COSTANTINO IV, Pogonato, imperatore d'oriente
Figlio di Costante II, fu proclamato augusto nel 654 e dal 662 al 668, durante la spedizione del padre in Italia, ebbe la reggenza del governo in Costantinopoli. Nel 668, alla notizia dell'uccisione del padre in Siracusa, passò in Sicilia dove vinse e mandò a morte l'usurpatore Mizizio (Mǧeǧ)). Tornato nella primavera dell'anno seguente in Costantinopoli, dai capi delle milizie anatoliche fu costretto a riconoscere come suoi eguali negli onori e nel potere i suoi fratelli Eraclio e Tiberio; ma, appena poté farlo senza pericolo, se ne liberò rinchiudendoli in un monastero dove fece loro mozzare il naso (681). In quell'occasione egli regolò la successione al trono, incoronando e associando al potere il figlio dodicenne Giustiniano.
Fra i discendenti di Eraclio, fu certamente l'imperatore più equilibrato e valoroso. Gli scrittori ecclesiastici lo esaltarono per avere egli fatto condannare nel sesto concilio ecumenico di Costantinopoli (680-681) la dottrina monotelitica. La condanna fu, senza dubbio, un atto di accorgimento politico in quanto ristabiliva una cordialità di rapporti fra il governo e il papato. Ma il merito principale di C. consiste nell'avere respinto il più formidabile attacco che gli Arabi abbiano mai sferrato contro Costantinopoli, Nel 669 gli Arabi, occupata Calcedone, passarono in Tracia e assalirono Bisanzio. Fallito l'attacco, si ritirarono a Cizico dove svernarono. Nel 672 e negli anni seguenti occuparono Creta, Rodi, Smirne e alcune fortezze costiere della Cilicia, mentre da Cizico rendevano molto difficile il traffico marittimo dei Greci. Nel 674, accresciuta la flotta, assalirono per terra e per mare Costantinopoli, ma l'attacco fu respinto, grazie anche all'uso del fuoco greco, inventato dall'ingegnere siriaco Callinico. Gli Arabi tuttavia tornarono all'assalto nei tre anni seguenti, sempre però con lo stesso insuccesso. Nel 677 i Bizantini poterono finalmente passare all'offensiva sloggiando i nemici da Cizico e dal mar di Marmara. La flotta musulmana, inseguita nel mare Egeo, fu quasi totalmente distrutta nelle vicinanze della costa della Panfilia, e Rodi e Creta furono riconquistate. Nello stesso tempo, numerose schiere di Mardaiti passarono nella Siria e si stabilirono nella regione del Libano donde si diedero a molestare gl'infedeli. Questi insuccessi indussero il califfo Mu‛āwiyah a rinnovare con Bisanzio il trattato di pace, sottomettendosi al pagamento di un annuo tributo.
Fra il 670 e il 678 approfittando della guerra araba, il khāqān degli Avari e gli Slavi della Balcania avevano ripreso le loro incursioni nella Macedonia e nella Tracia minacciando Salonicco. Appena vinti gli Arabi, C. intraprese una spedizione nella Balcania; il khāqān fu vinto e costretto al pagamento di un tributo. Nel 679 dalle steppe della Russia meridionale si riversò al sud del Danubio un nuovo popolo, quello dei Bulgari, e C. intraprese contro di loro una nuova spedizione, ma non poté condurla a termine. Colpito da una grave malattia, egli dovette rientrare in Costantinopoli abbandonando agl'invasori la Mesia. Morì poco dopo, ai primi di settembre del 685.
Bibl.: E.W. Brooks, The Sicilian expedition of Constantine IV, in Byzantinische Zeitschrift, 1908, pp. 455-460.