COSTITUZIONE (dal lat. constitutio)
Fisiologia. - La dottrina sull'essenza della costituzione ha avuto nei tempi un contenuto variabile, a seconda di quelle dottrine sulla natura delle parti componenti il corpo umano che dominarono nelle varie epoche storiche. Al tempo delle dottrine umorali, con la medicina ippocratica e galenica, lo stato costituzionale del corpo risultava composto della miscela variabile di quattro umori fondamentali che davano luogo, da una parte, ai temperamenti psichici, dall'altra, alle disposizioni fisiche e alle malattie connesse con ognuno di essi. Col cambiare delle concezioni sulla composizione del corpo cambiarono quelle sulla costituzione, che a volta a volta fu intesa in senso prevalentemente chimico, oppure fisico, oppure anatomico. La concezione anatomica fu la prima reale conquista scientifica moderna nel campo costituzionale. S'affermò specie per opera della scuola medica parigina che al principio del secolo scorso s'iniziò con F. X. Bichat, ma le cui origini risalgono a Th. Bordeu; e conquistò una fama mondiale, attraendo nella sua corrente la scienza medica di tutte le nazioni civili. Il punto di partenza fu l'"idea anatomica" che il Morgagni aveva espressa con la formula: sedes morborum.
Per esempio il Rostand (1822) così sviluppa il concetto di costituzione: "Egli è raro che un equilibrio perfetto regni in tutti i sistemi della economia animale. Questa meravigliosa armonia non è forse mai esistita che nell'immaginazione degli antichi. Quasi sempre qualche sistema sembra dominare tutti gli altri... E allora è facile concepire che la predominanza di un apparecchio debba imprimere una modificazione importante alla nostra costituzione fisica e morale. Effettivamente i varî sistemi che abbiamo riconosciuto entrare nella composizione del corpo umano, e i liquidi che ne fanno parte, non si trovano sempre in un rapporto tale che ne risulti un equilibrio perfetto. Talvolta l'apparecchio gastro-intestinale predomina, e da questa predominanza risulta un tipo particolare di organizzazione: talora predominano gli apparecchi respiratorio e circolatorio, donde una nuova costituzione; talora invece gli apparecchi della locomozione, altre volte l'apparecchio della innervazione, spesso quello della generazione, ecc. E sono queste diverse predominanze che caratterizzano, secondo noi, le costituzioni organiche diverse, costituzioni altrettanto moltiplicate per quanti sono i nostri apparecchi, e che differiscono ancora secondo le loro combinazioni infinite: la qual cosa rende sufficientemente conto delle varietà senza numero dei temperamenti, che la natura presenta alla nostra osservazione. Questa maniera di considerare l'organismo mi sembra infinitamente più chiara e più precisa di tutte le altre".
Qui la concezione costituzionalistica non è per vero soltanto solidistica, ma anche umorale; non soltanto anatomica, ma anche funzionale; non soltanto fisica, ma anche psichica. Si parla d'una variabile combinazione quantitativa non solo di organi e sistemi, ma anche di liquidi, e tutti creano, con le loro infinite combinazioni di varianti quantitative, infinite costituzioni fisiche e morali. Si creano però dei tipi particolari per la spiccata predominanza di alcune parti: il ventre, oppure il torace, oppure il sistema muscolare, o il sistema nervoso.
Sebbene la scuola di Parigi accentuasse particolarmente il lato anatomico del problema, e il coefficiente umorale della costituzione prendesse tutto il suo rilievo solo dopo le grandi scoperte dell'immunità e delle secrezioni interne, la ricordata concezione della costituzione resta fino a oggi la più perfetta e larga e completa visione del problema, anche per la parte che v'ha la dottrina dei caratteri dominanti come principio di classificazione, anche, e soprattutto, perché è coinvolto nel problema costituzionalistico, indissolubilmente, il lato psichico con quello fisico di esso, come nell'antica scuola ippocratico-galenica, e come appena oggi s'accenna dalla scuola neoippocratica germanica.
