criminogenesi
s. f. Settore della criminologia che studia le motivazioni che possono indurre a compiere episodi criminali.
• «Per esempio se il mandato ricevuto è quello del giudice, al giudice si deve riferire. Per quanto riguarda i contenuti, è ovvio che verranno chieste informazioni analoghe a quelle del colloquio clinico; quindi la storia di vita del soggetto, quella della famiglia, i suoi problemi concreti e quotidiani, le sue difese. Ma, accanto a queste informazioni, occorre mettere in luce tutta una serie di competenze rispetto alla “criminogenesi”, cioè all’origine del comportamento criminale, e alla “criminodinamica”, cioè alle modalità con cui è stato attuato il reato. Proprio per questo motivo il colloquio criminologico devono farlo i criminologi; non basta essere psicologi o psichiatri» (Isabella Merzagora Betsos intervistata da Angelo De Micheli, Corriere della sera, 17 febbraio 2008, p. 59) • I difensori, chiesto il rito abbreviato, hanno ottenuto dal giudice l’audizione dei due psichiatri da loro chiamati a ricostruire la «criminogenesi» del delitto. (Lorenza Pleuteri, Repubblica, 4 giugno 2013, Bologna, p. XI) • Nessun crimine si decifra senza indagare la criminogenesi, dicono gli studiosi. Il terrorismo non fa eccezioni. Bisogna trovare il nesso, la concatenazione, le radici motive, gli eventi scatenanti. Prima ancora di giudicare, esplorare le ramificazioni e l’intreccio del male, il suo perché; così solitamente riflette il diritto, ma anche la storia, la psicologia e infine la filosofia. (Giuseppe Anzani, Avvenire, 9 gennaio 2015, p. 2, Idee).
- Composto dal s. m. crimine e dal s. f. genesi.
- Già attestato nella Nuova Stampa del 23 novembre 1950, p. 3 (Francesco Argenta).