CREMERA
. Nome del fiumicello detto ora Fossa di Formello e nel corso inferiore Valca o Valchetta, che cinge a nord-est Veio e che, ricevute le acque del Fosso due Fossi, sbocca nel Tevere dirimpetto all'antica Fidene.
Battaglia della Cremera. - Lungo la via che per la valle della Cremera conduce al Tevere i Veienti comunicavano con la città latina di Fidene, che l'avversione verso i suoi potenti vicini di Roma induceva ad allearsi con Veio. Di qui l'importanza che aveva per Roma nelle sue opere coi Veienti l'impedire le loro comunicazioni coi Fidenati e il cercar d'assicurare la libera navigazione del Tevere occupando una posizione dominante fra la Cremera e il Tevere. Questo è il fondamento topografico della leggenda dei trecento Fabî che, secondo si narra, nel 479 a. C., accollando a sé il carico della guerra veiente, avrebbero occupato una posizione forte sulla Cremera. Dopo valida e vittoriosa resistenza protrattasi fino al 477, i Fabî si lasciarono ingannare da un'astuzia dei Veienti che conducevano le loro greggi accanto al forte romano e, quando i Fabî uscivano per impadronirsene, simulando terrore si davano alla fuga. Così a poco a poco, ispirando al nemico soverchia fiducia, riuscirono ad attirarlo lontano dal forte, lo circondarono e ne fecero strage. I particolari della leggenda non meritano fede. Che si combattesse accanitamente tra Veienti e Romani sulla Cremera non è dubbio, e non v'è ragione per negare che in questo combattimento avesse una parte precipua la gente Fabia: sì può anzi pensare con fondamento che in quel territorio s'estendesse appunto la tribù Fabia. La tradizione assegna la battaglia della Cremera al 19 febbraio o al 18 luglio: la prima data è da preferire.
Bibl.: A. Schwegler, Röm. Geschichte, II, i, 2ª ed., Tubinga 1870, p. 746 segg.; Th. Mommsen, Röm. Forschungen, II, Berlino 1879, p. 246 segg.; H. Nissen, Ital. Landeskunde, II, i, Berlino 1902, p. 337; G. De Sanctis, Storia dei Romani, II, Torino 1907, p. 128 segg.; E. Pais, Storia critica di Roma antica, II, Roma 1915, p. 151 segg.; O. Richter, Die Fabier am Cremera, in Hermes, XVII (1882), p. 425 segg.; O. Baratieri, La leggenda dei Fabi, Roma 1886.