CASOLANI, Cristoforo (Cristofano)
Figlio del pittore Alessandro e di Aurelia figlia del pittore Lorenzo Rustici, e fratello del pittore Ilario, non sono noti i suoi estremi biografici, ma si puo ritenere che egli sia nato nell'anno 1582 o poco prima. Secondo il Baglione, suo principale biografo .nacque a Roma (pp. 306 s.) e apprese i segreti della pittura da C. Roncalli detto il Pomarancio, coetaneo e amicissimo dei padre e probabilmente, come ritiene anche il Mancini (I, p. 209), il suo maestro più importante. In effetti esistono profondi legami tra il C. e il Roncalli, alcuni dei quali provati da documenti che possono servire a stabilire approssimativamente la data di nascita del Casolani.
I primi documenti che si riferiscono all'attività artistica del C. testimoniano la sua partecipazione (1601-1602), insieme con tredici artisti, alla trasposizione in mosaico dei disegni del Pomarancio, che soprintendeva alla decorazione della cappella Clementina in S. Pietro (Chappell-Kirwin, pp. 129 n. 82, 155 doc. 13). Intorno alla metà del 1582 il padre del C. era ritornato a Siena da Roma - dove aveva abitato dal 1578 con il suo amico Roncalli - e ivi restò per un lungo ininterrotto periodo. Dato che il lavoro dei . per la Clementina era piuttosto modesto, ma richiedeva certe capacità tecniche, si può dedurre che egli, all'inizio del secolo, avesse una ventina di anni.
Attraverso i cicli di affreschi che il C. dipinse, o alla cui esecuzione sovrintese, è possibile seguire lo sviluppo e valutare l'importanza della sua arte (come il Roncalli, l'artista preferì la pittura a fresco a quella su tela). Dall'agosto 1601 al maggio 1602 fu occupato nella cappella Clementina (disegno per la figura di Malachia nella lunetta: Uffizi, 10180 F). Dal settembre i 602 all'agosto i 609 si dedicò a una delle sue imprese più importanti: la decorazione a fresco dell'abside, cupola e navata della Madonna dei Monti (documenti, in Poensgen, p. 97; Tiberia, p. 184; disegni nel Kunstmuseum di Düsseldorf, FP 3918, e nella coll. E. Schleier di Berlino Ovest). Da una analisi stilistica possono essere datati intorno al 1603 i Santi che fiancheggiano la pala del Caravaggio nella cappella della Madonna in S. Agostmo (disegni, identificati da H. Roettgen, nel Gabinetto dei disegni degli Uffizi, 11253 F, 11254 F). Tra il 1602 e il 1605 il C. fu ancora una volta collaboratore del Roncalli nelle decorazioni a fresco della chiesa di S. Silvestro in Capite (cupola e peducci, con interventi minori di G. Agellio; disegni di un S. Marco agli Uffizi. 622; e di un S. Giovanni a Würzburg, Museo Martin von Wagner, n. 7581, attribuito al Maratta, ma identificato da E. Schleier) e molto probabilmente nella cappella Rucellai in S. Andrea della Valle (con interventi di poco conto di G. B. Crescenzi: Kirwin, pp. 197 ss.).
Su basi stilistiche può essere attribuito al C. il completamento del coro di S. Silvestro al Quirinale (Kirwin, p. 197; disegni per la scena della lunetta sopra l'altare, nell'Albertina di Vienna [Fröhlich Bum, n. 670] e a Roma, in coll. privata). Poco dopo il 1608 il C. dipinse la pala d'altare della cappella dei Lombardi in S. Maria in Via (disegno all'Albertina di Vienna: Fröhlich Bum, n. 280); anche gli affreschi e la tela nell'abside di S. Stefano del Cacco possono essere assegnati a questo periodo.
Oltre alle opere sopra elencate, secondo il Baglione, il C. eseguì in Roma altri importanti cieli pittorici, che sono andati distrutti: come la decorazione della tribuna e delle pareti a lato dell'altare di S. Maria delle Grazie, eseguita probabilmente intorno al 1610, già illeggibile all'inizio del sec. XIX (Belli, pp. 16, 24 s.) e interventi nel coro dell'Annunziata (restaurato completamente nel 1640: D'Onofrio, p. 21). Il Brogi elenca numerose tele in chiese del contado di Siena, alcune delle quali tuttora esistenti (ma l'elenco è da aggiornare per l'ubicazione e l'attribuzione).
