CRISTOFORO da Varese (Cristoforo Picinelli)
Nacque a Varese presumibilmente attorno al 1420. Nulla si sa della sua famiglia. Compì gli studi giuridici divenendo utriusque iuris doctor e, non si sa con precisione quanto tempo più tardi, entrò poi a far parte dell'Ordine dei frati minori, nel ramo degli osservanti. Prima data certa della sua vita è il 1451, quando era in partenza per la provincia austriaca insieme con Gabriele Rangoni da Verona, fra i discepoli di Giovanni da Capistrano (1386-1456), l'ispiratore di quella spinta missionaria che portò ad una più vasta diffusione dell'Ordine francescano nelle terre di là dal Danubio e del quale C. scriverà una Vita.
Nella provincia d'Austria, che comprendeva allora anche la Boetnia e la Polonia, C. ebbe modo di svolgere per quasi un ventennio, la sua opera di organizzatore e di fondatore di conventi, dedicandosi inizialmente al territoric polacco.
Le fonti polacche lo ricordano come dottissimo e profondo canonista e teologo; tale dottrina veniva trasfusa in un suo peculiare modo di predicazione, che consisteva nell'utilizzare con dovizia le fonti giuridiche applicandole all'esegesi della Sacra Scrittura. Una fonte (il Memoriale diKomorowski) ne ricorda anche la rigorosità e la tensione francescana alla povertà. che lo faceva guardare con sospetto a ogni bene che non fosse indispensabile alla sopravvivenza, atteggiamento d'altronde caratteristico degli osservanti: quando scoprì un convento le cui rendite apparivano superiori a quelle che riteneva sufficienti, il C. costrinse i frati a donare molte delle terre che possedevano, ad abbattere alcune costruzioni inutili e a disfarsi di carri e bestie. Alla sua partenza al convento non rimaneva che un animale da soma.
Il lavoro organizzativo in Polonia si concretò nella formazione di tre zone rette da commissari, residenti a Cracovia, Poznan e Vilna (oggi U.R.S.S.); tale struttura decentrata permetteva di ridurre i tempi di spostamento e garantiva una migliore possibilità di collegamento.
Durante uno dei numerosi viaggi, mentre si recava a Varsavia, C. ebbe un incidente e dalla caduta da cavallo riportò una lesione permanente alla spina dorsale, che lo costrinse ad un? andatura ricurva per il resto della vita.
Nel 1462 C. fu nominato vicario per le zone di Austria e di Boemia, e rimase in carica fino all'inizio del 1468 (e non 1463, come indica il Repertorium). L'attività di C. e degli altri discepoli di Giovanni da Capistrano sfociò nella fondazione di molti conventi e nella moltiplicazione degli appartenenti all'Ordine, tanto che si ritenne necessario, nel capitolo generale del 1467, dividere il territorio della antica provincia austriaca in tre provincie autonome (Austria, Boemia e Polonia); contestualmente fu deciso che a capo delle nuove circoscrizioni sarebbe stato posto un vicario non italiano. Per questa ragione C. e il compagno Gabriele da Verona furono richiamati in patria.
È pervenuta la lettera indirizzata dallo stesso C. ai confratelli della provincia boema il 22 genn. 1468, con la quale egli comunicavadi dover abbandonare quella terra che considerava ormai sua patria, e di essere in procinto di recarsi a Gerusalemme. Un suo scritto di commento ai Privilegia guardiani Montis Sion et fratrum in Syria et Palestina habitantium collecta sembrerebbe testimoniare una sua effettiva presenza in quella regione, della quale tuttavia non si conoscono conferme.
Il C. era certamente a Milano nel 1476, dove il 7 luglio, nella sua nuova qualità di vicario provinciale di Lombardia, assiste alla consacrazione di una chiesa del suo Ordine.
Nulla si sa degli ultimi anni della vita di C., se non che morì a Milano nel 1491 nel convento di S. Angelo, nella cui chiesa il suo corpo fu sepolto. La data del 26 settembre non è certa.
Dei numerosi scritti di C., alcuni erano di carattere pratico, come il già citato commento ai Privilegia guardiani Montis Sion, gli Ordinis Privilegia da lui compilati e le Constitutiones per la provincia di Polonia (del 1490). All'analisi degli aspetti organizzativi dell'Ordine si aggiungevano invece, nelle Declarationes super Regulam sancti Francisci, anche meditazioni sui temi fondamentali della povertà, dell'umiltà e della disciplina interiore (e la mancanza di tali virtù costituiva, a suo giudizio, il più grave difetto degli osservanti), della preghiera (che, come scrisse anche nella lettera del 1468, costituisce la "chiave" della perfezione dell'Osservanza, unica che, se negletta, può far crollare ogni altra buona pratica) e di queste opere solo tale lettera "ad Patres et fratres provinciae Boemae" ci è pervenuta (in F. Gonzaga, De origine seraphicae Religionis franciscanae, Romae 1587, pp. 453 s.). Le altre esistevano ancora nel 1650, in manoscritti conservati a Roma, e le Declarationes si trovavano, nel 1806, in un codice a Varsavia. Videro invece la luce a stampa alcune sue composizioni in versi raccolte sotto il titolo di Rosarium de vita et morte Christi, pubblicate a Milano (1493) da Ulderico Scinzenzeler insieme ad un opuscolo dal titolo Interrogatorio, o sia Regola della vita christiana (Hain, 9259). La sua opera più importante è la Vita sancti Iohannis de Capistrano, che ebbe notevole successo fin dal suo apparire. Composta tra il 1462 e il 1463 dietro suggerimento e invito di quel Gabriele da Verona, che sarà il primo cardinale fra gli osservanti, vedeva già nell'anno 1479 (a Como, per Baldassarre de Fossato) la luce a stampa in traduzione italiana, forse dello stesso C. (British Museum Catalogue, Books XVth Century, VII, p. 1025), e fu la prima fonte a stampa della vita di s. Giovanni da Capistrano. Il testo originale latino veniva pubblicato a Vienna nel 1523. Una trascrizione da fonte manoscritta si trova oggi negli Acta Sanctorum octobris, Parisiis 1869, pp. 491-545.
Fonti e Bibl.: L. Wadding, Annales Minorum, XIII, Ad Ciaras Aquas 1932, p. 459; XIV, ibid. 1933, pp. 574 ss.; Id., Scriptores Ordinis minorum, Romae 1806, p. 61; F. Argelati, Bibliotheca scriptorum Mediolansium, II, Mediolani 1745, coll. 1073 s., 1823, 2015 s., 2046; G. Sbaralea, Supplementum, Romae 1806, p. 194; J. Kornorowski, Memoriale Ordinis fratrum minorum, in Monumenta Poloniae Historica, V, Lwow 1888, p. 166; F. Banfi, Le fonti per la storia di s. Giovanni da Capistrano, in Studi francescani, LIII (1956), pp. 329-344; G. Hofer, Johannes Kapistran, I, Heidelberg 1964, p. 9; J. Moorman, A hist. of the Franciscan Order from its origins to the year 1517, Oxford 1968, pp. 494, 506 s., 525; L. Hain, Repert. bibliographicum, III, n. 9259; Repertorium fontium historiae Medii Aevi, III, p. 673.