ONESTI, Cristoforo
ONESTI, Cristoforo (Christophorus de Honestis). – Figlio di Domenico degli Onesti, nacque a Bologna, città in cui ricevette anche la formazione universitaria in Arti e medicina come allievo di Tommaso dal Garbo.
Nel 1364 ottenne, ancora studente, la cattedra di dialettica e filosofia, e nel 1367 (il 25 aprile, stando a Fantuzzi, 1788) si laureò. Dal 1371 è attestato come presentator di dottorandi nel locale collegio dei dottori in Arti e medicina e negli anni 1378 e 1379 nuovamente come lettore dello Studio. Nello stesso periodo entrò a far parte del consiglio dei Quattrocento e poi in quello del Quattromila. Dal 1379-80 al 1386 mantenne la cattedra di medicina ordinaria de mane, la più prestigiosa fra le letture bolognesi, rifiutando due condotte offerte dallo Studio perugino.
I savi dello Studio perugino lo chiamarono nel 1380 e poi ancora nel 1382, con l’intento di ridare lustro e vitalità al settore medico, che negli anni precedenti aveva subito un forte ridimensionamento e conseguente declino, a causa della critica situazione politica ed economica della città. Il primo anno i perugini lo avevano invitato insieme con l’altrettanto noto Giovanni da Santa Sofia, mentre nel 1382 i docenti contattati erano stati quattro: oltre a lui, Pietro da Tusignano, anch’egli bolognese, Angelo Domenichelli da Pergola, Nicolò da Mantova e Iacopo da Arquata. La certezza che Cristoforo abbia declinato le due offerte deriva sia dalle fonti bolognesi sia da quelle perugine: è infatti presente in modo costante nei rotuli bolognesi dal 1379-80 al 1385-86, mentre non figura nel corpo docente perugino dell’anno accademico 1382-83, l’unico dei due in questione per il quale siano attestati i pagamenti ai lettori dello Studium.
Nel 1386 accettò invece la proposta di insegnare nello Studio fiorentino, che – al pari dell’Università perugina – tentava di risollevarsi da una profonda crisi, che aveva condotto addirittura alla formale chiusura fra l’autunno del 1376 e l’autunno del 1385. Il passaggio allo Studium concorrente è testimoniato da un’allarmata riformanza del consiglio bolognese dei Quattrocento (Fantuzzi, 1788, p. 179), nella quale, proprio in considerazione del trasferimento di Cristoforo a Firenze, per evitare una perdita di lettori e studenti, i Riformatori dello Studio proponevano di concedere la cittadinanza a tutti coloro che avessero accettato di leggere a Bologna e ai loro discendenti.
A Firenze Onesti si fermò per appena quattro anni, ma non di meno lasciò una profonda impronta, tanto da essere annoverato da Coluccio Salutati fra i medici italiani illustri nel De nobilitate legum et medicinae (ed. a cura di E. Garin, Firenze 1946, pp. 70, 72).
Nel 1390 fu richiamato a Bologna da Pellegrino Zambeccari, il quale, a nome del Comune bolognese, richiese ai fiorentini che fosse sollecitamente inviato Christoforus de Honestis, famosus artium et medicine doctor e civis noster (Epistolario..., 1929, p. 117), per curare Giorgino de’ Cospi, gravemente infermo. In seguito, Onesti decise di trattenersi a Bologna, tornando a leggere nello Studium patrio con il cospicuo salario di 400 lire all’anno.
È assai probabile che durante gli anni di insegnamento bolognese tenesse, come era consuetudine, propri scolari a pigione e desse loro denaro a prestito. Lo farebbero supporre due documenti concernenti controversie con studenti: una lettera del 1° marzo 1380 indirizzata da Cristoforo a Ludovico Gonzaga (Monfrin, 1951, p. 259) e un atto giudiziario del 1391 (Mazzoni Toselli, 1870, p. 181) . Nella lettera, il maestro bolognese chiedeva al signore di Mantova di scusarlo se avesse proceduto mediante giustizia contro lo studente mantovano Pietro Ugolino. Si tratta molto probabilmente di Pietro Petenari, studente in medicina, il quale, stando alle parole di Onesti, da lui rimproverato per una condotta poco adeguata, se ne era andato e si rifiutava ora di restituirgli una somma ricevuta l’agosto precedente. Nel 1391, invece, Onesti denunciò uno studente di medicina lodigiano, che viveva a pensione presso di lui, per il furto di un manoscritto di Avicenna del valore di 40 ducati.
Nella città di origine Onesti conservò la cattedra di medicina fino alla morte, sopraggiunta il 27 agosto 1392. Fu sepolto nella locale chiesa di S. Domenico.
Autore prolifico, scrisse un trattato sui veleni (Problematade venenis), diverse questioni e ricette e numerosi commenti: agli Aphorismi di Ippocrate, alla Tegni di Galeno, al primo e al secondo libro del Canone di Avicenna e al Mensue (Expositio super Antidotario Mesue. Tractatus de aqua ordei et de modo faciendi ptisanam). Tutte le opere sono rimaste manoscritte, a eccezione dell’Expositio super Antidotario Mesue, edita nel 1488 a Ferrara da André Belfort (H 8799*; Indice generale degli incunaboli delle Biblioteche d’Italia [IGI] n. 4806) e a Bologna da Enrico da Haarlem e Johann Walbeck (Hain, 1966, n. 8798; IGI n. 4807), sulla base di due diversi antigrafi. Agli anni giovanili molto probabilmente risale anche un sermo dottorale, conservato in Biblioteca apostolica Vaticana, Vat. lat. 2660, nel quale, per la prima volta sarebbero citate da un medico italiano le Invective contra medicum di Petrarca (Pesenti, 2005).
