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COSTA D'AVORIO

di Marco Costa, Salvatore Bono - Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1978)
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COSTA D'AVORIO (XI, p. 592; App. III, 1, p. 446)

Marco Costa
Salvatore Bono

Popolazione. - La popolazione avoriana ammonta a 4,6 milioni di abitanti, che si distribuiscono in modo ineguale sui 322.463 km2 del territorio (densità media: 14 ab. per km2), e ha un ritmo di accrescimento del 25‰, simile alla media dei paesi africani. Abidjan, la capitale con 360.000 ab., sorge sulla costa, e lungo l'unico asse ferroviario che la collega con l'interno del paese si trova la seconda città: Bouaké (85.000 ab.). Vari centri di una certa importanza si localizzano grosso modo in una fascia di contatto fra la pianura costiera e le prime alture. La bassa percentuale (18% circa) di popolazione urbana e l'alta popolazione della capitale testimoniano uno sviluppo urbano di tipo coloniale, comune a molti paesi africani.

Economia. - La C. d'A. è senz'altro uno dei più prosperi paesi dell'Africa occidentale, e ciò è testimoniato anche dal reddito pro-capite relativamente alto (387 dollari nel 1972) e dal tasso d'incremento del prodotto nazionale che raggiunge quasi il 10% annuo. L'attività principale è l'agricoltura; il paese è al terzo posto nella classifica mondiale dei produttori di caffè e al quarto per il cacao (rispettivamente 2,7 e 1,8 milioni di q nel 1972). Mentre il primo è un prodotto tradizionale, l'altro ha avuto un enorme incremento dal 1960 in poi. Altri prodotti di piantagione destinati al mercato mondiale sono le banane, l'ananasso (anch'esso in forte incremento negli ultimi anni), il tabacco, le arachidi.

Non meno importanti per l'economia locale sono le colture di sussistenza che garantiscono alla popolazione risorse sufficienti a un discreto livello di nutrizione e a una certa quantità di esportazioni verso i paesi vicini: si tratta di manioca, miglio, mais, riso, ecc. Notevole è stato l'incremento di quest'ultima coltura (da 1,4 a 3,6 milioni di q dal 1960 al 1972), mentre le altre seguono andamenti oscillanti.

Ancora oggi i due tipi di colture, di mercato e di sussistenza, corrispondono a due quadri regionali ben delineati: le prime si localizzano principalmente a sud, nella zona a clima sub-equatoriale con suoli favorevoli, più densamente popolata, più ricca, in cui si è recentemente formata una classe di borghesia rurale insolita per questa parte del continente; le altre si distribuiscono, con qualche eccezione, nelle regioni centrali e settentrionali, a clima più secco, meno ricche e meno popolate. Questa diversità dà luogo a intensi scambi e fa sussistere una differenza di sviluppo regionale al cui superamento gli organi centrali non dedicano molte risorse, data la preoccupazione di non distogliere investimenti dalle colture più redditizie e dal settore industriale, anch'esso presente principalmente a sud.

Il patrimonio zootecnico è in progresso (da 300 a 450.000 bovini e da 400 a 900.000 ovini, dal 1960 al 1972), ma la produzione è insufficiente e dà luogo a importazione dai paesi vicini. Pure l'attività peschereccia è in forte sviluppo (la quantità pescata è più che raddoppiata nel corso degli anni Sessanta), ma anch'essa non basta al fabbisogno.

Le principali risorse minerarie sono il manganese e i diamanti: mentre la prima produzione, iniziata nel 1960, accusa un calo pronunciato per l'esaurirsi del giacimento principale - ma altri entreranno prossimamente in produzione -, la seconda è in incremento (da 188 a 334.000 carati dal 1959 al 1972). Giacimenti di bauxite e di ferro, scoperti recentemente, non sono ancora oggetto di sfruttamento sistematico.

L'industria, che gode di un rapido sviluppo, si localizza preminentemente attorno alla capitale dove di recente è sorta una grande raffineria di petrolio. Il principale settore industriale consiste nel trattamento delle materie prime agricole per l'esportazione: inscatolamento degli ananassi, lavorazione del cacao e del caffè (esiste uno stabilimento della Nestlé). Un altro settore riguarda la produzione di beni di consumo per il mercato locale e dei paesi vicini: tessiture di cotone, fiammiferi, tabacco, finitura di prodotti importati. È presente anche un settore moderno con cementifici, impianti chimici e meccanici (oltre alla citata raffineria), che è relativamente arretrato rispetto agli altri ma in rapido sviluppo. Il porto principale, Abidjan, ha beneficiato di importanti lavori che hanno permesso l'accesso al porto lagunare alle navi di grosso tonnellaggio. Il traffico di merci complessivo ha quasi raggiunto i 6 milioni di t nel 1972.

La bilancia commerciale è costantemente attiva: nel 1973 il saldo è stato di 147 milioni di dollari. Le più intense relazioni sono intrattenute con la Francia e interessano quasi il 50% delle importazioni e oltre il 30% delle esportazioni.

