Costituzione europea
Progetto di trattato firmato a Roma il 29 ottobre 2004, con lo scopo di istituire una C. per l’Europa, e poi bloccato dall’esito negativo dei referendum in Francia e nei Paesi Bassi. La C. e. rappresenta, ancora nel 2011, una tappa importante del processo di maturazione di una Comunità trasformatasi progressivamente in un’entità dotata di obiettivi, competenze, poteri, politiche, finanze che hanno permeato la vita della società europea. Adottata, nel contenuto elaborato dalla Convenzione europea (➔) presieduta da V. Giscard d’Estaing, dal Consiglio europeo di giugno 2004, un mese e mezzo dopo l’adesione di 10 nuovi Stati membri, la C. si fonda su un contratto sociale destinato a unire («nella diversità») un numero crescente di Paesi che condividono gli stessi valori e principi. Essa introduce alcuni nuovi obiettivi, come un elevato livello di occupazione, il progresso scientifico e tecnologico, la lotta contro l’esclusione, la promozione della giustizia anche attraverso il carattere vincolante della Carta dei diritti, la protezione sociale e la coesione territoriale, lo sviluppo del patrimonio culturale europeo, l’affermazione dei valori e degli interessi dell’Unione nei rapporti con il resto del mondo.
Nel mantenere il carattere di un’entità distinta dagli Stati membri, ma rispettosa della loro identità, la C. e. afferma di voler riconoscere anche il sistema delle autonomie locali e regionali e prevede il coinvolgimento diretto dei Parlamenti nazionali, nel controllo del principio di sussidiarietà. Il sistema istituzionale appare più efficace perché è garantita una continuità quinquennale al presidente del Consiglio europeo, affiancato da un ministro degli Esteri (che è anche il primo vicepresidente della Commissione europea), e aumentano, in quantità e qualità, i casi in cui il Consiglio vota a maggioranza. Il sistema è inoltre più democratico perché la grande maggioranza degli atti giuridici è adottata congiuntamente dal Parlamento e dal Consiglio. La semplificazione degli strumenti giuridici è ottenuta con un’ampia razionalizzazione che li riduce da 15 a 6: legge, legge quadro, regolamenti, decisioni, raccomandazioni e pareri.
La C. e. porta a compimento il processo di ‘comunitarizzazione’ dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia, che implica il diritto di iniziativa della Commissione, la codecisione fra Parlamento e Consiglio e la regola generale della maggioranza qualificata in seno al Consiglio (con alcune eccezioni come le misure relative al diritto di famiglia o la cooperazione giudiziaria in materia penale). Qualora uno Stato membro sia oggetto di un attacco terroristico, di una calamità provocata dalla natura o da una persona fisica, la C. e. prevede una clausola di solidarietà che obbliga l’Unione e gli Stati membri ad agire congiuntamente.
Fra le innovazioni più importanti, vi è infine quella della democrazia partecipativa, in base alla quale i cittadini devono avere la possibilità di interagire attivamente nella vita dell’Unione e un numero significativo di essi (un milione) ha il dirit.to di chiedere alla Commissione di presentare una proposta riguardante l’adozione di un atto legislativo. La grande maggioranza delle innovazioni introdotte dalla C. e. è entrata in vigore nel 2009 con il Trattato di Lisbona (➔)