CRESILA (Κρησίλας, Cresīlas)
Scultore da Cidonia in Creta. Probabilmente imparò l'arte in Atene dove poi si svolse la sua attività. Contemporaneo di Fidia, è il più notevole tra gl'indipendenti nella città dove questi dominava come maestro: Gli antichi lo vantarono specialmente come ritrattista: secondo Plinio (Nat. Hist., XXXIV, 74) egli nobilitò gli uomini illustri. Un saggio di tali opere ci presentano le copie romane in marmo della testa di Pericle, riprodotta da una statua in bronzo dedicata sull'Acropoli. L'elmo corinzio indica la dignità di stratego; dell'asta poggiata al suolo si riconobbe la traccia sulla base frammentaria, trovata in luogo, con l'iscrizione che identificava la figura e l'artista. L'effige, senza dubbio idealizzata, palesa un raffinato stilista e un elegantissimo compositore. Qui domina l'ethos: il pathos prevaleva in un altro ritratto: Diitrefe colpito a morte che "s'abbandona, e nel quale si vede quanto di vita gli resti" (Plinio, loc. cit.). Una figurina del museo di Saint-Germain-en-Laye fu ritenuta riproduzione dell'immagine in parola, ma qualcuno ne discusse l'autenticità. Di C. era una delle note Amazzoni di Efeso: la statua che dai più gli si attribuisce è quella capitolina, copia con iscrizione di Sosicle, d'arte più delicata che poderosa. Di un doriforo ricordato da Plinio (l. c., 75) non possiamo farci nessuna idea. Di tre altri lavori rimangono soltanto le epigrafi. Al maestro furono attribuite alcune statue note da copie romane: l'Atena di Velletri (v. atena) e il Diomede di Monaco presentano probabilità degne di nota.
Bibl.: M. Bieber, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXI, p. 500 segg.