creatura (criatura nel Fiore)
D. stesso dà la definizione esatta del vocabolo, in Pd I 118 né pur le creature che son fore / d'intelligenza quest'arco saetta, / ma quelle c'hanno intelletto e amore: è " creatura " tutto ciò che è stato creato, sia essere inanimato privo d'intelletto, sia essere animato dotato della facoltà intellettiva e conoscitiva, concetto ribadito in Pd VII 127 e queste cose [i quattro elementi] pur furon creature; altri esempi, ma con allusione implicita agli esseri pensanti, si hanno in Pg XI 5, Pd I 131 così da questo corso si diparte / talor la creatura, XX 119, XXXIII 2, 21 in te s'aduna / quantunque in creatura è di bontate, e 45.
Il termine indica, nel contesto, i soli angeli, in Cv II IV 2, 8 e 12, V 4 e 5, e i soli uomini in Cv III VIII 2 e 3; mentre in Pg XVI 31 O creatura che ti mondi / per tornar bella a colui che ti fece, e XIX 89 trassimi sovra quella creatura / le cui parole pria notar mi fenno, sono le anime purganti di Marco Lombardo e di papa Adriano v. In If XXXIV 18 la creatura ch'ebbe il bel sembiante, Pg XII 26 colui che fu nobil creato / più ch'altra creatura, e Pd XIX 47 'l primo superbo, / che fu la somma d'ogne creatura, è fatto chiaro riferimento a Lucifero. In Fiore XXX 14 Malabocca, la cu' intenza / ferm'iera a dir mal d'ogne criatura, ha il valore generico di " ogni persona ", " tutti ". Due volte è contrapposto a ‛ creatore ': in Pg XVII 91 " Né creator né creatura mai ", / cominciò el, " figliuol, fu sanza amore... ", e in Pd XXX 101 Lume è la sù che visibile face / lo creatore a quella creatura / che solo in lui vedere ha la sua pace.
Nei restanti 19 esempi, il sostantivo è sempre accompagnato da un aggettivo che specifica a quale categoria la creatura appartiene. Ricca è l'aggettivazione riservata agli angeli: creature spirituali (Cv II IV 15, V 1 e 5, III XII 9), [creature] celestiali (III XII 7), prime creature (If VII 95, Pg XXXI 77), nobilissime creature(Cv II V 5), alte creature (Pd I 106), gentili creature (Cv II Voi che 'ntendendo 5, ripreso in VI 5), creatura bella (Pg XII 88), mentre per indicare gli uomini è usato l'ovvio binomio umana creatura (Cv IV V 3, XIX 7, Pd VII 77, Fiore CXXXIII 3), e una sola volta l'aggettivo ‛ sciocco ' (If VII 70 Oh creature sciocche, / quanta ignoranza è quella che v'offende!), in compatimento della grande insipienza dei mortali. Sono dette sante creature le anime dei beati (Pd XVIII 76), mentre in creature intelligenti (V 23) sono compresi angeli e uomini.
Particolare intensità affettuosa ha l'espressione di Cv IV XXI 11 la somma deitade, cioè Dio, vede apparecchiata la sua creatura a ricevere del suo beneficio, che esprime, insieme alla bontà, il compiacimento di Dio verso gli uomini che non vengono meno alla sua aspettativa.