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CRATILO

di Guido Calogero - Enciclopedia Italiana (1931)
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CRATILO (Κρατύλος, Cratãlus)

Guido Calogero

Filosofo eracliteo, ateniese, della seconda metà del sec. V a. C. Le rare notizie che se ne hanno (per cui cfr. H. Diels, Die Fragmente der Vorsokratiker, I, 4ª ed., Berlino 1922, pp. 432-33) derivano principalmente da Aristotele (Metaphys., I, 6,987 a 32; IV, 5,1010 a 7 segg.) e dal dialogo platonico che porta il suo nome.

Secondo Aristotele, C. fu maestro a Platone di dottrina eraclitea, che egli conduceva alle più rigorose conseguenze, concependo il divenire come tale che non solo non permettesse (secondo quanto aveva già detto Eraclito) di tuffarsi due volte nello stesso fiume, ma perfino di tuffarcisi una volta sola (giacché, in ogni istante, esso è e non è lo stesso fiume). C. negava con ciò la possibilità di ogni affermazione vera sul reale, e persino quella di pronunciare qualsiasi parola: limitandosi quindi, come dice Aristotele, a "far cenno col dito". Egli portava così all'acme e insieme alla crisi, pur senza averne probabilmente ben chiara coscienza, la posizione eraclitea del divenire come realtà oggettiva. Abbastanza, se non del tutto, coerenti con queste dottrine son quelle attribuite a C. dal dialogo platonico (nelle quali convergono forse, tuttavia, anche motivi genericamente sofistici); quale, anzitutto, quella del linguaggio come in sé assolutamente esatto e veritiero, non potendo esso significare se non ciò che significa, e in ciò non essendo possibilità d'errore. S'intende che tale "esattezza" (ὀρϑότης) intrinseca del linguaggio (per cui quindi esso veniva chiarito, in rapporto alla questione allora viva, come ϕύσει "per natura", e non come ϑέσει "per convenzione"), se corrispondeva in sostanza alla "verità" soggettiva e assoluta di Protagora (costituendo con ciò una nuova documentazione del nesso ideale del protagorismo con l'eraclitismo), non importava affatto la veridicità oggettiva delle affermazioni, che restavano irrealizzabili per l'impossibilità di stabilire una qualsiasi relazione salda fra le parole e il mondo assolutamente mobile della diveniente realtà. Assai meno consona, invece, con l'intuizione fondamentale di C., e quindi di assai discussa conciliabilità, è la teoria, che pur si presenta nel dialogo platonico, di un'ulteriore, e propriamente oggettiva, ὀρϑότης del linguaggio, in quanto esso, nelle sue etimologie (assai bizzarramente ricavate) appariva come testimonio della stessa natura della realtà: anche se questa continuava ad essere intesa appunto sotto l'aspetto del divenire eracliteo.

Bibl.: F. Dümmler, Akademika, Giessen 1889, p. 129 segg.; J. Stenzel, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl. d. class. Altertumswiss., XI, coll. 1660-62 (con la restante bibliografia). Per ciò che concerne il Cratilo platonico, vedi le indicazioni bibliografiche in F. Ueberweg, Grundriss d. Gsch. d. Philosophie, I, 12ª ed., Berlino 1926, p. 77 dell'appendice; M. Warburg, Zwei Fragen zum Kratylos, Berlino 1929.

Vedi anche
Cràtilo Filosofo eracliteo (seconda metà sec. 5º a. C.), ateniese. Secondo Aristotele fu maestro di Platone e lo introdusse alla dottrina di Eraclito di cui era seguace e che portò alle sue ultime conseguenze e alla sua crisi. Non solo non era per lui possibile "tuffarsi due volte nello stesso fiume", ma neppure ... divenire Concetto filosofico opposto a quello di essere, quando questo ultimo sia concepito come eternamente immobile e sottratto a ogni mutazione. A tale concezione dell’essere, sostenuta già nella prima fase evolutiva del pensiero greco dalla scuola eleatica (➔ eleatismo), si contrappone infatti la dottrina ... Protàgora di Abdera Filosofo greco (n. Abdera tra il 484 e il 481 a. C. - m. fine sec. 5º), il maggiore rappresentante dell'antica sofistica greca. Originario di Abdera, fiorì ad Atene all'incirca nella metà del V secolo. Delle opere di P. non restano che pochi frammenti. Dal punto di vista conoscitivo fu un relativista: ... essere Antropologia Nell’etnologia religiosa, l’espressione E. Supremo indica una figura pressoché universalmente diffusa nelle culture arcaiche, concepita e rappresentata in maniera assai diversa da altre figure che sono oggetto di culto o sono comunque connesse con i miti delle singole società di interesse ...
Tag
  • ARISTOTELE
  • INTUIZIONE
  • PROTAGORA
  • ERACLITEA
  • PLATONE
Altri risultati per CRATILO
  • Cratilo
    Dizionario di filosofia (2009)
    Filosofo (n. ad Atene, vissuto nella seconda metà sec. 5° a.C.). Secondo Aristotele fu maestro di Platone e lo introdusse alla dottrina di Eraclito, di cui era seguace e che portò alle sue ultime conseguenze e alla sua crisi. Non solo non era per lui possibile «tuffarsi due volte nello stesso fiume», ...
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