Ma le tracce delle larghe visioni della scuola parigina si perdettero sempre più nella seconda metà del sec. XIX per un tal quale restringimento di coscienza che fu determinato negli studiosi dalle meravigliose scoperte della batteriologia e dall'indirizzo eccessivamente localistico anatomo-patologico che prese origine dal Morgagni. La medicina antica generalizzava solo e non localizzava. Dal Morgagni in poi localizzò sempre più e non seppe più generalizzare. La medicina contemporanea, con l'indirizzo costituzionalistico, ha conciliato l'antico col moderno, soprattutto ha afferrato il carattere bifronte del reale, perché le costituzioni, come pure le malattie, sono contemporaneamente locali e generali.
La scuola neocostituzionalistica di A. De Giovanni, clinico medico di Padova, fu rappresentata da G. Viola e da P. Castellino, di poi da F. Galdi, da P. Fici, da A. Berti, dal Rossi. In ultimo collaborarono a questo indirizzo l'anatomico L. Castaldi, e i pediatri, da G. Berghinz a C. Francioni, ecc. L'indirizzo del De Giovanni corrisponde molto da vicino a quello ricordato sopra del Rostand. Per studiare la varia combinazione quantitativa delle parti del corpo, il De Giovanni ha dato grande importanza all'antropometria clinica e all'ispezione delle forme esterne; nel tempo stesso ha cercato di studiare le funzioni predominanti e le inclinazioni della costituzione alle malattie nell'anamnesi fisiologica e patologica, raccolta con speciali intenti costituzionalistici. Nella sua opera maggiore, Morfologia del corpo umano, distingue tre tipi o combinazioni morfologiche fondamentali (I, II, III) con formule antropometriche e attributi fisiopatologici caratteristici per ognuna. La fisiopatologia costituzionale del De Giovanni è rappresentata essenzialmente dal sistema nervoso e vascolare; grande importanza v'assume il sistema linfatico e il connettivale. Per esempio, un territorio troppo amplificato di circolo, supponiamo per la predominanza del ventre, dovendo sboccare in un territorio troppo ristretto, come un torace piccolo relativamente al ventre, dà luogo a uno scarico insufficiente abituale, a ristagno venoso e ipertensione venosa cronica a monte, tendenza alle iperemie passive e alle stasi, torpore circolatorio e ingombro di materiali catabolici nelle cellule, loro torpore funzionale, loro rallentamento metabolico e inclinazione alle malattie da torpido ricambio, alle proliferazioni connettivali, alle infiammazioni di tipo linfatico, ecc. La costituzione è mutevole sempre e trasformantesi nel tempo fino alla vecchiaia; con metodo auxanologico il De Giovanni seguì molti individui attraverso l'evoluzione delle varie età e ne sorprese le mutate condizioni morfofunzionali. Anche affermò che i varî tipi morfologici erano espressioni di gradi variabili d'evoluzione ontogenetica ai quali s'arrestano i varî individui. Affermò altresì che gli organi fileticamente rudimentali, come pure quelli in progressivo maggiore sviluppo, per l'equilibrio instabile in cui si trovano, rappresentano debolezze costituzionali locali, concetto questo poi ripreso dal Widersheim (1908); in Italia fu sviluppato specialmente dal Castellino per il sistema nervoso vegetativo. Il De Giovanni si trovò dinnanzi a tutte le difficoltà e al peso d'una profonda rivoluzione del pensiero medico, che dai valori medî, fino allora contemplati, si volgeva alle varianti individuali (indirizzo individualistico; v. cliniche, scienze).
