CRISIPPO (Χρύσιππος, Chrysīppus)
Filosofo nato a Soli di Cilicia (o a Tarso) nel 280, morto ad Atene nel 205 circa a. C. Famoso dialettico, scrisse numerosissime opere, fu capo della scuola stoica.
Cicerone (De fin., i, 11, 39) e Diogene Laerzio (vii, 7, 4) ricordano una statua del filosofo nel Ceramico di Atene, definita dal primo ".... sedentis porrecta manu". Sidonio Apollinare (Epist., ix, 9, 14) cita un dipinto di C. rappresentato .... digitis propter numerorum indicia constrictis". Plinio (Nat. hist., xxxiv, 88) attribuisce ad Euboulides (probabilmente il secondo scultore di tale nome attivo attorno al 200 a. C.) la statua di un personaggio "... digitis computans", nella quale si è voluta riconoscere la statua di C. esposta nel Ceramico, dalla quale sarebbe derivata la pittura descritta da Sidonio Apollinare. Caratteristica della immagine di C. sarebbe stata dunque la rappresentazione del gesto di contare sulle dita una serie di argomenti dialettici.
Una statua di C. era conservata nel ginnasio di Tolomeo III ad Atene (Paus., i, 17, 2), un'altra sarebbe stata dedicata da Aristokreon, nipote o discepolo del filosofo (Plut., De stoic. repugn., c. 2). Giovenale (ii, 4), ricorda che i ritratti di C. erano molto numerosi nel mondo romano.
La testa di C. è rappresentata su alcune monete di età imperiale di Soli-Pompeiopoli, insieme a quella di Arato (v.), secondo l'uso commemorativo di rappresentare nei conî provinciali le immagini dei cittadini più benemeriti. Le monete, prive di iscrizioni, non permettono però di distinguere i due personaggi, rappresentati l'uno con la barba lunga ed una mano portata all'altezza del mento, l'altro con una barba più corta ed il capo rivolto verso l'alto.
Alla fine del '700, C. Fea credette di identificare una copia della statua del Ceramico in un marmo (con testa non pertinente) del Louvre, nel quale è rappresentato un personaggio anziano avvolto in uno himàtion che lascia scoperto il petto e la mano destra dalle dita aperte nel gesto di chi enumeri gli argomenti di una discussione. La scultura, della quale si conserva una seconda replica di piccolo formato nel Museo Nuovo dei Conservatori, ricorda l'atteggiamento descritto da Cicerone e da Sidonio Apollinare.
Un busto acefalo, conservato nel Museo Nazionale di Atene, fornito di iscrizione e che non presenta tracce di barba sulla sezione conservata del collo ha fatto pensare di poter riconoscere C. nel personaggio con la barba corta rappresentato sulle monete di Soli. Un lembo dello himàtion che compare sul busto di Atene e che corrisponde a quello del torso del Louvre, dimostrerebbe la derivazione del ritratto su conio dalla scultura del Ceramico.
Le repliche del ritratto che sulla base del confronto monetale sarebbero attribuibili a C. sono abbastanza numerose (16) e mostrano un personaggio anziano dal capo solcato di rughe. L'originale della scultura può essere attribuito all'arte attica della fine del III sec. a. C. come dimostrano il trattamento classicistico ed il geometrismo nel rendimento della barba. La datazione del ritratto, che certamente doveva appartenere ad un personaggio molto famoso (si ricordi l'accenno di Giovenale citato sopra) potrebbe riconfermare l'attribuzione a C., morto alla fine del III sec., piuttosto che ad Arato, morto attorno alla metà del III sec. a. C.
Alcune differenze tra le repliche conservate, che certamente rappresentano la stessa persona, hanno permesso di risalire a due originali bronzei del ritratto, diversi, ma contemporanei. Una ricostruzione della statua del Ceramico, tentata sovrapponendo al torso del Louvre una delle repliche del capo, al British Museum, non sembra perfettamente riuscita perché in questo caso la testa non mostra la caratteristica curvatura verso l'alto rappresentata nelle monete.
Il problema dell'iconografia di Arato e di C. deve essere ripreso radicalmente dopo la pubblicazione di una stoffa copta del Museo Benaki ad Atene, sulla quale è rappresentato Arato indicato da una iscrizione, circondato dalle muse Urania e Calliope. L'astronomo, dal viso adorno di una corta barba, rivolto al cielo e circondato da un nimbo, ripete l'iconografia testimoniata per il personaggio dal capo rialzato nelle monete di Soli. La rappresentazione sulla stoffa permette allora di riportare ad Arato e non a C. i ritratti in marmo sino ad ora presi in esame ed inoltre non giustifica la derivazione del torso di Parigi dalla statua del Ceramico.
A difesa della identificazione tradizionale, è stato osservato che le immagini rappresentate sulle stoffe presentano notevoli differenze da quelle a tutto tondo, ma l'eccezionale qualità del frammento di Atene, sicuramente derivato da una grande pittura, riduce le possibilità di incertezza. Bisogna inoltre ricordare che il personaggio rappresentato con la barba lunga nelle monete di Soli, mostra una mano che emerge dallo himàtion all'altezza del capo, che richiama il gesto dialettico descritto da Cicerone e da Sidonio Apollinare a proposito della statua del Ceramico.
Sulla base di queste testimonianze non rimane che riconoscere il ritratto di C. nel tipo con la barba lunga, del quale è stata riconosciuta una replica di età imperiale (già identificata come C. da E. Q. Visconti sulla base della moneta di Soli), conservata nella Villa Albani a Roma, purtroppo molto rilavorata, che sembra derivare da un originale di scuola attica della seconda metà del III sec. a. C., di tradizione accademico-veristica.
La scultura, che suggerisce un corpo seduto, presenta l'espressione concentrata, il volto assorto, caratteristici in un filosofo. Allo stato attuale delle ricerche non è possibile affermare con certezza che la replica di Villa Albani deriva dalla statua del Ceramico.
Bibl.: C. Fea, apud Winckelmann, Storia delle arti del disegno, III, ed. Fea, Roma 1783-1784, p. 513; E. Q. Visconti, Iconografia greca, I, Milano 1824, p. 260 ss., tav. 23a; A. Gercke, in Arch. Anz., V, 1890, c. 58 ss.; A. Milchöfer, in Arch. Studien.... H. Brunn... dargebracht, Berlino 1893, p. 37 ss.; J. J. Bernoulli, Griechische Ikonographie, II, Monaco 1901, p. 145 ss.; H. v. Prott, in Ath. Mitt., XXVII, 1902, p. 297 ss.; P. Wolters, in Arch. Anz., XXXII, 1917, c. 117 ss.; G. Lippold, Griechische Porträttstatuen, Monaco 1912, p. 75, n. 3; D. Mustilli, Il Museo Mussolini, Roma 1938, p. 61, n. 1; A. Apostolaki, Εἰκὼν τοῦ ᾿Αράτου ἐπὶ ὑϕάσματος, Atene 1938; G. Becatti, in Riv. Ist. Naz. Arch. St. dell'Arte, VII, 1940, p. 28 ss.; L. Laurenzi, Ritratti Greci, Firenze 1941, p. 118, n. 68, p. 121, n. 76; K. Schefold, Bildnisse der antiken Dichter, Redner und Denker, Basilea 1943, p. 108, n. 3; p. 128, n. 4; Ch. Picard, in Mon. Piot, XLIV, 1950, p. 53 ss.; G. M. A. Richter, Catalogue of Greek Sculpture in the Metropolitan Museum of Arts, Oxford 1954, p. 97, n. 188.