croce Rossa italiana, 1944-47, Relazione del presid. gen. U. Zanotti Bianco, Roma 1948.