CRIVELLI, Giovanni (Iacopo), detto il Crivellino
Figlio di Angelo Maria, come per questo anche per il C. mancano fonti documentarie sui luoghi e sulle date di nascita e di morte. Secondo il Lanzi (1809), lavorò molto per la corte di Parma, città dove mori nel 1760.
Con ogni probabilità il C. cominciò la sua attività pittorica nella bottega paterna, da cui mutuò la tematica animalistica differenziandola tuttavia, secondo gli antichi storici (Lanzi), con una predilezione per uccelli e pesci; sono numerose le difficoltà attributive tra il C. e il padre, spesso confusi e non distinti nelle singole opere. L'Arisi (1971, pp. 63, 90), Procedendo su basi stilistiche, propone ed illustra i termini di una collaborazione tra il C. ed il piacentino F. Boselli. A del 1733 la testimonianza precisa dell'attività dei C. presso i Savoia con la documentazione nel registro dei conti di Stupinigi del pagamento di 160 lire per gli otto paracamini del salone centrale della palazzina di caccia, convenuto con lo Iuvarra, architetto e sovraintendente della costruzione (Gabrielli, 1966). Datate 1736 sono due lettere, pubblicate nelle Schede Vesme, in cui lo scrivente, presumibilmente il C., si rivolge al genovese conte Privara per ottenere agevolazioni nell'imbarco alla volta della Sardegna. Mancanoper ora documenti sull'ultima attività del C. indicata dal Lanzi in area parmense e definita copiosissima.
Il percorso stilistico del C. è , come per quasi tutti i generisti minori, molto difficilmente definibile: nelle opere che l'Arisi segna in collaborazione col Boselli è presente l'attenzione alla psicologia animale di diretta eredità paterna, accanto ad un gusto virtuosistico nuovo. A Stupinigi il C., affrancato dall'influenza patema, pur senza giungere ad alta qualità, riesce ad inserirsi nel gusto della decorazione graziosamente rococò del salone centrale, raffigurando nature morte di cacciagione appoggiate sul tavolo, come se lo fossero state appena di ritorno da una battuta nella brughiera circostante. In Piemonte il C. risulta essere largamente attivo; infatti nella medesima palazzina di caccia, accatastate in sale chiuse, sono rintracciabili varie tele stilisticamente affini ai paracamini. Altri quadri con soggetti agresti e bucolicì, indistinti nella attribuzione fra il C. e il padre, ma più probabilmente riferibili al C., sono reperibili ad Agliè. Sei tele del C. facevano parte della collezione di G. F. Arese (fine sec. XVII-inizi XVIII), dispersa dopo la caduta di Napoleone (F. Arese, Una quadreria..., in Arte lombarda, XII [1967], 1, pp. 130, 139).
Gran parte dell'opera del C. è vagante sul mercato antiquario; di qualche quadro si può tuttavia dare notizia. Agliè, castello: Animali da cortile, Animali da cortile con sfondo di contadini, Colombe e pernici, Piccionaia, Selvaggina morta con cane, Fagianelle e pernici; Milano, coll. privata: sei ovali con soggetti animalistici; Piacenza, coll. privata: Buoie pecore all'aperto (Arisi, 1973, fig. 576, pp. 301 s.); Roma, coll. privata: Piccionaia (firmato); Stupinigi: otto paracamini con nature morte di selvaggina; Torino, palazzo reale: Uccelli acquatici; Animali feroci; Cervi, struzzo, cavallo; Caccia al cinghiale.
Bibl.: Schede Vesme, I, Torino 1963, pp. 375 s.; L. Lanzi, Storia pittorica della Italia [1809], a cura di M. Capucci, II, Firenze 1970, p. 346 (Jacopo); P. Zani, Encicl. metodica... delle Belle Arti, I, 7, Parma 1821, p. 131; S. Ticozzi, Diz. d. archit., scultori, pittori, Milano 1830, I, p. 382; F. Cusani, Storia di Milano, Milano 1865, IV, p. 260; L. Malvezzi, Le glorie dell'arte lombarda dal 590 al 1850. Milano 1882, pp. 259 s.; H. A. Müller-H. W. Singer, Allgemeines Künstler Lex., I, Frankfurt 1894, p. 301; G. K. Nagler, Neues Allgemeines Künstler-Lex., III, Linz 1904, pp. 331 s.; Milano, Castello Sforzesco, Le pitture, Milano s.d. [ma 1920 c.]; A. Pinetti, Il conte G. Carrara e la sua galleria secondo il catal. del 1796, Bergamo 1922, pp. 77, 122; G. Delogu, Pittori minori liguri, lombardi, piemontesi del 600 e 700, Milano 1931, pp. 171-78; A. M. Romanini, La pittura milanese del XVIII sec., in Storia di Milano, XII, Milano 1959, p. 730; N. Gabrielli, Museo dell'arredamento, Stupinigi, Torino 1966, pp. 28 s., 90; F. Arisi, F. Boselli, Piacenza 1973. ad Ind.; R. Antonetto, Il castello di Guarene, Torino 1979, pp. 64, 103 s., 106; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VIII, p. 134 (s. v. Crivelli, Jacopo).