Progetto di trattato costituzionale dell’Unione Europea (UE), che si proponeva di modificare la struttura istituzionale comunitaria, al fine di semplificare il processo decisionale e conferire all’UE e alle sue istituzioni maggiori poteri.
Predisposto da una Convenzione sul futuro dell’Europa, istituita nel dicembre 2001 con la Dichiarazione di Laeken, il primo progetto veniva approvato nel giugno 2003, a Bruxelles; la Conferenza intergovernativa del giugno 2004 approvava poi una versione consolidata provvisoria, denominata “Trattato che adotta una Costituzione per l’Europa”, che i capi di Stato o di governo degli allora 25 paesi membri dell’UE e i loro ministri degli esteri firmavano il 29 ottobre 2004, a Roma. A tale progetto si fa generalmente riferimento come “Costituzione europea”.
Successivamente, però, il Trattato veniva ratificato solo da 18 paesi (tra cui l’Italia) su un numero totale di 27 Stati membri. In particolare, i referendum sulla ratifica del Trattato-Costituzione svoltisi in Francia il 29 maggio 2005 e nei Paesi Bassi il 1° giugno dello stesso anno avevano esito negativo, mentre il 6 giugno il Regno Unito decideva a sua volta di sospendere il processo di ratifica a tempo indefinito e altri paesi membri dichiaravano l’esistenza di vari ostacoli alla ratifica. Ne seguiva la decisione del Consiglio europeo del 21-22 giugno 2007 di abbandonare il progetto di Trattato-Costituzione, che avrebbe dovuto sostituire, unificandoli, il Trattato di Maastricht sull’Unione Europea e il Trattato sulla Comunità Europea, e di limitarsi alla revisione di questi ultimi. A ciò si è provveduto mediante il Trattato firmato a Lisbona il 13 dicembre 2007 ed entrato in vigore nel 2009, che, nel modificare i Trattati in vigore, ha recepito molte delle disposizioni sostanziali della mancata Costituzione.
Dalla sentenza del Bundesverfassungsgericht alla ratifica del Trattato di Lisbona di Rosita Forastiero