COTURNO (κόϑορνος, cothurnus)
Calzatura usata dagli attori, specie dai tragici, consistente in una specie di sandalo di legno dalla spessa suola, allacciato al piede o alla parte inferiore della gamba. La forma di questa suola, la cui altezza è caratteristica nel coturno, seguiva quella della pianta, ma all'ingrosso, sì che la calzatura poteva adattarsi ai due piedi: di qui venne l'uso d'indicare con la voce coturno una persona facilmente adattabile a diverse condizioni politiche. Il colore variava a seconda del personaggio che lo portava o a seconda del suo abito; anche l'altezza, in generale assai grande, pare fosse proporzionata alla dignità che all'attore dava la maschera. L'altezza del coturno. Con l'andar del tempo, diminuì notevolmente. Secondo la tradizione l'uso del coturno fu una delle innovazioni introdotte da Eschilo.
La parola coturno nel sec. V a. C. è usata così da Erodoto (I, 155, VI, 125) come da Aristofane (Lysistr., v. 657; Ecclesias., v. 346) per indicare una specie di calzatura muliebre d'origine orientale, chiusa e allacciata sul davanti. I Romani chiamarono con lo stesso nome un altro tipo di stivale, alto sino a mezza gamba e allacciato anch'esso sul davanti, generalmente usato per la caccia.
Bibl.: E. Pottier, in Daremberg e Saglio, Dictionnaire, I, ii, p. 1544; v. anche attori; calzatura.