critico
crìtico [agg. (pl.m. -ci) Der. del lat. criticus, dal gr. kritikós "inerente al giudicare"] [LSF] Qualifica attribuita al valore di una determinata grandezza quando esso sia un valore limite, asintotico (per es., la velocità c. per la caduta di gravi nell'aria) oppure quando in corrispondenza a esso si determina o può determinarsi un certo fenomeno (per es., la temperatura c. o punto c. nella liquefazione dei gas e, in generale, nelle transizioni di fase); tale fenomeno si dice anch'esso c.; se riguarda il funzionamento di un apparecchio o di un impianto, quest'ultimo si dice che è in condizioni di criticità, o, più brevem., che è critico. ◆ [MCS] Esponenti c.: numeri puri caratterizzanti la natura della singolarità della dipendenza di varie grandezze termodinamiche da altre in prossimità del punto c. di una transizione di fase: v. esponenti critici. ◆ [MCS] Fenomeni c.: v. fenomeni critici. ◆ Punto c.: (a) [ALG] generic., lo stesso che punto singolare; specific. v. punti critici, teoria dei; (b) [MCS] per un sistema in equilibrio termodinamico, punto nello spazio degli stati di equilibrio termodinamico nell'intorno del quale avvengono fenomeni c., quando i parametri di stato vengono fatti tendere ai valori del punto critico. A seconda del modo in cui, nello spazio degli stati di equilibrio termodinamico, ci si avvicina al punto c. si osservano fenomeni c. diversi; per es., se ci si avvicina al punto c. a volume costante si osserva di solito come fenomeno c. che il calore specifico diverge, mentre se ci si avvicina a temperatura costante si osserva che la compressibilità diverge. In generale, si tende a descrivere i fenomeni c. in termini di divergenza di grandezze termodinamiche. Le grandezze termodinamiche che divergono al punto c. sono spesso grandezze che misurano le fluttuazioni di altre grandezze termodinamiche; per es., la divergenza della compressibilità significa che al punto c. le fluttuazioni di densità sono più grandi del loro valore normale: in punti non c. il numero di particelle in un volume V è proporzionale a V con fluttuazioni dell'ordine di V1/2, mentre al punto c. è ancora proporzionale a V ma con fluttuazioni proporzionali a V1/2V(2-η)/2d, ove η è un esponente c. (v. sopra) e d è la dimensione dello spazio (d=3, di solito): v. fenomeni critici: II 548 f. ◆ [ALG] Punto c. non degenere: v. punti critici, teoria dei: IV 631 a. ◆ [ALG] Teoremi di cancellazione di punti c.: v. punti critici, teoria dei: IV 632 a.