Per mettere ordine e numero al caos iniziale dell'immensa materia raccolta, il De Giovanni molto operò con l'intuizione; concepì un metodo di indagine perfetto nelle sue linee generali, ma una tecnica difettosa, e fu erroneamente contrario all'uso della statistica. L'opera sua conservò così un carattere prescientifico, che aumentò l'ostilità universale a quel giusto indirizzo affrontato con grande larghezza di vedute. Il Viola introdusse prima di tutto una tecnica antropometrica di precisione (v. antropometria medica), mise per primo la legge degli errori a fondamento dell'indirizzo costituzionalistico (1904-1905), con 24 anni di anticipo sulla scuola costituzionalistica tedesca, determinò con le curve di seriazione i valori dell'uomo medio-normale e quantitativamente la collocazione precisa degli errori individuali nel campo di variazione; considerò del corpo umano non solo le proporzioni relative, ma anche la massa assoluta; dimostrò che l'inestricabile caos delle varianti umane era suscettibile d'un preciso ordinamento matematico, con distribuzione bipolare di tutte le manifestazioni fenomeniche anatomiche e funzionali, per cui le deviazioni individuali quantitative degli attributi dell'individualità non possono avvenire che in due sole direttive: o sopra o sotto il normale, e fondò la classificazione dei tipi morfologici sulla base di codesta legge bipolare. Finalmente dai suoi studî emerse una legge universale del mondo biologico, che sta a fondamento di tutte le varianti e dei rapporti fra massa corporea e proporzioni corporee; tale legge, detta dell'antagonismo morfologico-ponderale, suona così: "tanto più un organismo si trasforma nelle proporzioni corporee, tanto meno si accresce di massa e viceversa; sviluppo e accrescimento sono correlati in senso inverso". Con la legge degli errori e quella dell'antagonismo morfologico-ponderale (poi più volte confermata e riconosciuta anche nel campo botanico: G. Scaglia, 1927) il Viola poté sottrarre all'empirismo secolare la dottrina dei tipi costituzionali, e obiettivarla in funzione di dette leggi. Numerosi lavori della scuola italiana costituzionalista confermarono gli studî di questo autore (N. Pende, V. Fici, A. Zisa, L. Castaldi, G. Berghinz, ecc.).
Nella ricerca genetica dei caratteri della costituzione si distinsero il Castellino (origine onto- e filogenetica) e il Pende e il Castellino in collaborazione (origine endocrina). Il Castaldi condusse importanti studî anatomici quantitativi. Il Pende scrisse il primo trattato italiano sulle costituzioni (Le debolezze di costituzione). Il Viola e il Pende fondarono (1902) il periodico Endocrinologia e patologia costituzionale che poi raccolse la produzione costituzionalista italiana.
In Germania, benché le prime opere di anatomia costituzionalista (F. W. Benecke) risalgano al 1878-1881, bisogna giungere al 1900 per vedere ripresa l'idea costituzionalista da un clinico medico, F. Martius (1900), il quale volle erroneamente restringere il problema e impostarlo sull'indirizzo strettamente funzionale e localistico, rinnegando il concetto di costituzione generale e senza portare a ogni modo un vero contributo di ricerche personali. Nel 1907 comparve in lingua tedesca l'importante pubblicazione di B. Stiller, clinico di Budapest, sulla "costituzione astenica universale". Nel 1911 la questione delle diatesi fu portata al 28° Congresso di medicina interna tedesca da His, Pfaundler e Bloch. Il movimento costituzionalista riprese intensamente dopo la guerra mondiale coi volumi sulla costituzione di J. Bauer (1917), F. Kraus (1919), T. Brugsch (1918), Siemens (1921), E. Kretschmer (1921), L. Borchardt (1924) e con la pubblicazione di un periodico intitolato Zeitschrift für Konstitutionslehre, fondato dall'anatomico viennese Tandel fin dal 1914 e durante la guerra continuato con scarso contenuto veramente costituzionalista. In questo primo periodo non s'ha un'idea chiara della costituzione e dei suoi problemi in Germania; si fanno molte discussioni d'indole teorica, e si scrivono trattati prima d'aver chiarito le idee e fatto ricerche concrete sulla nuova scienza. In codesti trattati poco v'è, relativamente, di stretto interesse costituzionalista, ma vengono ammassate cose diversissime, tolte da altri campi della medicina, quali la dottrina dell'eredità, l'endocrinologia, le malattie universali dello scheletro, la crescita media fisiologica, tutto ciò che in passato s'era detto qua e là sulla predisposizione alle malattie È insomma un periodo di revisione del passato; gli studiosi d'oltralpe non sono in possesso d'un metodo e d'una tecnica ben definiti per lo studio della costituzione fisica; la parte anatomico-antropometrico di essa, fondamentale, giunta a notevole sviluppo in Italia, è ignorata o rinnegata (J. Bauer) fuori che dal Brugsch, che tuttavia, dominato da ingenui concetti, male la comprende, e l'applica in forma elementare. Soprattutto fino al 1927 manca l'applicazione della legge degli errori" allo studio della variabilità individuale di cui quella legge è la chiave. Solo per opera del Kretschmer (1921), nel campo psichiatrico, e di H. Rautmann (1921), nel campo medico sportivo, la misurazione dei caratteri e, per opera specialmente di quest'ultimo, l'applicazione della legge degli errori, hanno trovato adeguato sviluppo, per quanto un metodo d'indagine clinico e una chiara visione del problema non siano forse neppure oggi stabiliti.
