RONCAGLIA, Costantino
– Nato a Lucca il 3 novembre 1677 da Antonio e da Maria Lucida Diversia, entrò nella Congregazione della Madre di Dio all’età di sedici anni. Iniziò il suo noviziato a Napoli, terminandolo a Lucca per motivi di salute. Il 17 aprile 1695 fece la sua professione solenne. Mandato a Roma a proseguire gli studi, nel 1700 si stabilì definitivamente nella sua città natale, dove trascorse il resto della vita a insegnare teologia nel locale collegio dell’Ordine. Qui fu più volte prefetto agli studi, per tre anni prorettore e per sei anni rettore, mentre svolgeva anche le funzioni di vicario generale della Congregazione. Oltre a questi compiti all’interno dell’Ordine, si impegnò in prima persona nella vita diocesana come esaminatore sinodale e predicatore. Non mancò nemmeno di dare il suo contributo alla vita politica della repubblica lucchese, lavorando occasionalmente come consultore in iure per le autorità cittadine.
A questa sua opera omiletico-catechistica vanno ricondotti i suoi primi lavori, tutti editi a Lucca. Nel 1710 apparvero Alcune conversazioni, e loro difese esaminate co’ principj della teologia da’ quali facilmente si può dedurre quando sia illecito l’amore tra la gioventù (seconda ed. Ferrara 1711), uno scritto anonimo sui pericoli delle nuove pratiche della sociabilità settecentesca, attribuito a Roncaglia dall’editore Leonardo Venturini nella biografia del sacerdote che stampò con l’edizione del 1748 della storia ecclesiastica di Noël Alexandre. L’anno seguente Roncaglia pubblicò un’opera sui precetti della vita familiare, La famiglia cristiana instruita nelle sue obbligazioni. Anche questa volta il volume ebbe una seconda edizione, a Venezia nel 1720; Venturini parla anche di una edizione veneziana del 1713 presso Natale Feltrini, di cui i moderni cataloghi bibliotecari non recano traccia.
Rispetto a queste prove in volgare, rivelano uno sforzo di sintesi più impegnativo i Quaesita dogmatica et moralia de sanctissimis ecclesiae sacramentis (1715), un manuale in folio sull’amministrazione dei sacramenti. A quest’opera, dedicata al vescovo di Lucca Genesio Calchi, Roncaglia aggiunse anche uno scritto in confutazione dei moderni atomisti e a difesa di un’interpretazione ortodossa del miracolo eucaristico. Contro le recenti eresie aveva peraltro già preso posizione nel 1712, pubblicando un riadattamento in italiano, in forma molto più sintetica, della Histoire des variations des églises protestantes di Jacques-Bénigne Bossuet. Da questo volume, che manteneva il titolo dell’opera francese, trasse ispirazione per un altro trattato antiprotestante, gli Effetti della pretesa riforma di Lutero, e Calvino, e del giansenismo, risalente al 1714, in cui aggiunse ai tradizionali strali contro i seguaci della Riforma anche critiche al movimento giansenista sulla base della recente pubblicazione della bolla pontificia Unigenitus. Attestano una lunga consuetudine con gli autori protestanti e le loro dottrine anche le Lezioni sacre intorno alla venuta, costumi, e monarchia dell’anti-Cristo, versione a stampa delle conferenze teologiche tenute nella cattedrale lucchese nel 1718.
A prima vista appare piuttosto isolata all’interno di questa produzione teologica la monumentale biografia dell’imperatore Leopoldo I, che Roncaglia pubblicò nel 1718. In realtà, anche quest’opera risponde agli stessi criteri di difesa della fede a cui erano ispirati gli altri lavori dello stesso periodo. La vita di Leopoldo serve infatti a presentare un’immagine devota del sovrano asburgico, illustrandone le gesta come campione del cattolicesimo contro il pericolo turco.
La fama di Roncaglia in vita e in morte resta ancorata soprattutto a tre opere apparse negli ultimi anni della sua vita. Le moderne conversazioni, volgarmente dette de’ cicisbei (prima ed. del 1720, con una seconda del 1736 e una terza del 1753, tutte edite a Lucca) hanno goduto di una certa fama tra gli specialisti del Settecento italiano, a partire dagli apprezzamenti di Giosue Carducci, che usò il testo di Roncaglia come chiave per interpretare l’opera di Giuseppe Parini.
Come storici recenti (Luciano Guerci, Roberto Bizzocchi) hanno dimostrato, più che per i quadretti di genere che l’opera può rivelare, lo scritto di Roncaglia è caratteristico di atteggiamenti diffusi contro un comportamento sociale, quello del cicisbeismo, considerato dannoso per la moralità delle donne e per la tenuta dell’istituto familiare. Questi argomenti riprendono quanto già sostenuto da Roncaglia nel suo primo lavoro, apparso anonimo nel 1710; secondo l’autorevole testimonianza di Venturini, Le moderne conversazioni non sarebbero altro che una riedizione dello scritto precedente.
