BAGGIOLINI, Cristoforo
Nato ad Alessandria l'11 nov. 1796 da Lorenzo e da Maddalena Fava, terminati gli studi classici, si arruolò, nel 1812, tra le truppe di Napoleone e prese parte alla campagna di Russia. Dopo l'abdicazione di Napoleone e la restaurazione dei Savoia nei loro stati, ottenne di entrare nell'esercito sardo come sottotenente dei battaglione di Tortona agli ordini del generale A. Gifflenga, sotto il cui comando combatté nella spedizione austro-sarda a Grenoble nel 1815. Nel 1817, abbandonata la carriera delle armi, entrò come ripetitore fisso di lettere italiane nel Reale collegio delle province di Torino. Nel 1821, allo scoppio dei moti, avrebbe svolto opera moderatrice tra gli studenti del collegio, pur non nascondendo simpatie per gli insorti.
Sulla sua partecipazione all'episodio di San Salvario, l'11 marzo 1821, il B. ha lasciato due versioni contrastanti: nella prima, data alle autorità sarde subito dopo la repressione della rivolta e registrata nelle carte di polizia, disse di esservisi trovato per dissuadere un suo allievo dal prendervi parte; alcuni anni più tardi, invece, scrisse al Brofferio, suo intimo amico, vantandosi di essere stato tra i combattenti di San Salvario.
Nominato capitano di Stato Maggiore dell'esercito costituzionale, fu fatto prigioniero dalle forze sarde a Novara (8 aprile) e tradotto a Pallanza. Riuscito a fuggire, si rifugiò in Lombardia, nascondendosi sotto vari nomi, tra cui quello di Luigi Barra; scoperto a Milano dalla polizia austriaca, venne consegnato, il 10 ottobre, alle autorità sarde.
La scoperta di due opuscoli del B., Relazione di un carbonaro piemontese ad uno spagnolo sugli ultimi casi di Torino (Torino 12 marzo 1821) e Dialogo politico tra Machiavelli ed un piemontese (s. d.), aveva aggravato la sua posizione, tanto che la R. Delegazione speciale di Torino, con sentenza 28 sett. 1821, lo condannò alla galera perpetua e alla confisca dei beni. Contro la condanna il B., incarcerato a Torino, fece ricorso al Senato, ottenendo, con sentenza 21 giugno 1822, la commutazione della pena in due anni di confino interno da scontarsi ad Aosta.
Il B., scontata la pena, riprese la carriera d'insegnante e venne chiamato da mons. A. d'Angennes al seminario arcivescovile di Vercelli, come professore di retorica.
Nel 1848 non prese parte attiva agli avvenimenti ma, in favore dell'annessione della Lombardia al Piemonte, scrisse due opuscoli, Ai corruttori dell'opinione pubblica nella Venezia e nella Lombardia (Vercelli 1848), in cui si scagliava contro i non-annessionisti, e Replica a T. Mora sugli agitatori veneti e lombardi (Novara 1848), dove, rispondendo al canonico Mora, che aveva criticato il precedente opuscolo, ribadiva le tesi già esposte.
Dopo l'unificazione venne nominato preside del ginnasio di Vercelli.
Il B. fu fecondo ma mediocre scrittore sia in prosa sia in versi. La sua prima opera furono i Commentari alla famosa spedizione di Moska guidata da Napoleone Bonaparte l'anno 1812 (Alessandria 1814), la cui traduzione in latino gli valse, il 31 ott. 1814, la normina a membro dell'Accademia degli Indefessi di Alessandria; seguirono una raccolta di Poesie (Alessandria 1817); un poema su Maria Clotilde di Francia regina di Sardegna (Torino 1818); Storia politica e religiosa di Vercelli (Vercelli 1836), parte di un più vasto studio sulla città di Vercelli di cui un'altra parte, Lo Studio generale di Vercelli nel Medio Evo, fu pubblicata postuma (Vercelli 1888); Dolcino e i Patareni (Novara 1838).
Scrisse anche dei drammi, il Guiscardo (Cuneo 1828) e la Tamar (Vercelli 1843), che non ebbero molta fortuna. Aveva tradotto tutte le opere di Virgilio (Le opere di Virgilio letteralmente volgarizzate e tradotte, Torino 1843) a scopo didattico, ma, con suo vivo rincrescimento, il libro non venne accettato nelle scuole governative.
Morì a Vercelli il 3 dic. 1872.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Torino, Processi Politici del 1821, Cart. XIV-2 (17); A. Manno, Informazioni sul '21 in Piemonte, Firenze 1879, pp. 146; A. Brofferio, I miei tempi, Firenze 1903, V, pp. 601-606; G. Valente, Una questione antica e sempre viva intorno allo studio dei classici, in Miscell. di studi storici in onore di A. Manno, Torino 1912, II,pp. 445 ss.; F. Gasparolo, Ilprimo moto rivoluz. del '21 in Alessandria, in I moti del '21 - Rivista di storia, arte, archeol. per le Prov. di Alessandria e Asti, s.3, XXX (1931), fasc. 17-18, pp. 16 s.; C. Nava, C. B., ibid., pp. 32-41; C. Segre, C. B. e i suoi scritti, ibid., pp. 156-203.