Quanto alla Francia, è merito di quei clinici d'aver sempre sentito la grande importanza dell'individualità nella genesi delle forme morbose. Chomel (1856), Grisolle (1851), Bazin (1862), Bouchard (1900) sono degni di speciale menzione, senza che tuttavia l'indirizzo costituzionalistico sia stato mai affrontato ex professo dai Francesi come profondo rivolgimento degli studî medici. Vanno poi specialmente ricordati il Sigaud (1900-908) e i suoi allievi Chaillou e Mac-Auliffe (1912), che tentarono un indirizzo morfologico costituzionalista che ha qualche analogia con quello della scuola italiana, ma che rimase allo stadio empirico prescientifico e si arrestò nel suo sviluppo. Sebbene il Mac-Auliffe tenti di tener viva l'idea, pubblicando un periodico intitolato La forme humaine, praticamente l'indirizzo costituzionalista è oggi assente dalla Francia. E rari segni si hanno di esso nei paesi di lingua inglese (Stockard, 1923; Bennet Bean, 1923; Draper, 1924, nell'America Settentrionale).
In compenso la scuola italiana, come per prima impostò in tutta la sua interezza il grande problema (1891) e ne sentì tutta l'importanza e lo difese validamente e ne precisò la speciale metodologia e le leggi fondamentali (fin dal 1904-1908), così ha raggiunto oggi la maturazione maggiore di tale indirizzo, in confronto con le scuole mediche estere ancora assenti o arretrate.
Definizione della costituzione e suoi confini. - Tutti gl'individui d'una determinata specie o razza o famiglia sono costruiti secondo un piano strutturale e funzionale comune. Finché codesto piano è conservato, siamo nella normalità. Nei trattati d'anatomia normale, d'istologia normale, di fisiologia, di psicologia umana, sono fissati i caratteri normali comuni a tutti gl'individui della specie. Tutti codesti caratteri macro- e microscopici, anatomici e funzionali, fisici e psichici, presi per sé isolatamente, sono suscettibili d'una certa limitata variabilità, solo in senso quantitativo assoluto da individuo a individuo e, nello stesso individuo, nei varî momenti della vita. Per opera di tale variazione quantitativa, che è ineguale per i varî caratteri, si stabiliscono rapporti variabili fra le parti, in senso sia anatomico sia funzionale. Queste variazioni quantitative, assolute e relative, restano però entro certi confini determinabili matematicamente con grande approssimazione. Dentro tali confini il piano strutturale-funzionale della specie resta sempre il medesimo, per la grandissima maggioranza degl'individui. Lo stato della normalità d'un carattere si riconosce dal fatto che esso è proprio della grandissima maggioranza degl'individui, è universale. Però in alcuni pochi individui noi osserviamo che codesto piano universale è offeso in qualche sua parte; o mancano certe parti, o ve ne sono in soprannumero, o sono spostate di sede (fatti teratologici con corrispondenti alterazioni funzionali più o meno gravi); oppure in forma temporanea o anche definitiva certe parti, per cause varie, s'alterano profondamente nella loro struttura, si distruggono, sono sostituite da altre (infiammazioni, degenerazioni, proliferazioni connettivali e tumorali con corrispondenti alterazioni funzionali più o meno gravi, ecc.). Oppure avviene che si resti tuttavia nel campo della variazione esclusivamente quantitativa, ma questa ecceda o difetti, sia anatomicamente sia funzionalmente, in modo così enorme, da uscire dai limiti della variabilità anatomica o funzionale assegnati alla grandissima maggioranza degl'individui della specie, per cui si creano anomalie vere e proprie di forma o franche deformità per ragione quantitativa e stati funzionali dannosi al rendimento dell'organismo. In tutti questi casi, nei quali il piano strutturale è offeso per qualità o quantità, gl'individui escono per una parte del loro organismo, o per tutto l'organismo, dal campo della normalità della specie ed entrano nel campo patologico; escono dal campo delle varianti costituzionali, dal campo d'indagine specifica della scienza delle costituzioni, ed entrano in quello della teratologia, dell'anatomia patologica, della patologia funzionale, delle malattie, infine, vere e proprie, tanto che si tratti, per esempio, di una minima cicatrice cutanea (che in quel punto pure altera la normale struttura della pelle), quanto che si abbiano le più gravi degenerazioni e mostruosità. Campi codesti già molto bene esplorati con precise nozioni e leggi e dottrine patologiche, consegnate nei trattati dei corrispondenti rami scientifici della medicina, mentre non altrettanto può dirsi del campo d'indagine costituzionalista, d'antichissima origine anch'esso, ma ripreso da poco tempo e tuttora appena abbozzato.
