CARESANA, Cristoforo
Nacque a Venezia verso il 1640, sebbene varie fonti, con chiaro riferimento al Fétis, datino la sua nascita al 1655, e G. De Rosa di Villarosa affermi che il C. era napoletano. Pensiamo che la città di Venezia come luogo di nascita e la data del 1640 indicate da S. Di Giacomo, coordinatore dell'archivio dell'Oratorio dei filippini siano le informazioni più attendibili. Un Andrea Caresana, menzionato da F. Caffi, che operava verso il 1670 come organista nelle nicchie di S. Marco a Venezia, era probabilmente fratello di Cristoforo. Il C. studiò con l'abate P. A. Ziani che fu attivo anche a Napoli come maestro di cappella in S. Onofrio a Capuana e, secondo quanto testimonia il Prota-Giurleo (p. 38), lo assisté in punto di morte come "buono e fedele suo allievo e concittadino". Nel 1658 il C. è tenore presso la real cappella di Napoli, di cui diventerà poi organista nel 1667. Nel 1680 figura esservi ancora poiché con questa qualifica risulta nella dedica a don Ferrante Caracciolo inserita nel suo Duo, op. 1 (Napoli 1681). Sempre in veste di organista della real cappella egli si qualifica nella dedica indirizzata a L. Emanuele Pinto nel Duo, op. 2, pubblicata a Napoli nel 1693. Nel 1688 il C. venne nominato maestro di cappella del conservatorio di S. Onofrio a Capuana dove rimase fino al 1689, anno in cui venne licenziato. In questo conservatorio il C. percepiva uno stipendio mensile di 8 ducati ai quali dovevano aggiungersi i "provisionati" e cioè le entrate straordinarie dell'orfanotrofio per le prestazioni esterne corali e musicali degli allievi, che poi venivano divise tra il personale tutto. I pagamenti avvenivano mese per mese attraverso fede di credito sul Banco di S. Eligio (S. Di Giacomo, IlConservatorio di S. Onofrio…, p. 44). Nel 1699 il C. successe a F. Provenzale quale maestro di cappella al tesoro di S. Gennaro, quarto della serie iniziata nel 1660 da F. Coppola. Nel giugno 1702 entrò a far parte dello "Stato dei Musici di Palazzo" come organista. Nel 1703 ritornò alla real cappella per sostituirvi provvisoriamente D. Scarlatti che aveva ottenuto il permesso di allontanarsi da Napoli e nel 1704 come "musico giubilato" appartenne alla "Nuova Pianta dei Musici di Palazzo" (cfr. Prota-Giurleo, pp. 73-74). In un mandato del viceré in data 5 gennaio 1705, riportato dal Prota-Giurleo (pp. 73-74), leggiamo che "essendosi spontaneamente licenziato l'organista D. Scarlatti, si metta in suo luogo C. Caresana con la preferenza dovuta alla sua anzianità". Non si conosce il periodo in cui il musicista soggiornò presso i filippini, ma risulta che a quei religiosi egli lasciò in eredità circa 300 composizioni.
Queste opere, catalogate da S. Di Giacomo, comprendono l'arco di tempo che va dal settembre 1659 all'anno 1706.L'intero gruppo di queste composizioni conservate in manoscritto spesso autografo e firmato, talvolta anche datato, comprende tra l'altro gli oratori: La strage degli innocenti, a 5 voci con violini (1668), L'Adorazione dei Magi, a 6 voci con istrometri (1676), Per la nascita del Verbo… a 5 voci (1676), La battaglia spirituale … a 5 voci (1681), Gli Avisi… a 3 voci con violini (1684), La Commedia sacra; Santa Lucia… a 5 voci, Le avventure d'una fede;le cantate: Il sospetto… a 3 voci (1682), Il Bambino Gesù nel presepe parlando ad uno schiavo lo converte… a 5 voci (1683), La moneta nova… a 6 voci con istromenti (1683), La caduta degli idoli… a 4 voci con istromenti (1687), Pene d'amore, Tormento della speranza e della fortuna, Il pastore innamorato e altre. Inoltre: Madrigali a 3 voci (1677); Madrigali a 5 voci con istromenti (1687)su testi di G. B. Guerini, F. Caccianemici, C. Rinaldi, F. Scaglia, L. Celiano, C. Fiamma, G. B. Leoni, T. Tasso ("come vi orò nelle mie pene amore") e G. Parabosco. Varie sono le composizioni di carattere religioso tra cui Magnificat a 4, 5, 8e 16 voci, Miserere, Beatus vir, Confiteor, Introiti, Laetatus, Messe a 5, 8 e 9 voci; Missa defunctorum - In funeribus Alexandri Pape VII (1667), numerosi mottetti, tra cui Mottetti a 2 e 4 voci (Napoli 1700)dedicati ad Alessandro Pallavicino; inni, Te Deum, responsori, antifone, pastorali a 4 e 5 voci con violini (1670-1681).
