CASELLI, Cristoforo (detto anche Cristoforo Parmense, Cristoforo da Parma, Cristoforo Temperelli o il Temperello)
Figlio di Giovanni di Cristoforo, forse pittore anch'egli, nacque a Parma intorno al 1460. Dalla moglie Antonia, della quale si ignora il casato, ebbe quattro figli: Giovanni Battista (nato nel 1499), che nel 1516 divenne organista del S. Sepolcro di Parma; Polissena (nata nel 1507); Pietro Francesco (nato nel 1508); Francesco Maria, ricordato solo in due documenti del 1525. Fu forse dapprima allievo, in patria, di Iacopo Loschi, ma nulla si sa di sicuro sulla sua formazione prima del viaggio a Venezia, dove è documentato a partire dal 1488. Nel 1489 inizia a collaborare con Giovanni Bellini, Alvise Vivarini, Lattanzio da Rimini e altri nella decorazione della sala del Maggior Consiglio nel palazzo ducale, complesso pittorico distrutto dall'incendio del 20 dic. 1577; vi lavora ancora nel '92 e forse nel '95, anno in cui firma e data il trittico per S. Cipriano di Murano, oggi nel Seminario patriarcale di Venezia, raffigurante la Madonna in trono col Bambino, un vescovo donatore, due santi vescovi e l'Eterno. Nell'anno successivo è a Parma; il 10 marzo firma il contratto per la pala d'altare della cappella del Consorzio dei vivi e dei morti nel duomo; il compenso è di 55 ducati d'oro. L'opera, firmata e datata 1499, si trova nella Pinacoteca di Parma: raffigura la Madonna in trono col Bambino, angeli musicanti e adoranti, s. Ilario vescovo, il Battista e, in alto, il Padre eterno circondato da cherubini. Nello stesso anno dipinge l'Adorazione dei Magi, firmata e datata, in S. Giovanni Evangelista e, ancora nel duomo, il Padre eterno a fintd mosaico nel catino absidale del transetto destro. Altra opera firmata è il S. Pietro in cattedra della parrocchiale di Almenno San Bartolomeo (Bergamo), i cui laterali, SS. Paolo e Giacomo, SS. Sebastiano e Matteo, si trovano all'Institute of Arts di Detroit, mentre la cimasa è costituita dai tre frammenti conservati nell'Accademia Carrara di Bergamo, raffiguranti Il Battista e S. Caterina, la Madonna col Bambino e La Maddalena e un santo apostolo;questi ultimi, assegnati di solito a Girolamo da Santacroce, furono riferiti al C. già dal Ludwig, mentre lo Heinemann suggerisce l'appartenenza della prima tavoletta al polittico in questione, ignorando stranamente le altre due. Del 1502 è la Natività tra S. Pietro e il Battista conservata a Castell'Arquato (Piacenza) nel museo della chiesa plebana (Ghidiglia Quintavalle, 1962); del 1507 il Cristo morto tra due angeli, in un tondo monocromo al disopra del monumento Montini nel duomo di Parma. Da aggiungere al catalogo dei C., come giustamente mi suggerisce Ulrich Middeldorf, il Presepio passato recentemente sul mercato fiorentino e che il Berenson attribuiva a Girolamo da Udine (1958, I, p. 93, fig. 493), oltre al S. Francesco tra S. Luigi di Tolosa e il beato Giovanni da Capestrano della Walters Gallery di Baltimora che il Berenson registrava come Jaco... Bar...
