CREMAZIONE (dal lat. crematio "abbruciamento"; fr. crémation; sp. cremación, incineración; ted. Leichenverbrennung, Feuirbestattung; ingl. cremation)
L'incinerazione dei cadaveri, quale s'intende oggi sotto questo nome, nulla ha di comune con quella che in antico, particolarmente tra i Greci, fu assai diffusa e tale è ancora presso alcuni popoli orientali, come privilegio delle classi sociali più elevate (v. incinerazione; Morte: Riti funebri).
Un movimento scientifico per la cremazione dei cadaveri si ha soltanto poco dopo la metà del sec. XIX, in Italia, con la memoria di Francesco Coletti (1857), le deliberazioni dei congressi medici di Firenze (1869) e di Roma (1871), e l'interessamento dell'Istituto lombardo di scienze e lettere, che portò la questione sul terreno praticamente più importante di costruire un apparecchio o forno capace di dare una combustione completa e pronta. A seguito di questo movimento ebbero luogo le prime incenerazioni anzitutto in Germania, a Breslavia e Dresda, con forni Siemens (1874-75). Qualche mese più tardi (1876) un forno crematorio fu impiantato nel cimitero di Milano.
La legislazione sanitaria della maggior parte dei paesi europei aveva frattanto accolto in modo più o meno esplicito il principio della cremazione nei casi di disposizione testamentaria del defunto o (in assenza di disposizione contraria) su domanda dei parenti prossimi; in conseguenza di ciò sorsero molti crematorî e Società per la cremazione. Tuttavia per ragioni di diverso ordine, fra cui quelle religiose (la Chiesa condanna la cremazione), questa pratica non ha visto aumentare i suoi proseliti.
Gli apparecchi di cremazione sono o del tipo a distillazione o del tipo a combustione; in questi ultimi si distinguono quelli in cui il cadavere viene direttamente investito dalle fiamme e quelli in cui il cadavere viene consumato per mezzo dell'aria ad altissima temperatura.
Tra gli apparecchi a combustione diretta, uno dei più diffusi (cimiteri di Milano, di Torino, di Roma, ecc.) è quello del Gorini, leggermente modificato da Guzzi e Ravizza: la fiamma che investe la salma, eleva da 600° a 700° C. la temperatura della camera di cremazione; i prodotti della combustione prima di uscire dal camino subiscono una ossidazione che li rende puri e inodori e da appositi spiragli situati nelle pareti laterali si introducono dei getti d'aria nella camera per agevolare la combustione, il cui andamento si osserva attraverso gli spiragli medesimi. Con questo sistema, l'incenerimento si compie in un'ora e mezzo o due ore e si richiedono da 100 a 150 kg. di fascine, nonché qualche chilogrammo di carbone per il focolare ausiliario destinato all'ossidazione suaccennata. Tra gli apparecchi a gassogeno, è assai diffuso (cimiteri di Brescia, Padova, Udine, Como, Mantova, Pisa, Firenze, ecc.) quello Poma-Venini. Esso realizza parecchi vantaggi: anzitutto di poter collocare l'area crematoria nel centro della sala delle cerimonie funebri, permettendo la visione dell'incenerimento delle salme ai circostanti pietosi, senza avere la visione contemporanea del fu̇oco distruggitore, né delle mani che lo alimentano; altro vantaggio è la limitata altezza del camino che toglie all'impianto il carattere di edificio industriale. L'operazione dura da 60 a 75 minuti con un consumo di circa 300 kg. di legna. Di tipo pure a gassogeno è l'apparecchio di cremazione Toisul e Fradet, adottato a Parigi. Altri apparecchi sono quelli di Klingenstierna (cimiteri di Stoccolma, Heidelberg e Offenbach), di Spasciani-Mesmer (cimiteri di Livorno e Venezia), di Müller e Fichet (cimiteri di Parigi), e di Siemens, così fatto che dalla sala delle cerimonie non si vede che il catafalco nel quale è collocato il feretro, che invisibilmente si fa poi discendere nel sotterraneo per introdurlo nell'ara crematoria. Infine l'apparecchio crematorio Freigang, che può servire per cremazioni isolate oppure per cremazioni collettive di più salme in una volta, come potrebbe occorrere in caso di guerre o di epidemie.
Il peso delle ceneri di un cadavere umano oscilla fra il 3 e il 4% del suo peso totale ed è in media di circa kg. 21/2 nell'adulto (Pagliani). Le ceneri lievi della cassa di legno in cui è racchiuso il cadavere sono trascinate dalle correnti d'aria: le casse di zinco eventuali sono volatilizzate e scompaiono. Le ceneri bianche provenienti dal cadavere sono raccolte in urne e queste conservate in colombarî appositi.
In Italia la pratica della cremazione è disciplinata dal regolamento di Polizia mortuaria 25 luglio 1902 (art. 65-77).
Bibl.: F. Coletti, Sulla cremazione dei cadaveri, Padova 1857; G. Polli, La cremazione dei cadaveri, Memoria letta all'Istituto lombardo di scienze e lettere, Milano 1873; C. Gorini, La crémation des cadavres, Mantova 1878; P. de Pietra-Santa e M. de Nansouty, La crémation, sa raison d'être, son historique, ecc., Parigi 1881; G. Pini, La crémation en Italie et à l'étranger, Milano 1885; H. Thompson, Moderna crémation, 4ª ed., Londra 1901; L. Pagliani, La cremazione dei cadaveri, Torino 1904.