Per ragioni completamente diverse anche la Universa moralis theologia riscontrò un notevole successo. Edito in prima edizione a Lucca nel 1730 e continuamente ristampato fino all’Ottocento sia in Italia sia in Germania (si veda, per esempio, l’edizione di Augusta, per l’officina di Johannes Kaspar Bencard), questo tradizionale trattato di teologia morale esprime opinioni di moderato benignismo, che non mancarono di incontrare vasti consensi. In particolare, Alfonso de’ Liguori usò e lodò ampiamente l’Universa moralis theologia, permettendone così una più ampia circolazione.
Di sicuro, in quest’opera della piena maturità intellettuale di Roncaglia si recepisce la lezione appresa nella concreta pratica pastorale, sia per quanto riguarda una certa accondiscendenza verso le politiche matrimoniali correnti (secondo l’autore, non era peccato prendere moglie per la sua bellezza o per le sue ricchezze o per la gloria della famiglia, o anche soltanto per soddisfare una umana voluttà), sia in materia di prestito a interesse, tema senz’altro caro alla classe mercantile lucchese. Per difendere le sue posizioni moderate sull’usura, nel 1777 Giuseppe Bambacari, un confratello leonardino che nel 1773-74 aveva curato una ristampa accresciuta dell’Universa moralis theologia, si mise in lizza contro il cappuccino Ginepro da Decimo in una breve polemica sulla liceità della compensazione per periculum sortis.
In quanto teologo moderato e sicuramente non sospetto di simpatie gianseniste, come dimostrava lo scritto del 1714 a favore della Unigenitus, Roncaglia fu il candidato migliore per rivedere e correggere la Histoire ecclésiastique del domenicano Noël Alexandre, condannata dalla congregazione dell’Indice alla fine del Seicento per i suoi accenti gallicani. La nuova edizione lucchese, stampata nel 1734, divenne immediatamente l’opera di riferimento per il mondo cattolico italiano, ancora soggetto al controllo censorio di Roma. In poco tempo i volumi curati da Roncaglia furono contraffatti a Napoli e a Venezia e ristampati in otto edizioni diverse fino al 1778. Nel 1748 l’opera uscì rivista da Giovanni Domenico Mansi; come già ricordato, l’editore premise al primo volume dell’opera una breve biografia di Roncaglia.
Grazie alle sue benemerenze intellettuali (e ai suoi rapporti con il mercato editoriale lucchese) Roncaglia strinse rapporti di amicizia con personaggi della cultura dell’epoca, come l’ambasciatore inglese a Firenze Henry Newton.
Nella sua Lucca, da dove era riuscito a evadere solo grazie alla fama dei suoi scritti, morì il 24 febbraio 1737.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Lucca, Archivio Buonvisi, parte II, 60, doc. 67, cc. n.n.
H. Newton, Epistolae, orationes et carmina, Lucae 1710, pp. 199-201; N. Alexandre, Historia ecclesiastica Veteris Novique Testamenti, I, Lucae 1748, praefatio dell’editore L. Venturini, pp. n.n.; F. Sarteschi, De scriptoribus Congregationis clericorum regularium Matris Dei, Romae 1753, pp. 278-283; C. Erra, Memorie de’ religiosi per pietà e dottrina insigni della Congregazione della Madre di Dio, II, Roma 1760, pp. 229-233; E. Amann, R. C., in Dictionnaire de théologie catholique, XIII, Paris 1937, coll. 2898 s.; E. Degano, R. C., in Enciclopedia cattolica, X, Roma 1953, coll. 1331 s.; L. Guerci, La discussione sulla donna nell’Italia del Settecento. Aspetti e problemi, Torino 1987, pp. 86-88, 90 s.; Id., La sposa obbediente. Donna e matrimonio nella discussione dell’Italia del Settecento, Torino 1988, pp. 61-65; F. Waquet, Le modèle français et l’Italie savante. Conscience de soi et perception de l’autre dans la République des lettres (1660-1750), Rome 1989, pp. 84 s.; P. Vismara, Oltre l’usura. La Chiesa e il prestito a interesse, Soveria Mannelli 2004, passim; I.M. Battafarano, «Questa perfida Nazione»: die Judenpolitik des Kaisers laut der «Vita di Leopoldo» (1718) von C. R., in Morgen-Glantz, 2005, n. 15, pp. 55-62; R. Bizzocchi, Cicisbei. Morale privata e identità nazionale in Italia, Roma-Bari 2008, ad indicem.