MANTEGAZZA, Cristoforo e Antonio
Scultori. Nei documenti relativi alla certosa di Pavia il nome dei due fratelli ricorre di frequente. Cristoforo è ricordato per la prima volta nel 1466, poi in notizie di pagamenti che si riferiscono alle decorazioni del chiostro grande assieme con Rinaldo de Stauris. Nel 1472 aveva compiuto diversi rilievi nell'interno della chiesa. Il nome di Antonio compare nel 1473 in una lettera in cui il duca di Milano raccomanda al priore i due fratelli come sculptori subtilissimi. Il 7 ottobre vengono a loro commessi i lavori alla facciata, di cui abbandonano la metà dell'anno prossimo all'Amadeo. Nel 1473 i M. propongono di fondere in bronzo il monumento equestre di Francesco Sforza; impresa più tardi assunta da Leonardo. Sul progredire dei lavori alla facciata della certosa non abbiamo altre notizie precise. Nel 1478 si menziona come opera dei M., tra l'altro, una Pietà in marmo posita in capella dubla ecclesiae. Nel 1481 o '82 morì Cristoforo. Antonio continuò a lavorare alla certosa e viene ricordato ancora nel 1493 e nel 1495. Morì poco dopo. Nessuna opera è sicuramente riferibile ai M., ma si può assegnare loro quel gruppo di sculture della facciata della certosa che differisce per stile nettamente da quelle dell'Amadeo: le statue entro nicchie e i rilievi rappresentanti profeti e apostoli, caratterizzati da proporzioni slanciate, da fronti sfuggenti, da un agitarsi inquieto delle pieghe, da un'espressione patetica e intensa dei volti. Simili caratteri si ritrovano in altre sculture, che perciò si possono ritenere dei M.: un Compianto di Cristo nella sala del capitolo della certosa; una Pietà nella lunetta del portale che dal transetto della certosa conduce al piccolo chiostro, forse da identificare con quelle nominate nel documento del 1473; un rilievo con la Deposizione nel South Kensington Museum di Londra, due frammenti d'un rilievo con l'Annunciazione nel castello sforzesco di Milano. Non è chiarita la cronologia di alcune statue del duomo che presentano, specie nel panneggio, strette rassomiglianze con quelle assegnate ai M.; e fra esse potranno trovarsi i principî dei m., la cui arte è strettamente affine a quella dell'Amadeo..
Bibl.: G. L. Calvi, Notizie sulla vita e sulle opere dei principali architetti, ecc., in Milano, II, Milano 1865, pp. 29-44, 147 segg.; E. Verga, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXIV, Lipsia 1930. Inoltre: H. Lebhmann, Lombardische Plastik im letzten Drittel des XV. Jahrh., Berlino 1928, pp. 37-44.