Bibl.: J. A. B. Horton, West African countries and peoples, Edimburgo 1969; A. Seck, A. Mondjannagni, L'Africa occidentale, Milano 1970; H. P. White, M. B. Gleave, An economic geography of West Africa, Londra 1971; Ph. Foster-A. R. Zolberg, Ghana and the Ivory Coast. Perspectives on modernization, Chicago 1972; N. P. Iloeje, A new geography of West Africa, Londra 1972.

Storia. - Una stabilità costituzionale e politica che non trova quasi nessun riscontro negli altri paesi dell'Africa francofona ha caratterizzato la vita della C. d'A. dall'indipendenza (7 agosto 1960); il potere è saldamente nelle mani del presidente Félix Houphouët Boigny, che ha guidato il paese all'indipendenza ed è una delle personalità più notevoli della storia africana contemporanea, leader del Partito democratico della C. d'A. (PDCI), partito unico che svolge funzioni organizzative e promozionali quale strumento di un governo sostanzialmente paternalistico; la C. d'A. ha realizzato un notevole sviluppo, pur se nel quadro di un modello economico criticato da alcuni poiché basato su una stretta dipendenza del paese dagli aiuti, tecnici ed economici, e dagli investimenti esteri, in particolare francesi.

Nei primi anni dopo l'indipendenza vi fu qualche segno di opposizione da parte di elementi studenteschi e sindacalisti, alcuni dei quali arrestati nel 1961; vennero anche denunciati complotti antigovernativi e nel 1963 si ebbero due ondate di arresti. Consolidatosi al potere, il governo introdusse nel 1964 importanti riforme sociali in senso moderno, in particolare nel diritto di famiglia. Dal 1965 i detenuti politici sono stati gradualmente amnistiati e il governo, prestando ascolto alle critiche, ha avviato la sostituzione nella burocrazia di parte degli elementi stranieri, in maggioranza francesi, con elementi locali; giovani tecnocrati ivoriani sono stati inseriti nel 1966 anche nel governo: K. Bedia, ministro delle Finanze, M. Diawara, ministro per gli Affari Economici e A. Sawadogo, ministro dell'Agricoltura. Qualche segno di irrequietezza interna si è avuto di nuovo nel 1968-69, anche per l'influenza degli avvenimenti francesi, con scioperi studenteschi e manifestazioni contro gli stranieri, cui si rimprovera di sottrarre posti di lavoro agl'ivoriani; nel 1970 invero il governo ha introdotto una legge restrittiva sulla immigrazione dai paesi africani vicini. Nel giugno 1973 è stato scoperto un complotto di giovani ufficiali; i responsabili sono stati processati ma le pene capitali sono state commutate.

La politica estera della C. d'A. - direttamente e interamente guidata dal presidente Houphouët-Boigny - ha sempre mantenuto posizioni moderate e filo-occidentali, in particolare filo-francesi (soltanto dal 1966 sono stati stabiliti rapporti diplomatici con l'Unione Sovietica), mostrandosi diffidente e sostanzialmente avversa nei confronti del panafricanismo e promovendo invece le intese nell'ambito francofono. Alla C. d'A. fa capo l'organizzazione regionale detta Consiglio d'intesa (creato nel 1959), che ha dato prova di efficienza e di vitalità (dal 1966 vi si è aggiunto il Togo). Un ruolo di primo piano Houphouët-Boigny ha avuto nella conclusione d'intese politico-economiche fra i paesi già dipendenti dalla Francia (dal gruppo di Brazzaville all'Unione africana e malgascia, all'Organizzazione comune africana e malgascia nella quale riuscì a far entrare anche lo Zaire quando ne era al governo il contestato M. Ciombè). Per questa iniziativa e per tutta la sua politica estera Houphouët-Boigny si contrappose nettamente a K. Nkrumah, la cui destituzione, pertanto, ha sensibilmente migliorato i rapporti fra C. d'A. e Ghana; fra il 1966 e il 1967 si è registrata una crisi anche nei rapporti con la Guinea. Altre iniziative, peraltro discusse, del presidente Houphouët-Boigny sono state il riconoscimento nel 1968 della repubblica del Biafra - con una conseguente rottura, poi superata, con la Nigeria - e la proposta, avanzata nell'aprile 1971, di un dialogo fra gli stati africani e il Sud Africa. Dal 1973 la C. d'A. ha cercato di diversificare più nettamente i propri rapporti economici internazionali, rinegoziando gli accordi con la Francia e stipulandone nuovi, fra l'altro con Gran Bretagna e Giappone; dal 1974 si cerca di sottrarre l'economia del paese alla pesante ingerenza straniera, pur escludendo ogni indiscriminata nazionalizzazione. Nel novembre 1975 Houphouët-Boigny è stato rieletto presidente (in ottobre si è svolto il VI Congresso del PDCI).

Bibl.: A. Clerici, Histoire de la Côte d'Ivoire, Abidjan 1962; S. Amin, Le développement du capitalisme en Côte d'Ivoire, Parigi 1966; A. R. Zolberg, One-party Government in the Ivory Coast, Princeton 19692; A. Clerici, La pensée sociale de Felix Houphouèt-Boigny, Bordeaux 1970; Ghana and the Ivory Coast. Perspective and modernition, a cura di P. Foster-A. R. Zolberg, Chicago 1972; M. A. Cohen, Urban policy and political conflict in Africa: a study of the Ivory Coast, Chicago 1974.

Vedi anche
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