FESTA, Costanzo
Nacque a Villafranca Piemonte, presso Torino, intorno al 1480 (cfr. Testi, p. 326), in una agiata famiglia di proprietari terrieri. Fu chierico nella diocesi di Torino, ma poco si sa dei suoi studi, della vita e dell'attività artistica fino al 1517. Forse allievo di J. Mouton in Francia (Luisi), più sicuramente dal 1510 al 1517 fu ad Ischia al servizio della duchessa di Francavilla, Costanza d'Avalos (Testi). Ad Ischia, dal 1515 al 1517, fu maestro di Alfonso, figlio del fratello della duchessa, Iñigo (II) marchese del Vasto. A Roma nel 1517, sotto il pontificato di Leone X, entrò a far parte dei cantori della cappella Sistina: qui la sua permanenza si prolungò sotto Adriano VI, Clemente VII e Paolo III, fino alla morte. Ebbe sicuramente rapporti con la corte medicea a Firenze. Per le nozze di Alessandro de' Medici con Margherita d'Austria (1536) sembra avesse composto il madrigale Sacra pianta da quel arbor discesa. Collaborò alle musiche per le nozze di Cosimo I de' Medici con Eleonora di Toledo, in particolare a quelle eseguite dopo il convito imbandito il 6 luglio 1539 nel cortile di palazzo Medici in via Larga.
Per questa occasione il F. compose due madrigali a quattro voci: Ardendo in dolce speme (Firenze) e Come lieta si mostra di così bella sposa Arezzo vostra. Tutte le musiche composte per le nozze - fra gli altri autori era F. Corteccia, compositore ufficiale di corte - furono pubblicate nell'agosto del 1539 dall'editore Gardano di Venezia con il titolo: Musiche fatte nelle nozze dello illustrissimo duca di Firenze il signor Cosimo de Medici et della illustrissima consorte sua mad. Leonora da Tolledo (di questa edizione si conoscono solo due esemplari: uno conservato alla Biblioteca nazionale Marciana di Venezia, incompleto, e l'altro alla Oesterreichische Nationalbibliothek di Vienna).
Il recente reperimento di alcuni documenti (cfr. Scogna, p. 260) attesta la presenza del F. a Savona negli anni 1528-1532. A Savona fu canonico arciprete del duomo e quindi direttore della cappella musicale medesima: con un atto dell'11 apr. 1532 il F. rinunciò al canonicato, riservandosi una pensione annua di 4 ducati d'oro; il 13 maggio 1532, con un atto firmato in S. Pietro a Roma, questo vincolo venne sciolto ed estinta la pensione assegnatagli. La presenza del F. a Savona coincide con la nascita della cappella musicale del duomo. Nelle note dei Diari Sistini, riportate dal Casimiri a partire dal 1535 (cfr. Note d'archivio, 1924, 1926, ecc.), appaiono numerose e continue assenze del F. per motivi di salute: condizioni queste che, nel 1543, gli impedirono di seguire Paolo III a Bologna.
Morì a Roma il 10 apr. 1545 e fu sepolto nella chiesa di S. Maria in Traspontina.
Tenuto in alta considerazione presso i contemporanei, fu particolarmente stimato da F. Rabelais, da P. Aaron (Testi, p. 326) e da T. Folengo, che nel Baldus lo paragonò a J. Desprez (Dent, p. 43). La sua vasta produzione sacra e profana rispecchia, infatti, i caratteri fondamentali del linguaggio musicale del tempo, considerato nel suo processo evolutivo. La trentennale attività svolta nel coro della cappella Sistina, il contatto con maestri di arca fiamminga, quali s. Arcadelt - presente in S. Pietro dal 1539 -, e specificatamente le qualità della tecnica compositiva di messe, inni, mottetti e magnificat, fanno del F. il più diretto antecedente di quella scuola romana che troverà nel Palestrina l'espressione più alta. Per quanto riguarda la musica profana, il F., insieme con Ph. Verdelot, deve essere considerato il primo vero compositore di madrigali.
