CRESTOMAZIA (χρηστομάϑεια)
Presso i Greci già nell'età attica si era cominciata la raccolta di ciò che fosse buono ad imparare (χρηστόν e μαϑεῖν), cioè si era iniziato l'uso di fare compendî ed excerpta con varî criterî e intendimenti; e si proseguì in maggior misura nell'età ellenistica e nella bizantina, trascegliendo, a scopi filosofici, letterarî, grammaticali, passi di scrittori, in maggiore o minore estensione, fino alle sentenze e ai proverbî. Col nome di Plutarco, fra i Moralia (ἠϑικα), è giunta a noi un'ampia serie di apoftegmi, che potrebbero anche venire considerati come la materia prima, raccolta da molte parti, onde il filosofo-storico di Cheronea trascelse gli aneddoti per le sue biografie. Favorino (di Arles), al tempo di Adriano, riunì svariatissima materia nella sua Παντοδαπὴ ὕλη (8 libri?) e negli 'Απομνημονεύματα, ed Eliano mise insieme aneddoti e notizie nella Ποικίλη ἱστορία (Varia Historia), che a principio riprende la materia dell'altra opera Περὶ ζώων ἰδιότητος. Sopatro, di Apamea o di Alessandria, riunì dodici libri di ἐκλογαὶ διάϕοροι, attingendo ad Apollodoro (περὶ ϑεῶν), Artemone, Ateneo, Favorino, Giuba, Panfila, Plutarco. Orione di Alessandria compose un ἀνϑολόγιον γνωμῶν, Orione di Tebe una συναγωγὴ γνωμῶν, e Oro un altro ἀνϑολόγιον γνωμῶν. A noi sono giunte raccolte di sentenze, anche monostiche, tolte da poeti, con predilezione speciale per Euripide e Menandro, talora in ordine alfabetico, cioè disposte in base non al dramma cui appartenevano, ma alla prima lettera del verso. Secondo taluni anche le "elegie" di Teognide sarebbero una "scelta" politico-morale; e perciò da accostare ad altre "scelte" di versi, anche quindi alla famosa Antologia greca (v.). Si ricordi tra le altre la Melissa di Antonio.
Di altra origine, in un certo senso anche il lessico di Suida è da collocare in questo genere di scritture, dacché offre ampia raccolta di biografie, risalenti talora a fonti autorevoli e antiche, e una "scelta" di scolî aristofanei e altri materiali reali e grammaticali: e il medesimo si dovrebbe pensare per tutta una vasta serie di lessici, di cui però pochi ci sono giunti.
Opera assai utile a noi è la Βιβλιοϑήκη del patriarca Fozio (sec. IX), dove le opere lette sono riassunte e descritte, e, talora, parzialmente trascritte, compensandoci così, in qualche misura, della perdita di molte opere antiche. Estesa è anche la raccolta formata per volere dell'imperatore Costantino Porfirogenito (v.). La più preziosa raccolta di excerpta, da poeti, filosofi, storici, oratori, ci è data dall'opera di Giovanni Stobeo (v.). Sebbene l'opera sia giunta a noi alterata e incompleta, essa è preziosa sia per la parziale conservazione di antiche opere altrimenti perdute, sia per il testo medesimo corrispondente ad opere conservate. Cioè la tradizione indiretta dello Stobeo è spesso-importante di fronte alla tradizione diretta. Lo scopo dell'opera era educativo; e il raccoglitore la destinava e dedicava a suo figlio, ma la lettera dedicatoria non ci è giunta.
Speciale menzione spetta alla crestomazia di Proclo (v.), che non è il filosofo neo-platonico, appartenente forse al secondo o terzo secolo dopo C. La sua γραμματικὴ χρηστομάϑεια, nota a Fozio, che ne parla nella Bibliotheca al cod. 239, è pervenuta a noi solamente in estratti del primo e secondo libro. Per noi è importantissima la parte, la quale ci dà il riassunto dei poemi ciclici, compensandoci così, in qualche modo, della loro perdita.
Difficile è fissare i limiti di ciò che si possa intendere per crestomazia presso i Greci; dacché, in certo senso, anche Ateneo, con le numerose e preziose citazioni di comici attici e di altri poeti e scrittori, raccoglie un antico patrimonio letterario.
Il costume delle crestomazie si ebbe anche per scrittori cristiani: la letteratura bizantina non manca di offrircene esempî.