Dunque costituzione significa prima di tutto normalità, stato fisiologico e significa altresì variazione solo quantitativa, e questa tenuta nei limiti definitivi della variabilità propria della specie. Con ciò è bene circoscritto il campo di questo ramo scientifico e anche il metodo specifico d'indagine, il quale non può essere che quantitativo, e perciò matematico. È il ramo scientifico della medicina di più alta dignità nel senso galileano, dove tutto è numero e legge numerica, misurazione dell'uomo o antropometria. Misura, cioè, delle parti anatomiche macro- e microscopiche, delle funzioni fisiche e psichiche, e rapporti fra codeste misure e studio delle leggi che regolano le combinazioni quantitative, e determinazione dei "tipi" di combinazione delle variazioni quantitative.
L'individualità è un sistema vitale a sé stante, in perpetua reazione con l'ambiente, composto di parti tutte fra loro coordinate in un'unità vivente psico-fisica indivisibile. L'individualità non include necessariamente il concetto di variabilità; se anche tutti gli individui fossero identici fra loro e sempre eguali a sé stessi durante tutta la vita, non cesseremmo per questo dal poterli numerare come unità distinte. Ma all'atto pratico non v'è mai un individuo esattamente identico all'altro, né sempre identico a sé stesso nei varî momenti della vita. Ciò si deve alla variazione quantitativa degli elementi infiniti dei quali ogni individuo si compone e all'instabilità della vita continuamente mutevole, appunto perché vita. Sebbene l'individualità sia un'unità psico-fisica indivisibile, dove ogni variazione psichica influisce sul fisico e ogni variazione fisica sullo psichico, praticamente, a scopo di studio, possiamo distinguere il lato fisico dallo psichico e parlare d'individualità psichica e d'individualità fisica. E quando dal concetto generico d'individualità passeremo a quello d'individualità concreta (un determinato individuo), attribuiremo a esso anche i caratteri della variabilità che gli sono proprî, e denomineremo costituzione la speciale combinazione individuale dei caratteri fisici, varianti della specie e denomineremo persona la speciale combinazione individuale dei caratteri psichici varianti della specie: gli uni e gli altri, come abbiamo detto, per loro natura instabili perché vivi e mutevoli ed evolventisi sempre e solo per variazioni quantitative. E s'intende che nel linguaggio corrente tali definizioni perdono della loro rigidezza, per cui si possono ammettere usi estensivi della parola costituzione in senso anche di costituzione psichica, com'è stata usata in Germania la parola persona a indicare la costituzione fisica, ciò che non pare in verità rispondere nella lingua italiana all'uso corrente, che include sempre in questa parola i caratteri morali.
La valutazione della costituzione individuale è dunque misurazione della quantità assoluta dei caratteri, dei rapporti fra i caratteri, misura degli scostamenti dei caratteri individuali dal valore medio, determinazione della loro gravità in rapporto con le variazioni massime possibili d'ognuno; finalmente misura degli eventuali spostamenti di sede. Così il metodo antropometrico è il metodo unico della valutazione della costituzione, anche quando lo si voglia portare nel campo sperimentale della produzione delle varianti.
L'antropometria esterna del corpo umano è il primo fondamento di quella anatomia quantitativa che si deve spingere in ogni parte del corpo, che deve essere macro- e microscopica e che rappresenta la piattaforma della fisiologia quantitativa. Se la scienza delle costituzioni, dopo i primi passi notevoli fatti specialmente con l'antropometria esterna, ha rallentato il suo sviluppo, ciò si deve al fatto che anatomi e fisiologi sono venuti meno al loro nuovo compito, di darci un'anatomia e una fisiologia quantitative.
