CRISANTEMO (gr. χρυσάνϑρμον)
Con questo nome si indicano parecchie specie del genere Chrysanthemum della famiglia delle Composte Tubuliflore stabilito da Linneo e qui inteso nel largo senso linneano, incluso il genere Tanacetum. Sono piante annue o perenni spesso suffruticose a fusto eretto, ramoso e cespuglioso, a foglie di varia forma. Le calatidi sono solitarie o disposte a corimbo, protette da involucro campanulato, embriciato, a squame più o meno scariose al margine. Il ricettacolo piano, convesso o emisferico ha fiori periferici diversi da quelli del centro, o sono presenti solo questi ultimi. I fiori periferici sono uniseriati femminili o raramente neutri a linguetta, bianchi o gialli o anche tubulosi e 3-4 dentati; quelli del centro sono ermafroditi, tubulosi, con 5 o 4 denti e gialli. Il frutto è un achenio, e quelli di uno stesso capolino possono essere anche un po' diversi: cilindro-costati o anche muniti di 2-3 espansioni a guisa di ala, privi di corona o con corona membranacea, dentato-frastagliata o dimezzato-auricolare.
Inteso in senso largo, questo genere comprende circa 140 specie diffuse nell'emisfero boreale dai litorali e dalle bassure sino alla zona alpina (Chr. alpinum L. ecc.). La flora italiana annovera una dozzina di specie spontanee: Chr. segetum L., coronarium L. e myconis L., comuni nei campi specialmente della regione mediterranea; Ch. leucanthemum "L. (Leucanthemum vulgare Lam.), comune nei prati e luoghi erbosi dal litorale ai monti (v. bellide maggiore); una specie endemica di Sardegna e Corsica, il Chr. flosculosum L.; il Chr. corymbosum L., comune nei luoghi selvatici della zona montuosa: raro e localizzato solo nei dintorni di Pola è il Chr. cinerariaefolium Vis, che fornisce la razzia (v. piretro); il Chr. vulgare Bernh. è comune lungo le rive dei fiumi con due razze endemiche: var. siculum Fiori nell'Etna e Madonie, var. Audiberti Fiori, in Sardegna sul Gennargentu e in Corsica.
Sono, inoltre, soggette a coltura razze nostrane a capolini molto grandi di Chr. leucanthemum (margheritone), i Chr. frutescens L. e Chr. Broussonetii Balb. delle Canarie, il Chr. lacustre Brot. del Portogallo (margheritone rifiorente), il Chr. balsamita L. (erba amara) originario dall'Asia occidentale, dalle foglie quasi intere, intensamente aromatiche, e i due crisantemi della razzia, il Chr. coccineum Willd. (Pyretrum roseum M. B.) del Caucaso e Persia e il Chr. cinerariaefolium originario dei paesi balcanici.
Nel giardinaggio sotto il nome di crisantemo si comprendono le svariate razze e varietà di origine colturale derivate da due specie indigene della Cina e del Giappone: Chr. indicum L., che ha originato le forme a piccoli capolini; Chr. sinense Sab., dalla quale presero origine le numerose forme a grandi calatidi che hanno reso questa pianta apprezzata per i suoi pregi ornamentali in quasi tutto il mondo. L'importazione in Europa dì questa pianta data da circa 60 anni, ma già prima gli orticoltori cinesi e giapponesi ne avevano ottenuto magnifiche forme. I capolini in generale sono a fiori quasi sempre tutti ligulati con le linguette molto lunghe, in modo da raggiungere un diametro anche di 20 cm. I colori vanno dal bianco al giallo, al rosa, al rosso-scuro, al porporino, e le linguette sono piane o contorte, nude o papilloso-barbate. La pianta ha il pregio di una fioritura abbondante autunnale, ciò che mette una nota gaia nei giardini proprio quando vengono a mancare gli altri fiori e rende meno tristi i cimiteri. La pianta è rustica e di facile coltura da semi, ma le varietà pregiate si moltiplicano, conservandole, per talee o per divisione dai germogli basali radicati, operazioni che si praticano in primavera e in serra temperata, e poi si trapianta a dimora (in terra o in vaso) facendo una o due cimature durante l'accrescimento. Per ottenere grandi capolini si lascia un solo bocciolo per ramo e da 3 a 12 per pianta e si sopprimono i germogli ascellari e basali all'inizio dello sviluppo. Le piante in vaso si trapiantano di solito tre volte in vasi sempre più grandi. (v. tavv. CLXIX e CLXX).