Tra le opere perdute ricordiamo: una S. Felicita dipinta nel 1499 per S. Giovanni Evangelista a Parma, che risultava già dispersa al tempo dello Scarabelli Zunti; le portelle dell'organo della chiesa dei Carmini di Venezia, raffiguranti l'Annunciazione, S. Elia e s. Alberto carmelitani; le armi di Giuliano de' Medici a Parma (1515); nella stessa città, nel 1516, un gonfalone per la Confraternita del Sacramento in duomo (docuniento in Scarabelli Zunti); i disegni per le anni di Francesco I di Francia, dipinte da Alessandro Araldi (1521); una Natività nella chiesa di S. Pietro; un affresco raffigurante la Madonna col Bambino, S. Francesco e un santo domenicano, scoperto nel 1849 e distrutto dopo due mesi, nella chiesa di S. Bartolomeo; la Madonna col Bambino e due angeli musicanti, del Kaiser Friedrich Museum di Berlino, rivenditata al C. dalla Sandberg Vavalà e distrutta nel 1945. Altre opere riferibili al C.: nella Pinacoteca di Parma, il frammento di Annunciazione o, meglio, di Incoronazione della Vergine, e i due quadri, ciascuno con una coppia di Putti musicanti, che provengono dallasagrestia di S. Giovanni Evangelista; il Busto di paesana della collezione Schrafl di Zurigo. Opere talora attribuite al C.: Parma, duomo, sacrestia della cripta, Visitazione;Pinacoteca, Madonna col Bambino, il Battista e s. Gerolamo, meglio riferibile a Filippo Mazzola; chiesa dei cappuccini, sesta cappella, Madonna ausiliatrice con s. Giuseppe e s. Antonio, affresco; chiesa di S. Pietro, Madonna che adora il Bambino, attribuibile meglio all'Araldi; già Parma, coll. Rossi, Madonna col Bambino, riferita anche a Cima da Conegliano;Padova, Museo civico, Madonna col Bambino e due sante;Bergamo, S. Maria del Conventino, S. Sigismondo;Allentown (Pennsylvania), Art Museum, Ritratto di giovane;Atlanta (Georgia), High Museumn of Art, Madonna col Bambino;Baltimora, Walters Gallery, Cristo mostra le stigmate;Compton Wynyates (Warwickshire), coll. Marquess of Northampton, Cristo portacroce;già Djursholm. (Svezia), coll. Friberg, poi New York, vendita Kende, 18 maggio 1950, n. 22, Ritratto d'uomo;Hannover, Städtliche Galerie, S. Pietro;già Monaco di Baviera, coll. Nemes, Adorazione dei Magi;New York, Metropolitan Museum, Madonna col Bambino e s. Giovannino;Stoccarda, Staatliche Galerie, Madonna con due santi e un devoto.
Il C. è stato talora considerato maestro di Alessandro Araldi e di Filippo Mazzola, il che spiega la confusione ricorrente in passato nei cataloghi di questi artisti. Morì a Parma nel giugno del 1521: le spese per il suo funerale sono registrate nel libro mastro del convento di S. Francesco del Prato il 27 giugno.
Il C., per il carattere delle sue opere, appare pittore veneto più che emiliano; la sua presenza a Venezia verso la fine del Quattrocento è determinante nella sua formazione. Vittore Carpaccio e Alvise Vivarini, più che Giovanni Bellini, sono gli artisti a gi guarda, traendone un suo stile eclettico in cui l'antonellismo affiorante nelle ricerche volumetriche della grande pala di Parma e che lo porta ad esiti talora affinì a quelli dì Cima da Conegliano o dei vicentini, coesiste con il gusto narrativo del Carpaccio (si veda la Adorazione dei Magi di S. Giovanni Evangelista a Parma). Va da sé che anche l'eco del linguaggio del Costa e del Francia è presente nelle sue opere. Egli ha pertanto, accanto all'Araldi, un posto di tutto rispetto nell'ambito delle correnti pittoriche che, tra i due secoli, tengono il campo a Parma prima della svolta cinquecentesca e manieristica impostavi dal Correggio e dal Parmigianino.
