crepuscolo
crepùscolo [Der. del lat. crepusculum, da creper "alquanto buio"] [ASF] [GFS] La graduale diminuzione della luminosità del cielo, a cominciare dal tramonto del Sole, che segna il passaggio dal giorno alla notte (c. serale, o sera) oppure il graduale aumento della luminosità del cielo, a cominciare dal-l'oriente, che segna il passaggio dalla notte al giorno e che termina con il levare del Sole (c. mattutino, o alba). Alla variazione della luminosità sono congiunti cambiamenti di colore nel cielo, di varia entità, prodotti dalla diffusione e dalla diffrazione dei raggi solari nell'attraversare i densi strati bassi del-l'atmosfera, dove sono presenti, talora in grande quantità, vapor acqueo e pulviscolo. A cielo sereno si distinguono generalm.: un c. civile (che comincia o finisce quando il Sole è a circa 6° sotto l'orizzonte), durante il quale la visibilità è buona e si vedono solo le stelle più luminose; un c. nautico, che comincia (o finisce) quando il Sole è a circa 12° sotto l'orizzonte; un c. astronomico, che comincia (o finisce) quando il Sole è a circa 18° sotto l'orizzonte, quando compaiono (o scompaiono) le prime (o ultime) luci del giorno. Le durate dei c. variano con la latitudine del luogo di osservazione e con la declinazione del Sole, e quindi con la stagione (si usa la formula che dà la durata del giorno: → giorno); alle nostre latitudini il c. astronomico dura circa mezz'ora. ◆ [GFS] Arco del c.: fenomeno ottico atmosferico: v. ottica atmosferica: IV 355 d.