Fonti e Bibl.: Bologna, Biblioteca Universi-taria, Miscellanea Tioli, 2948/18, p. 263; Città del Vaticano, Biblioteca apostolica Vaticana, Chigi, F VII, 161; Pal. lat. 1295 e 1896; Vat. Lat., 2660; Firenze, Biblioteca Riccardiana, 1178 (L. II. 35); Madrid, Biblioteca nacional, 1789, 7538, 12153; Paris, Bibliothèque nationale de France, ms. lat. 6910, cc. 87ra-113ra; G. Fantuzzi, Notizie degli scrittori bolognesi, VI, Bologna 1788, pp. 179-181; O. Mazzoni Toselli, Racconti storici estratti dall’Archivio Criminale di Bologna, III, Bologna 1870, p. 181; Chartularium Studii Bononiensis. Documenti per la storia dell’Università di Bologna dalle origini fino al secolo XV, IV, Bologna 1919, pp. 100-102, 120; U. Dallari, I rotuli dei lettori legisti e artisti dello Studio Bolognese dal 1384 al 1799, IV, Bologna 1924, pp. 6-7, 9, 11, 270-272; Epistolario di Pellegrino Zambeccari, a cura di L. Frati, Roma 1929, pp. xxvii, 117; G. Zaccagnini, Storia dello Studio di Bologna durante il Rinasci-mento, Genève 1930, pp. 3, 32; L. Thorndike, A history of magic and experimental science, III, New York 1934, pp. 530 s., 538-540; Indice generale degli incunaboli delle Biblioteche d’Italia, Roma 1943-81, n. 4806; G. Sarton, Introduction to the history of science, III, 2, Science and learning in the fourteenth century, Baltimore 1948, pp. 1679 s.; M.J. Monfrin, Étudiants italiens à la fin du XIVe siècle, in Mélanges d’archéologie et d’histoire, LXIII (1951), pp. 207, 217, 226, 259 s.; A.C. Klebs, Incunabula scientifica et medica, Hildesheim 1963, n. 709.2; L. Hain, Repertorium bibliographicum, Milano 1966, n. 8798; P.O. Kristeller, Iter Italicum, II, London-Leiden 1967, pp. 474, 553, 570; G. Beaujouan, Manuscrits médicaux du Moyen Âge conservés en Espagne, in Mélanges de la Casa de Velazquez, VIII (1972), p. 178; L. Schuba, Die medizinischen Handschriften der Codices Palatini Latini in der Vatikanischen Bibliothek, Wiesbaden 1981, pp. 378, 500; P. Kibre, Hippocrates Latinus. Repertorium of Hippocratic writings in the Latin Middle Ages. Revised edition, New York 1985, p. 76; S. Caroti, La biblioteca di Romelio da Bresciamagister artium et medicine, in Nuncius, V (1990), p. 241, n. 40; L. Hellinga, Medical incunabula, in Medicine, mortality and the book trade, a cura di R. Myers - M. Harris, New Castle-Folkeston 1998, pp. 83 s.; I manoscritti datati della Biblioteca Riccardiana di Firenze, a cura di T. De Robertis - R. Miriello, Firenze 1999, p. 51, n. 94; D.A. Lines, Natural philosophy in Reinassance Italy: The University of Bologna and the beginnings of specialization, in Early Science and Medicine, VI (2001), pp. 281 s.; T. Pesenti, Marsilio Santasofia tra corti e università. La carriera di un «monarca medicinae» del Trecento, Treviso 2003, pp. 228-234, 325-329, 353; Id., Per l’eloquenza dei medici trecenteschi: un sermo dottorale di C. O. da Bologna, in Margarita amicorum. Studi di cultura europea per Agostino Sottili, a cura di F. Forner - C.M. Monti - P.G. Schmidt, Milano 2005, II, pp. 857-877; M. Nicoud, Manuscrits médicaux latins de la Bibliothèque nationale de France. Un index des oeuvres et des auteurs, in Archives d’histoire doctrinale et littéraire du moyen âge, LXXIII (2006), p. 72; S. Zucchini, Università e dottori nell’economia del comune di Perugia. I registri dei conservatori della moneta(secoli XIV-XV), Perugia 2008, pp. 28, 94; S. Merli - A. Maiarelli, «Super studio ordinare». L’Università di Perugia nelle riformanze del Comune, I: 1266-1389, Perugia 2010, pp. 255-257, F. Collard, Poison et empoisonnement dans quelques œuvres médicales latines antérieures à l’essor des tractatus de venenis, in Terapie e Guarigioni. Convegno Internazionale (Ariano Irpino, 5-7 ottobre 2008), a cura di A. Paravicini Bagliani, Firenze 2010, pp. 390 s.