COSTA DELLA TRINITÀ
. Antichissima famiglia di Chieri (donde un ramo detto del Bo o Bove passò a Fossano), aggregata coi Raschieri all'albergo od ospizio degli Albuzzani. Di un Bertolino, notaio, è memoria nel 1250. Luigi servì nei consigli e nella guerra Ludovico di Acaia e Amedeo VIII, e fu successivamente infeudato di Cavallerleone, Arignano, Polonghera, Bene, Valgorrera, Trinità e Carrù (1402-1418). Dei suoi figli meritano particolare menzione Giovanai Luigi, consigliere e ciambellano di Amedeo VIII, e Bongiovanni, capostipite della linea di Arignano che fu illustrata particolarmente dai conti Gianfrancesco (morto nel 1575) e Francesco Amedeo (morto nel 1674), cavalieri entrambi della SS. Annunziata. Gianfrancesco fu governatore di Aosta, ambasciatore a Roma, fido compagno di Emanuele Filiberto a S. Quintino, autore di Cronache universali che andarono perdute. La linea si estinse con Francesco Costanzo nel 1690. Giovanni Luigi predetto, del ramo primogenito, fu padre di Luigi Antonio, marito della beata Paola Gambara da Brescia (morta nel 1505). Nel 1556 il feudo della Trinità fu eretto in contea a favore di Giorgio Maria, altro dei grandi personaggi della famiglia. Già paggio in Spagna, combatté le guerre del Piemonte distinguendosi soprattutto nella difesa di Fossano contro il Brissac (1555). Più tardi si rese celebre per una spedizione militare, politica e religiosa contro i valdesi (1560). Fu oratore per l'obbedienza di Savoia a Pio V, del quale il Botero riporta il colloquio e i velati rimproveri per certe minacce che il conte gli aveva rivolte quando Michele Ghislieri era semplice frate nel convento del Bosco. La sua discendenza mantenne il lustro degli avi. Francesco Maria cadde ucciso nell'assedio di Alba (1627). Da suo figlio, Girolamo Maria, maresciallo generale di campo e ambasciatore in Spagna (1664) e in Francia (1667), nacque Filiberto, padre di Girolamo Maria (1678-1712), padre a sua volta di Vittorio Amedeo, di Carlo Maurizio e di Luigi. Quest'ultimo fu viceré in Sardegna (1763) e poi governatore di Pinerolo (1767). Carlo Maurizio, detto il conte di Arignano, governatore di Cuneo, morì nel 1755. Suo figlio Vittorio (morto nel 1796) fu arcivescovo di Vercelli (1769), poi di Torino (1778), e cardinale senza titolo (1789) non essendosi recato a Roma a prendere il cappello. L'altro figlio, Luigi (morto nel 1803), infeudato di Montafia con titolo marchionale (1783) e di Rivalba (1796), fu valoroso soldato alla Spinarda (27 giugno 1795) e poi governatore di Savigliano (1798). Vittorio Amedeo (morto nel 1777), continuatore della linea, viceré in Sardegna (1755), governatore di Tortona (1758) e di Novara (1759), fu cavaliere della SS. Annunziata (1763). Il suo primogenito Paolo (morto nel 1781) sposò Teresa dal Pozzo della Cisterna ed ebbe, tra gli altri figli, Filiberto Remigio (morto nel 1826) che fu barone dell'impero napoleonico (1810). Seguono Paolo Remigio (morto nel 1879) e Paolo Cesare (nato nel 1866), il quale nel 1887 rinunziò, a favore del fratello Emanuele, alla signoria di Polonghera che fu eretta allora in contea. La famiglia è rappresentata attualmente, nel ramo della Trinità, dal conte Carlo di Paolo di Carlo, nel ramo di Polonghera dal conte Emanuele e da suo figlio Casimiro.
Bibl.: Carte Manno, in Bibl. del Re Imperatore in Torino.