L'antropometria esterna ci ha tuttavia dimostrato che le varianti individuali sono sotto il governo bipolare e antitetico della legge degli errori e che la tipologia costituzionale, ultimo "universale" al massimo grado approssimato all'individualità, che noi vogliamo raggiungere, è sotto il governo della legge dell'antagonismo morfologico ponderale, proprio dell'evoluzione ontogenetica operante secondo la legge degli errori. L'antropometria esterna del corpo umano non è dunque un inutile lusso di numeri, dove la semplice intuitiva ispezione può bastare, come vorrebbe chi non ne ha forse compreso l'altissima funzione; essa è invece pilastro basilare della scienza della costituzione, perché è il fondamento dell'antropometria anatomica interna e dell'antropometria funzionale; essa detta le leggi generali chiarificatrici del caos delle varianti individuali e inizia lo studioso alla conoscenza delle leggi di quella statistica matematica antropometrica, volta allo scopo individualistico, che forma la base unica della scienza dei caratteri individuali.
Conosciuti e determinati i caratteri, valutata insomma la costituzione, non è esaurito il compito della scienza delle costituzioni; non solo resta a studiare la genesi dei caratteri, come giustamente mette in rilievo il Rautmann (come, quando e perché si sono formate le divergenze individuali), ma altresì interessano grandemente il medico le conseguenze che se ne possono attendere di fronte alla scelta dei mestieri, alle specializzazioni sportive, ma soprattutto alla resistenza individuale (la valutazione della resistenza è antropometria della funzione di resistenza) e alle cause di malattia e alle influenze che le preesistenti condizioni costituzionali dell'uomo in salute esplicano sulla longevità, sull'insorgenza delle malattie, sulla variabilità del decorso morboso, sulla prognosi, sulla guarigione, o sulla morte. È già stato detto come la scuola italiana, per opera specialmente del De Giovanni e poi del Castellino, del Pende e del Viola, abbia cercato di sviluppare, con la valutazione dei caratteri, anche la loro genesi nonché la dottrrina delle conseguenze fisiopatologiche della loro variabilità, basandola sulla frequenza statistica delle tendenze fisiologiche e patologiche, nonché delle malattie nei tipi costituzionali.
Per la genesi e le conseguenze servirono d'ispirazione al De Giovanni e alla sua scuola alcune grandi idee conduttrici:1. l'idea dell'acceleramento e del rallentamento della crescenza, rispettivamente della precocità o dell'arresto di essa. 2. L'idea dell'aggruppamento dei caratteri e della loro influenza sulla morbilità, a seconda della loro derivazione dall'uno o dall'altro dei foglietti embrionali, idea che fu poi ripresa dal Castellino, dal Borchardt e da altri. 3. L'idea filogenetica, per la quale alcuni caratteri individuali sarebbero espressione di ritardo o di acceleramento filogenetico, costituendo essi così una delle determinanti della morbilità, idea che fu poi ripresa in Germania dal Widersheim assai più tardi. 4. L'idea dei tessuti e dei grandi apparecchi unitivi del corpo (il sistema scheletrico, il sistema muscolare, il sistema vascolare, il sistema nervoso, il sistema connettivo e linfatico e reticolo-endoteliale, sanguino e endocrino), considerati come sistemi collegatori da contrapporsi ai sistemi collegati (Viola) e fattori concreti dell'unità dell'organismo; concetto che è base e fondamento della stessa coordinazione universale, e che serve a raggruppare categorie di caratteri e categorie di fatti patologici derivanti, nonché a integrare le categorie tipologiche fondamentali e a creare sottocategorie (Viola). 5. L'idea endocrina messa innanzi per la prima volta dal Pende nel 1912 come studio genetico dei caratteri e loro derivazioni patologiche, e come fonte ispiratrice di sottocategorie tipologiche. A queste grandi idee madri introdotte dalla scuola italiana nello studio della genesi dei caratteri e delle loro conseguenze, sono da aggiungere: 6. l'idea ereditaria dei caratteri costituzionali sviluppata prima dal Martius e poi ripresa da J. Bauer (da intendersi però come eredità delle varianti e non dei caratteri medî normali). 7. L'idea dell'irritabilità del protoplasma universale dell'individuo, come fonte d'una speciale categoria tipologica, illustrata specialmente dal Borchardt in Germania come costituzione irritabile, ma non messa bene in rapporto con le categorie tipologiche morfologiche, né con la legge degli errori e la sua funzione bipolare, che implica l'esistenza obbligata ed effettivamente constatabile della costituzione ipoirritabile da contrapporsi all'iperirritabile, così come in certi individui esiste una condizione generale del protoplasma torpida da contrapporsi all'eretistica di altri individui.
