BARONI, Costantino
Nacque a Milano da genitori vicentini il 12 ag. 1905; laureatosi in giurisprudenza nel 1932, preferì dedicarsi ad occupazioni museografiche e a studi di storia dell'arte; nel 1935 dava la sua opera ai civici musei d'arte di Milano, passando nell'organico dei conservatori tre anni dopo. Nel dopoguerra assumeva la carica di direttore di quei musei e doveva affrontare la grave impresa della ricostituzione 'del Museo d'arte antica del Castello Sforzesco e della Galleria d'arte modema, ricostituzione imposta dalle devastazioni belliche dell'agosto 1943 e dalla necessità di un rammodemamento. L'opera sua fu guidata dall'asswante ricerca delle soluzioni più conformi alle recenti dottrine museografiche e ispirata a un senso di alta dignità artistica.
Il principale frutto delle sue ricerche sui monumenti locali è costituito dai Documenti per la storia dell'architettura a Milano nel Rinascimento e nel Barocco, di cui purtroppo non fu pubblicata dal Sansoni nel 1941 che la prima delle tre parti previste, dedicata agli edifici sacri.
Attraverso queste ricerche diligenti e metodiche rilevò la necessità di una revisione sistematica delle nozioni e delle opinioni vigenti, basate spesso su una documentazione incerta e su attribuzioni ripetute per convenzione; il che illustrò in una comunicazione al I congresso storico lombardo (C01no 1937): Il metodo storico e i problemi di valutazione critica dell'architettura lombarda da Bramante al Richini; i concetti ivi esposti applicò nel volume (Milano 1941) L'architettura lombarda da Bramante al Richini. Questioni di metodo.
Seguirono a queste prime ricerche numerosi saggi, monografie, corsi universitari sull'arte lombarda dal Trecento al Seicento e soprattutto l'ampio studio sulla Scultura gotica lombarda pubblicato nel 1944 e ripreso nei volumi V e VI (1955) della Storia di Milano edita dall'Istituto Treccani, opere che mirano a portare, assieme a nuovi contributi di conoscenza, revisioni di attribuzioni e giudizi e soluzioni originali di vecchi problemi.
Nel 1941 conseguì la libera docenza in storia dell'arte medievale e moderna ed in storia dell'architettura e tenne corsi di insegnamento presso l'Università cattolica; nel 1948 ottenne uno dei premi per la critica della Biennale di Venezia. Va ricordata la viva partecipazione del B. all'organizzazione di quelle mostre che nel dopoguerra diedero un nuovo e vigoroso impulso alla vita artistica milanese: citiamo fra tutte la mostra caravaggesca a Palazzo reale, che ebbe anche il merito di accendere un nuovo fervore di studi attorno alla figura del Caravaggio. .
Morì a Milano il 3 marzo 1956.
Bibl.: Necrologio di G. A. Dell'Acqua, in Bollett. d'arte, XLI (1956), pp. 95 s. (con elenco degli scritti più importanti), e di P. Arrigoni, in Raccolta Vinciana, 1960, fasc. XVIII, pp. 338 s. (con elenco degli scritti vinciani); v. anche dei B., Ricordo autobiografico, in Paragone, VIII (1957), n. 87, pp. 29-34.