Fonti e Bibl.: F. M. Grapaldo, De partibus Aedium liber secundus, [Parma, 1494], cap. 8; Arch. di Stato di Parma, Registri delle Ordin. del Comune, 1521; G. Vasari, Le vite..., a cura di G. Milanesi, VI, Firenze 1881, p. 485; L. Lanzi, Storia pittor. della Italia, a cura di M. Capucci, II, Firenze 1970, p. 222; [I. Affò], Il Parmigiano Servitor di Piazza, Parma 1796, pp. 15, 74-76, 119; Parma, Bibl. Palatina, ms. 1599: I. Affò, Notizie intorno agli artisti Parmig., ff. XVIII s.;G. Moschini, Guida per l'isola di Murano, Venezia 1808, p. 73; G. Bertoluzzi, Nuoviss. guida... di Parma, Parma 1830, pp. 51, 78 s., 90, 100 s., 134, 146, 152 s.; G. Rosini, Storia della pitt. ital., II, 3, Pisa 1841, pp. 263 s.; J. Burckhardt, Il Cicerone [1855], Firenze 1952, p. 899; F. Odorici, La Cattedrale di Parma, Parma 1864, p. 45; L. Barbieri, Ordinarium Ecclesiae Parmensis, Parma 1866, p. 189, n. I, col. 2; J. A. Crowe-G. B. Cavalcaselle, A History of Painting in North Italy, a cura di T. Borenius, London 1912, I, p. 164; II, pp. 299-301; P. Martini, Guida di Parma, Parma 1871, pp. 25, 77, 101, 116, 144; Parma, Gall. nazionale: E. Scarabelli Zunti, Materiale per una guida di Parma, ms., vol. I, ff. XIX s.; Ibid., Documenti e mem. di belle arti Parmigiane, ms., vol. II, f. 98v; A. Venturi, Di una pala d'altare di Filippo Mazzola nella Galleria di Parma, in L'Arte, III (1900), pp. 302 s.; G. Ludwig, Archival. Beitrdge zur Geschichte der venezi . an. Malerei, in Jahrbuch der k. preuss. Kunstsamml., XXVI (1905), Suppl., pp. 25 s.; L. Testi, Parma, Bergamo 1905, pp. 45, 60, 80; N. Pelicelli, Guida storica... di Parma, Panna 1906, pp. 34, 35, 92, 153, 193 (ed. 1912, pp. 5 s., 10, 27, 54 s., 87, 107); L. Testi, Pier Ilario e Michele Mazzola, in Boll. d'arte, IV (1910), 3, pp. 89-91, 94-97; N. Pelicelli, in U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VI, Leipzig 1912, pp. III s. (con bibl.); A. Venturi, Storia dell'arte ital., VII, 4, Milano 1915, pp. 256, 604, 606 ss., 616; B. Berenson, Dipinti veneziani in America, Milano 1919, pp. 58-59; L. Fröhlich-Bum, Parmigianino und der Manierismus, Wien 1921, p. 8; N. Pelicelli, in Encicl. Ital., IX, Milano-Roma 1931, p. 298; A. Venturi, La Pittura del Quattrocento nell'Emilia, Bologna 1931, p. 74; E. Sandberg Vavalà, A ttribution to C. C., in Art in America, XX (1932), pp. 195-201; Invent. degli oggetti d'arte d'Italia, III, Provincia di Parma, Roma 1934, pp. 41 s.; A. O. Quintavalle, Mostra del Correggio (catal.), Parma 1935, pp. 15-18; Id., Problemi e spunticritici alla mostra del Correggio, in Emporium, LXXXI 1935, pp. 357 s.; G. B. De Siati, Venticinque opere restit. all'autore, I, Brescia 1944, pp. XXXVI s.; O. Sirén, Anteckningar och attributioner på utställningen av italiensk konst i Nationalmuseum 1944, II, Umbriska, romagnoliska och venetianska mållningar från 1400- och början av 1500- talen, in Konsthistorisk Tidskrift, XV (1946), pp. 3-20, fig. 37; A. O. Quintavalle, Catalogo della Mostra parmense di dipinti noti ed ignoti dal XIV al XVIII sec., Parma 1948, pp. 9-11; E. Guerra-A. Quintavalle Ghidiglia, La chiesa di S. Pietro Apostolo in Parma nella storia e nell'arte, Parma 1948, pp. 34 s.; B. Berenson, Pitture ital. del Rinascimento. La scuola veneta, Firenze 1958, I, pp. 62 s.; L. Grossato, IlMuseo Civico di Padova, Venezia 1957, p. 48; A. Ghidiglia Quintavalle, Alessandro Araldi, in Riv. dell'Ist. naz. d'archeol. e storia dell'arte, n.s., VII (1958), pp. 292 s., 302 s., 314, 321, 327; L. Coletti, Cima da Conegliano, Venezia 1959, pp. 57, 91; R. Pallucchini, Un nuovo Strozzi, in Paragone, X (1959), n. 117, pp. 39, 41; A. Ghidiglia Quintavalle, in Arte in Emilia, II, Parma 1962, pp. 52 s.; F. Heinemann, Giovanni Bellini e i belliniani, Venezia 1962, 1, pp. 98-100; A. Ghidiglia Quintavalle, Il "Boudoir" di Paola Gonzaga Signora di Fontanellato, in Paragone, XVIII (1967), 209, p. 12; F. Rusk Shapley, Paintings from the Samuel H. Kress Collection, Italian Schools XV-XVI century, London 1968, pp. 61 s.; A. Ghidiglia Quintavalle, in Arte in Emilia, IV, Parma 1971, pp. 40 s.; B. B. Fredericksen-E Zeri, Census of Pre-Nineteenth-Century Italian Paintings in North American Public Collections, Cambridge, Mass., 1972, p. 48; F. Zeri, Italian Paintings in the Walters Art Gallery, Baltimore 1976, 1, pp. 274-80.
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