Ma prima bisogna bene determinare i caratteri e il grado della loro coordinazione, e della loro gravità, con un metodo di valutazione preciso e uniforme, sia per i caratteri anatomici sia per i funzionali, sia per i caratteri fisici sia per gli psichici, sia per i caratteri valutabili strumentalmente, sia per quelli valutabili solo mentalmente.
Una medesima scala, comune a tutti i caratteri, deve misurare: 1. l'entità assoluta dei caratteri e dei loro rapporti; 2. il loro grado di scostamento dai valori medî. Un'altra scala deve misurare la gravità degli errori in rapporto con i massimi e minimi errori possibili nella specie umana. Delle due scale dev'essere messa a fondamento del metodo la prima scala (come nel metodo antropometrico universale del Viola della valutazione della costituzione), perché essa è indispensabile per lo studio correlato dell'individualità. E un'oculatissima distinzione dei caratteri fondamentali dai secondarî o terziarî è necessario fare fin dall'inizio, per evitare il grave pericolo di perdere la bussola nell'oceano senza sponde degl'infiniti caratteri e combinazioni di caratteri dell'individualità. Purtroppo però lo studio genetico dei caratteri e delle loro conseguenze, spesso senza la precedente determinazione precisa di essi, ci ha portati in un'atmosfera di supposizioni e di asserzioni intuitive, che paiono risollevare gli errori e le fantasie dell'epoca prescientifica inintuitiva. È un indirizzo pericoloso che l'applicazione del metodo antropometrico deve distruggere (v. antropometria medica; cliniche, scienze diatesi; temperamento).
Bibl.: F. W. Benecke, Die anatomischen Grundlagen der Konstitutions-anomalien des Menschen, Marburgo 1878; F. Matius, Pathogenese innerer Krankheiten, Lipsia 1900; G. Viola, Dodici letture di antropometria esterna costituzionalista, in Lavori della Clinica medica di Padova, II (1904), IV (1908), V (1910); A. De Giovanni, Morfologia del corpo umano, Milano 1891, 2ª ed., 1904-1909; B. Stiller, Die astenische Konstitutionskrankheit, Stoccarda 1907; A. Chaillou e L. Mac-Auliffe, Morphogénie médicale. Étude des quatre types humains, Parigi 1912; C. Sigaud, La forme humaine et sa signification, Parigi 1914; J. Bauer, Konstitutionelle Disposition zu inneren Krankheiten, Berlino 1924; E. Kretschmer, Körperbau und Charakter, Berlino, 1ª ed., 1921; 8ª ed., 1929; T. Brugsch, Allgemeine Prognostik, Berlino, 1ª ed., 1918; 2ª ed., 1922; L. Borchardt, Klinische Konstitutionslehre, Berlino 1924; G. Viola, L'habitus phthisicus et l'habitus apopleticus comme conséquence d'une loi qui déforme normalemenet le type moyen de la race en ces deux types antithétiques, in C. R. de l'Association des anatomistes, XX, Parigi 1925; P. Castellino, La costituzione individuale, lezioni riassunte da P. Corsonello, Napoli 1926; G. Scaglia, Effetti di estratti tiroidei e dell'iodio sullo sviluppo e accrescimento di Hyacinthus orientalis. Primi risultati, in Castaldi, Scritti di biologia, Siena 1927; N. Pende, Le debolezze di costituzione, Roma 1928; H. Rautmann, Untersuchungen über die Norm, ecc., Jena 1921; id., Probleme der klinischen Variationsforschung, in Zeit. f. Konstitutionslehre, XIII (1928), p. 417; G. Viola, L'anatomia quantitativa, in Atti della Soc. ital. di anatomia, Bologna, ottobre 1929, e in Monitore zoologico italiano, X (1930), nn. 11-12.