Per l'elenco completo di queste opere si rimanda al repertorio dell'Archivio dell'Oratorio dei filippini (pp. 36-43).Malgrado la notevole mole di composizioni musicali lasciataci dal C., non risultano pubblicati che i Duo editi da Novello de Bonis in Napoli nel 1681 e nel 1693, e in ediz. moderna a Parigi nel 1834da Y.-A.-L. de la Fage. L'edizione del 1681fu ristampata dal Choron nel 1819per essere poi adottata dal conservatorio di Parigi come testo didattico. Nel Duo, op. 2 del 1693il C. così si rivolge al "lettore amorevole": "Il gradimento dimostrato del Duo che diedi alle stampe l'anno 1680, m'ha dato motivo di pubblicare il secondo: in questo vi troverai varie frascherie corrispondenti al tempo che corre…" e di seguito: "…Generalmente poi mi sono dilettato dei rivolti delle parti, il cui artifizio vedo particolarmente pratticato da autori spagnuoli, che (a mio credere) si ponno più ammirare che imitare…" (Gaspari, p. 218).
Inoltre, secondo l'Abbiati, fu l'ultimo autore a ripristinare nostalgicamente l'uso del classico stile a cappella e fu considerato "homo rinomato assai in quel clima per lo stil sodo", com'ebbe a scrivere Girolamo Chiti in una lettera del 6 sett. 1746indirizzata a padre Martini (G. B. Martini, Carteggio inedito con i più celebri musicisti del suo tempo, a cura di F. Parisini, I, Bologna 1888, p. 229). Da questa stessa lettera abbiamo notizia di un'altra pubblicazione del C. per dei mottetti a 2, 3 e 4 vociediti dal De Bonis e dedicata ad Alessandro Pallavicino dei duchi di Castro. Alcune composizioni del C. furono inserite da padre Martini nel II volume del suo Saggio di… contrappunto (Bologna 1775). Anche M. Clementi pubblicò del C. una Fuga in do maggiore a due soggetti nella sua collezione Selection of pratical harmony for the organ or pianoforte (London 1801, I, p. 23).
Sulla morte del C., anch'essa di data molto controversa, riportiamo quanto scrive il Di Giacomo (Maestri di cappella…, p. 10): "Ho trovato l'anno di morte del Caresana nella conclusione del Tesoro per l'anno 1709. V'è detto: a tre di Settembre 1709 essendo vacata la piazza di Maestro di Cappella del nostro Tesoro per la morte di don Crist. Caresana…". Prese il suo posto nello stesso anno Nicola Fago.
Bibl.: J-B. de La Borde, Essai sur la musique ancienne et moderne, III, Paris 1870, p. 177; G. De Rosa di Villarosa, Mem. di compositori di musica del Regno di Napoli, Napoli 1840, p. 28; F. Caffi, Storia della musica sacra nella già capp. ducale di S. Marco, I, Venezia 1854, p. 35; G. Gaspari, Catal. della Bibl. del liceo mus. di Bologna, III, Bologna 1893, pp. 218 s.; E. Schmitz, Zur Gesch. des ital. Continuo-Madr. im 17. Jh., in Sammelbände der Internat. Musikgesellschaft, XI(1909-10), p. 512; G. Pannain, Le origini della Scuola musicale napoletana, Napoli 1914, pp. 76 ss.; Città di Napoli - Arch. dell'Oratono dei Filippini, a cura di S. Di Giacomo, Parma 1918, pp. 4, 36-43; S. Di Giacomo, Maestri di cappella, musici e istrumenti al tesoro di S. Gennaro, Napoli 1920, pp.10, 14; Id., IlConserv. di S. Onofrio a Capuana e quello della Pietà dei Turchini, Palermo 1924, pp.144 s.; Città di Napoli - Biblioteca del R. Cons. di musica di S. Pietro a Maiella, Parma 1934, pp. 47, 476; U. Prota-Giurleo, Ilteatro di corte del pal. reale di Napoli, Napoli 1952, pp.38, 66, 70 s., 73 s.; A. Della Corte-G. Pannain, St. della musica, I, Torino 1964, p. 664; F. Abbiati, St. della musica, II, Milano 1967, pp. 58, 83; F. J. Fétis, Biogr. univ. des Musiciens, II, Paris 1875, p. 187; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, Suppl., p. 161; R. Eitner, Quellen Lexikon der Musiker, II, p.329; Encicl. della Musica Ricordi, II, p. 7; Die Musik in Geschichte und Gegenwart, XV, Supplement, coll.1321 ss.