L'importanza storico-musicale del F. assume particolare rilievo osservata da un'ottica di rinnovamento: senza rinnegare il passato egli si svincola infatti dal formalismo dei compositori franco-fiamminghi e pone le basi di una scuola italiana, quella romana in particolare, nella cui produzione polifonica è pressocché sempre presente il diatonismo melodico. Maestro indiscusso nei madrigali a tre voci, in cui il F. rivela particolari doti nell'invenzione e nel movimento della melodia, dà prova della sua maestria nel trattare con grande agilità il movimento delle parti vocali, già sperimentato nei mottetti a tre voci.
Della produzione madrigalistica del F., in gran parte su poesie del Petrarca, sono pervenuti ottantatre madrigali a 3 voci, quarantasei a 4 voci, undici a 5 voci, uno a 6 voci; inoltre tre messe a 4 voci, una a 5 voci; dodici magnificat; due Sicut locutus est; otto lamentazioni; sessantun mottetti; un Te Deum; litanie; ventisette inni vespertini a 4 voci; una Chanson e una frottola.
Pubblicò: Primo libro de' madrigali a 3 voci (Venezia, Gardano, 1541); Il vero libro di madrigali a 3 voci (ibid., idem, 1543); tredici madrigali furono pubblicati in Del tertio libro de i madrigali di Archadelt (ibid., G. Scotto, 1539); Magnificat in tutti gli otto toni a 4 voci (ibid., idem, 1554); alcuni mottetti furono pubblicati in raccolte, comprendenti anche altri autori, da A. Gardano a Venezia nel 1543 e nel 1569; due Recercar sopra il canto fermo furono pubblicati nel Secondo libro di diversi capricci di A. Mayone (Napoli 1609: ed. moderna, Padova 1984). Edizioni moderne in L. Torchi, L'arte musicale in Italia, I,Milano 1897; Monumenta polyphoniae Italicae a Pontificio Instituto musicae sacrae edita, a cura di E. Dagnino, II, Roma 1937 (contiene Sacrae cantiones); Italia sacra musica. Musiche corali italiane sconosciute della prima metà del '500, raccolte ed edite da K. Jeppesen, I-III, Copenaghen-Londra 1962-1978; Opera omnia, in American Institute of musicology, Corpus mensurabilis musicae, Roma 1962, Missae-Fragmenta missarum, a cura di A. Main; II, Dodici Magnificat, due Fragments, a cura di A. Main; III-V, Motetta, a cura di A. Seay; VI, Lamentationes-Litaniae, a cura di A. Seay; VII-VIII, Madrigali, a cura di A. Scay.
Fratello o cugino del F. fu Sebastiano, nato intorno al 1490 in luogo sconosciuto. Nulla si sa della sua vita fino al 1518 ed anche le notizie intorno agli ultimi anni appaiono incerte e controverse (cfr. Lowinski, The Medici codex, p. 105; Rubsamen, Sebastian Festa and the early Madrigal, p. 123; K. Jeppesen, La frottola, pp. 161 ss.; F. Luisi, La musica vocale nel Rinascimento, pp. 86, 91). È accertata la sua attività romana, ma rimangono incerte le date del soggiorno. Nel 1518 fu a Bologna, nel 1520-21 era al servizio di O. Fieschi, vescovo di Mondovì; lo stesso soggiorno romano pare fosse interrotto proprio nel 1520, essendogli stato assegnato un canonicato a Torino. Morì a Roma il 31 luglio 1524.
Sebastiano è il compositore italiano più rappresentativo nel periodo di passaggio dalla frottola al madrigale. Sebbene ancora molto legato ad elementi frottolistici come "la prosodia inesatta delle voci secondarie, le frasi femminili che terminano su note ripetute e con la ripetizione della prima sezione" (Rubsamen), è evidente nello stesso tempo la decisa concezione melodica delle diverse parti vocali. La sua tecnica compositiva si muove fra i principi dell'imitazione e della polifonia omoritmica a testimonianza proprio di quel periodo di passaggio, negli anni 1520-1531, dalla frottola al madrigale. Alcuni esempi di questa nuova tendenza confermano la presenza di Sebastiano in una posizione di primo piano alle origini del madrigale.
Edizioni, una canzone in Motetti e canzone libro primo (s.l.1521); sei brani a quattro voci in Canzoni, frottole et capitoli. Libro primo de la Croce (Roma, Pasoto e Dorico, 1526); un madrigale a 4 voci in Madrigali de diversi musici. Libro primo della Serena (ibid., idem, 1530).
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