PIOCHI, Cristoforo (Cristofano). – Nacque nel 1594 forse a Buonconvento (Morrocchi, 1886, p. 101)
o comunque, verosimilmente, nel Senese.
La sua formazione culturale, musicale e religiosa, che lo condusse infine al sacerdozio, si svolse nella scuola annessa alla Cattedrale di Siena; ivi risulta anche aver prestato servizio come cantore salariato tra il maggio 1606 e la metà dell’anno successivo. (Non nacque dunque a Foligno, come è stato sovente ripetuto pur senza mai citare la fonte della notizia.)
Di lui più nulla è noto fino al 6 maggio 1619, quando fu nominato maestro di cappella della Cattedrale di Amelia grazie al favore accordatogli da Roberto Cennini e dal fratello Francesco, vescovo di quella diocesi nonché nunzio apostolico alla corte di Spagna, membri di un’insigne famiglia del comprensorio senese. Piochi vi prese servizio in novembre, rimanendovi fino al settembre 1623 con una retribuzione di 30 scudi annui più gli emolumenti straordinari; tra i suoi compiti vi era pure quello di suonare l’organo nei giorni di festa e cantare, se necessario, data la scarsità di voci disponibili in chiesa – in questo caso l’organo sarebbe stato affidato provvisoriamente a un altro. Il musicista lasciò Amelia per la cappella musicale di Faenza al seguito dei Cennini: Francesco, che nel frattempo aveva ottenuto la porpora col titolo di S. Marcello, ne era infatti divenuto vescovo, e Roberto governatore. Nella città romagnola Piochi partecipò, in qualità di prefetto, all’attività dell’Accademia degli Spennati, sodalizio della cui attività non resta oggi alcuna memoria.
Di Piochi si conoscono nove opere a stampa: soltanto le ultime due, tuttavia, recano una numerazione esplicita (VIII, 1673; IX, 1675). Il compositore indirizzò a Francesco Cennini le Cantiones sacrae ... Liber primus, sua pubblicazione d’esordio che raccoglie 21 mottetti a due, tre e quattro voci con il basso continuo per l’organo stampataad Orvieto nel 1623, mentre ancora era ad Amelia. A Roberto Cennini, nel 1626, offrì Il primo libro delli madrigali concertati a due, tre e quattro voci ... con il basso continuo edito a Venezia: nella lettera prefatoria siglata il 27 ottobre il compositore testimonia «obbligata servitù» e «riverente affetto» al dedicatario, e nel contempo tributa ancora «ossequio» al cardinale Francesco riconoscendone la «padronanza che tiene sopra di me». Il volume accoglie liriche di spiccato accento bucolico (tra cui Battista Guarini, Claudio Achillini, Livio Celiano alias Angelo Grillo); nel cuore della pubblicazione campeggiano un dialogo a tre in più sezioni fra Tirsi, Aminta e Filli, e verso la fine un seguito di arie a quattro voci su stanze dalla Gerusalemme liberata (XVI, 14; XIX, 106; XIV, 62). Nel 1637 uscirono a Roma, con dedica al cardinale senese Pier Maria Borghese, le Sacrae cantiones ... liber secundus, pervenute mutile.
Tornato a Siena, Piochi divenne maestro di casa dell’arcivescovo Ascanio Piccolomini. A testimonianza di tale impiego resta una lettera a Galileo Galilei del 26 novembre 1640 che il musicista accompagnò all’invio, ad Arcetri, di tre some di vino bianco e sei braccia di panno per conto del suo signore. Dal 1° luglio 1645, per il resto della vita, Piochi fu maestro di cappella nella Cattedrale di Siena con l’obbligo d’insegnare la musica nella scuola canonicale annessa. Una responsabilità, quella didattica, svolta con acribia (tra i suoi allievi si annoverano Giuseppe Cini, Giovanni Andrea Florimi, Giovan Domenico Mazzuoli) e che diede come frutto sia la trattazione racchiusa nel Compendio in pratica et in teorica delle principali regole da sapersi per un musico, utile sì nel cantare come nel comporre compilato al principio del Settecento a Siena da Girolamo Chiti ricorrendo anche a scritti di Florimi e d’altri (Bologna, Museo della musica, ms. D. 44, olim Cod. 099), sia tre tarde collezioni di Ricercari stampate a Bologna nel 1671, 1673 e 1675, concepite espressamente per favorire l’apprendimento e l’esercizio della tecnica musicale da parte degli allievi. (ed. moderna: C. P. Opere didattiche, a cura di A. Bornstein, Bologna 1996). Proprio ad essi si rivolge nei primi due. Composti «per scherzo», sostiene la premessa ai Ricercari a due e tre voci utilissimi a chi desidera imparare presto a cantare e a suonare del 1671, «perché ho conosciuto che nel cantarli et esercitarli n’avete cavato in breve tempo profitto grande». Mentre all’origine dei Ricercari a due voci ... libro secondo (op. VIII), che contengono anche sedici canoni dall’unisono all’ottava condotti con «bizzarria», vi è l’aver «conosciuto che vi sete approfittati molto bene e con vostro gusto del Primo Libro». Del Terzo libro di ricercari a tre voci (op. IX), incentrato in specie sull’addestramento al contrappunto (la dedica è al rettore della Cattedrale senese, fra Lorenzo De Vecchi), padre Martini elogiò un secolo dopo la capacità dell’autore nell’avervi unita «tutta la perfezione dell’Arte con una singolare naturalezza». Risulta inoltre che negli anni 1671, 1672 e 1674 Piochi tenesse lezioni e fornisse musica alle monache del convento agostiniano di S. Marta.
Nel corso del magistero senese Piochi pubblicò anche tre volumi di musica da chiesa, tutti offerti a insigni personalità locali: al Piccolomini le Sacrae cantiones ... liber tertius giunteci incomplete (Roma, 1651); al prelato Leonardo Marsili, futuro arcivescovo, i Moctetta [sic] ... liber quartus (Bologna, 1668); al patrizio Carlo Griffoli i Responsoria: feria quarta, quinta et sexta hebdomadae sanctae ... cum basso pro instrumentis ad libitum (Bologna, 1669) nei quali il compositore spiega di essersi «tenuto alla brevità, facilità e comodità in tutte le parti, con stile andante e non scabroso». Nell’archivio musicale dell’Opera del Duomo di Siena si conservano gli autografi degli Introiti del Piochi a 7 parti (1672), ms. 2753.1.
Morì a Siena il 29 marzo 1677.
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