CREDENZA (dal lat. credo "affido", fr. buffet)
Armadio per riporre e custodire cose da mangiare, stoviglie, vasellame. Tanto il vocabolo credenza quanto quello buffet furono adoperati per indicare non soltanto il mobile ma anche un locale, meno grande della dispensa, ad uso del riporre vivande, vini e altre cose attinenti al mangiare e alla mensa. La forma primitiva della credenza era costituita da un'ossatura di legno greggio, con un piano più ampio in guisa di mensa, e sopr'esso, disposti a mo' di gradini, varî palchetti; il tutto tappezzato di ricche stoffe, che nascondevano l'armatura, e qualche volta sormontato da un frontone decorato in pastiglia e pittura, oppure, nelle forme più antiche, ancora ispirate al gotico, terminante in una specie di baldacchino. I Francesi chiamarono codesta forma primitiva di credenza dressoir.
Nei conviti, sulla mensa della credenza si disponevano, sopra tovaglie, le stoviglie, i vasi, le coppe d'argento e d'oro.
Fra la fine del sec. XV e il principio del XVI la credenza divenne un mobile vero e proprio, assumendo quella forma che, tranne qualche variante, ha conservato fino ai nostri giorni. Essa era composta d'un armadio la cui altezza non superava il petto d'uomo, con due, quattro e perfino sei sportelli, forse derivata dagli armadî delle sacristie. Nel Cinquecento si fecero credenze con due piani di armadio sovrapposti, forma che in seguito si mutò in quelle dello stipo e dello studiolo. Verso la fine del sec. XV la credenza si era arricchita di due elementi: il gradino e il sottopiede.
Nelle forme particolari e negli ornati della credenza - riquadri, cornici, intagli e intarsî - si esplicano vivamente i differenti modi dell'arte dal sec. XV al XVII e il gusto dei diversi paesi e delle diverse regioni, in Italia e oltralpe.
Da alcune forme di credenze di più piccole proporzioni nacque nel sec. XVIII in Francia la commode, della quale si ebbero variazioni di pretto gusto italiano, specialmente a Venezia. E in quel secolo la credenza ad armadio, di grandi proporzioni, andò scomparendo. La sostituì, in gran parte, un mobile con alzata, costituito da due corpi di armadio sovrapposti, di cui il superiore ebbe sportelli a vetri. Questa forma fu molto in uso nel secolo successivo, specie nelle case borghesi, col nome di credenza a vetri, con varietà riferibili piuttosto all'uso pratico che all'arte. Dato il carattere eclettico e incostante del gusto e la molteplicità degli stili nei primi anni del Novecento, è quasi impossibile seguire tutte le fogge di credenza che furono in uso in questo tempo. Presentemente c'è la tendenza di ritornare alla classica semplicità delle forme ad armadio, con mensa di legno.
Credenziera. - Lo stesso che credenza, ma d'un carattere più monumentale e lussuoso: le credenziere venivano apparecchiate in occasione delle grandi cerimonie nelle case patrizie.
V. tavv. CLVII-CLXII.
Bibl.: C. Merkel, Il castello di Quart nella Valle d'Aosta, in Bull. dell'Ist. stor. ital., 1855, n. 16, p. 80 segg.; E. Viollet-le-Duc, Dict. raisonné du mobilier français de l'époque carlovingienne à la Renaissance, Parigi 1872-75, I; H. Havard, Dict. de l'ameublement et de la décoration depuis le XIIIe siècle jusqu'à nos jours, Parigi 1887-1890, I; M. Tinti, Il mobilio fiorentino, Milano-Roma s. a. [1928].
Credenza si chiama anche un tavolo presso l'altare dove si pongono gli arredi necessarî al sacrificio della Messa; si trova già nelle catacombe nella forma più semplice, cioè una tavoletta di marmo infissa nel muro, o appoggiata su una colonnetta o pilastrino. Quando nel sec. IV si cominciarono a edificare le grandi basiliche a tre absidi, una di queste, la destra, detta diaconicum, fu destinata per la preparazione delle oblate, e in essa era una tavola di marmo poggiata su una colonna, alle volte molto ornata; dove non erano tre absidi si accomodarono mensole di marmo o legno alla destra dell'altare, uso che continua ancora.
Bibl.: J.A. Martigny, Dict. des ant. chrét. 2ª ed., Parigi 1877; J. Cabrol-H. Leclercq, Dict. d'archéol. chrét. et de lit., III, ii.