DIANA, Cristoforo
Nacque a San Vito al Tagliamento (Pordenone) nel 1543 da Sebastiano Cerdone (calzolaio), soprannominato Cingano, figlio a sua volta di un "magister" Cristoforo (con gli stessi soprannomi; Bampo, 1962, pp. 79 s.). La sua famiglia non va confusa con quella dei pittori e intagliatori udinesi originari di Riva del Garda. A San Vito il D. risiedette quasi ininterrottamente, lavorò come pittore, si sposò, trattò affari e partecipò alla vita pubblica.
La sua attività fu perciò quasi tutta circoscritta nella zona tra San Vito e Portogruaro, fascia di territorio in cui la produzione di Pomponio Amalteo è abbastanza scarsa e che il D. arricchì di opere artistiche con i caratteri del manierismo, più e meglio dei suoi colleghi, tutti sanvitesi (eccettuati Antonio da Venezia e Innocente Brugno): Giuseppe Moretto, Pietro Antonio e Silvio degli Alessi, Giuseppe Furnio e Tommaso Mioni.
Il catalogo delle sue opere (perdute, se non diversamente indicato) va così ricostruito: ritratto di Oristilla Partistagno, 1573 (oggi Buttrio, villa Toppo); Crocifissione (San Vito al Tagliamento, numero civico 195); Sacra Famiglia (ibid., n.c. 523); gonfalone per la Scuola di S. Tommaso, 1575 (Portogruaro); S. Valentino, 1578 (oggi Sesto al Reghena, abbazia); affreschi, 1587 (ancor oggi Settimo, parrocchiale); pala, 1587 (San Stino, parrocchiale, cfr. Bampo, 1962, pp. 81 s.); affreschi, 1590 (ancor oggi San Giovanni di Casarsa, chiesa di S. Floriano); gonfalone, 1591 (Prodolone, parrocchiale); pala, 1593 (ibid.), S. Martino e due santi, 1593 (San Vito al Tagliamento, casa Colossi); pala, 1594 (Giussago, parrocchiale); gonfalone, 1598 (Cordovado, parrocchiale); alcune opere non specificate, 1611 (Meduno, parrocchiale); gonfalone per la scuola di S. Valentino, 1612 (Gleris, parrocchiale); SS. Trinità e santi, 1615 (oggi Villanova della Cartera, parrocchiale).
In base a considerazioni d'ordine stilistico si possono aggiungere le seguenti opere: Cristo risorto, 1576 (Casarsa, chiesa della Croce), affreschi, 1577 (Portogruaro, oratorio della Visitazione); Natività, (ibid., chiesa S. Nicolò); Ss. Trinità ed i ss. Valentino e Biagio, (Pramaggiore, parrocchiale); Ss. Gottardo, Floreano e Barbara, 1598 (Roveredo di Varmo, ex parrocchiale); S. Lucia, affresco (Palazzolo dello Stella, chiesa del cimitero).
Il D. recepì il repertorio del Pordenone e dell'Amalteo, rinnovandolo dall'interno con moduli allungati, coloriture accese, grafismi insistiti, con l'inserzione entro fastose cornici del tipo ad impresa e qualche spiritosa trovata. Egli dunque operò coscientemente il recupero del vecchio formulario in termini intellettualistici ed astratti, con il sussidio anche delle stampe di Agostino Veneziano. Ciò soprattutto per quanto riguarda gli affreschi di S. Giovanni di Casarsa, il suo capolavoro. Altre volte egli indulgeva invece alle viete tipologie delle pale d'altare, nei modi di un arcaismo devoto consono allo spirito della Controriforma.
Morì probabilmente a San Vito, tra il 6 gennaio e il 29 ott. 1636 avendo fatto testamento il 1º febbr. 1628 (cfr. Bampo, 1962, pp. 90 s.).
Le fonti ricordano due altri pittori coevi di cognome Diana nel Friuli occidentale: Pietro Antonio, di cui loZotti (1937, p. 198) afferma di aver visto una tavola presso l'antiquario Giorgio de Zorzi di Venezia, e GiovanniBattista, abitante a Pordenone, pagato tra il 1570 e il 1581 per un gonfalone per la chiesa di Aviano (Joppi, 1894).
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Udine, Arch. Caimo 63/5, C. 25; Udine, Bibl. com., Mss. Joppi 397, c. 3; 274, cc. 12, 13; F. Altan, Memorie intorno alla vita ed alle opere dell'insigne pittore Pomponio Amalteo, in Raccolta d'opuscoli scientifici e filologici, a cura di A. Calogerà, XLVIII, Venezia 1753, p. 136; G. Cesarino, Dell'origine del castello di San Vito..., in Nuova raccolta d'opuscoli..., a cura di A. Calogerà, XXI, Venezia 1771, p. 75; A. M. Cortinovis, Sopra le antichità di Sesto nel Friuli. Lettera postuma..., Udine 1801, pp. 42 ss.; A. Altan, Mem. stor. della terra di San Vito al Tagliamento, Venezia 1832, p. 76; G. K. Nagler, Neues allgemeines Künstler-Lexikon, III, München 1836, p. 380; F. Zanotto, Storia della pittura veneziana, Venezia 1837, p. 305; F. De Boni, Biografia degli artisti..., Venezia 1852, pp. 290 s.; F. di Manzano, Annali del Friuli..., VI, Udine 1868, p. 462; V. Joppi, Contributo quarto ed ultimo alla storia dell'arte in Friuli, Venezia 1894, p. 39; R. Zotti, Pomponio Amalteo, pittore del sec. XVI. Sua vita, sue opere…, Udine 1905, pp. 24, 157, 164 ss., 173; E. Degani, Il castello e la terra di San Vito al Tagliamento, Udine 1909, p. 20; R. Zotti, Pittori e intagliatori a San Vito nei secc. XV e XVI, in Lapatria del Friuli, 16 luglio 1911; A. Morassi, Lessico degli artisti friulani e di quelli che nel Friuli operarono, in Forum Iulii, IV (1914), p. 31; A. Zambaldi, Annali di Portogruaro (1140-1797), a cura di M. Belli, Portogruaro 1923, p. 71; R. Zotti, Scuole di pittura a San Vito. Antichi sanvitesi, in Ce fastu?, XIII (1937), pp. 197 s.; I. Furlan, Profilo del pittore G. Narvesa…, in Il Noncello, XI (1958), p. 53, G. Bampo, Contributo quinto alla storia dell'arte in Friuli..., Udine 1962, pp. 1, 4 s., 32, 43, 62, 79, 76-92, 110, 195 s.; F. Metz-P. Goi, Giuseppe Moretto pittore, in Il Noncello, XXXVII (1973), p. 171, 173, 199 ss.; G. Biasutti, Note d'archivio su pittori del '600 in Friuli, Udine 1973, p. 25; E. Mirmina, Storia e leggenda del Friuli feudale..., Udine 1976, pp. 18 s., 25, 29, n. 5; Amalteo (catal.), a cura di L. Menegazzi, Pordenone 1980, p. 181; G. Bergamini-P. Goi-A. Leandrin, La pittura a Cordovado, Cordovado 1983, pp. 13, 95; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, IX, p. 205 (per Giov. Battista e Pietro Antonio, p. 206); A. Corna, Dizionario della storia dell'arte in Italia, Piacenza s.d. [1915], p. 216; V. Rossitti, Dizionario degli incisori friulani, Udine 1980, p. 30 (attribuisce erroneamente opere di scultura equivocando con Diana Scultori).