Non può essere accertata la data di morte del Casolani. È documentato a Roma nel 1621 (Bertolotti, II, p. 89). Era membro dell'AccaderIiia di S. Luca, e dai documenti risulta essere stato presente per tutto il 1622. Nessun dipinto può essergli attribuito nei primi anni dopo il 1620, mentre nei due decenni precedenti egli fu particolarmente attivo nella citta e nei dintorni. Per questo si può considerare morto a Roma ("di fresc'età": Baglione, p. 307) subito dopo il 1622.
Un confronto tra l'opera del C. e la produzione del Roncalli nei primi anni del sec. XVII mette in luce la simbiosi artistica realizzatasi tra i due e chiarifica le radici dell'ispirazione - del Casolani. Particolarmente rilevanti sono la monumentalità scultorea e la solidità delle figure del C., che traggono origine non solo dalle teorie dei Roncalli ma, cosa più importante, da uno studio approfondito delle opere mature di Raffaello, divenute modello per la maggior parte degli artisti operosi a Roma alla fine del secolo. Anche i colori del C., nella sua prima opera "indipendente" alla Madonna dei Monti, derivano, all'inizio, dal Roncalli. Di questo egli fu, nelle prime due decadi del sec. XVII, allievo e portavoce principale, seguendo assieme a pochi altri un percorso che si allontanava dalla più diffusa tendenza al naturalismo abbracciata dal Caravaggio, ed era invece orientato verso un classicismo più raffinato, quale quello di Annibale Carracci e dei suoi ferventi seguaci. Ma forse il contributo più importante del C. allo sviluppo dell'arte romana è dato dai suoi esperimenti di prospettiva illusionistica attuati negli affreschi di S. Silvestro al Quirinale e della Madonna dei Monti, dove, in entrambi i casi, gli spazi erano stati definiti, inizialmente, dagli architetti; e il soffitto diventa una finestra aperta verso una regione eterea popolata da spiriti celesti. I risultati del C. in questo tipo di decorazione sono modesti ma sono interessanti da un punto di vista sia storico sia concettuale per lo sviluppo di quel particolare aspetto del gusto barocco che si manifesta nei grandiosi soffitti dipinti delle chiese romane della metà del secolo (Poensgen, pp. 6-12).
Fonti e Bibl.: Oltre alla bibl. in U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VI, pp. 117 s., si veda: G. Mancini, Considerazioni sulla Pittura [1617-21], a cura di A. Marucchi e L. Salerno, Roma 1956-57, I, p. 209; II, p. 187; G. Baglione, Le vite de' pittori, scultori et architetti, Roma 1642, pp. 291, 306 s.; G. Della Valle, Lettere sanesi, Roma 1786, III, pp. 417 s.; A. Bertolotti, Artisti lombardi a Roma, II, Milano 1881, p. 89; Siena, Biblioteca comunale degli Intronati, mss. L.II.8, L.II.10.: E. Romagnoli, Biogr. cronologica de' Bellartisti Senesi, VIII, cc. 89 ss.; X, cc. 265-75; A. Belli, La chiesa di S. Mana delle Grazie contigua all'Arcispedale della Consolazione, Roma 1833, pp. 16, 24 s.; F. Brogi, Inv. gen. degli oggetti d'arte della provincia di Siena, Siena 1897, pp. 23, 187, 241, 344, 440, 450 s., 532, 604; Le chiese di Roma illustrate, C. Cecchelli, S. Maria in Via, Roma s.d., p. 52; Italien. Handzeichnungen des Barock, Düsseldorf 1964, n. 23; C. D'Onofrio, Roma nel Seicento, Roma 1969, p. 21, ad Indicem;T. Poensgen, Die Deckenmalerei in italien. Kirchen, Berlin 1969, pp. 6-12, 97; W. C. Kirwin, Ch. Roncalli, tesi di dottorato, Stanford Univ. 1972, pp. 194 ss.; V. Tiberia, Una notizia sul Gentileschi e sugli altri pittori alla Madonna dei Monti, in Storia dell'arte, 1973, n. 18, pp. 182-84; M. L. Chappell-W. C. Kirwin, A Petrine Triumph: the Decoration of the Navi Piccole in S. Pietro under Clement VIII, ibid., 1974, n. 21, pp. 129, 155.