COSTA D'AVORIO
(XI, p. 592; App. III, I, p. 446; IV, I, p. 539)
Popolazione. -La popolazione, che al censimento del 1975 aveva raggiunto i 6.709.600 ab., ha continuato ad aumentare con un tasso di accrescimento molto elevato, sia per effetto della riduzione della mortalità e del prolungamento della vita media, sia a causa del saldo migratorio attivo. Nel 1988 è stata stimata dall'ONU a 11.634.000 ab., con un incremento decennale del 42ı che è fra i più elevati dell'Africa nera. La densità è salita sui 36 ab. per km2.
Nel quinquennio 1980-85 la natalità è stata in media del 45,6ı, su livelli ancora elevatissimi, mentre la mortalità è scesa al 15,6ı, con un tasso d'incremento naturale del 30ı. Più lentamente è sceso l'indice della mortalità infantile (95ı), che rivela la persistenza di carenze igienico-sanitarie. Le speranze di vita sono in lento miglioramento, essendo salite a 48,8 anni per i maschi e a 52,2 anni per le femmine. In conseguenza dell'esplosione demografica la C. d'A. è un paese di giovani (49% sotto i 15 anni nel 1988), mentre è ancora scarsamente rappresentata la terza età (2% sopra i 64 anni).
La popolazione è molto eterogeneamente distribuita e si concentra per un quinto ad Abidjan, che è stata fino al 1983 la capitale e il massimo polo dei flussi immigratori interni ed esteri e ospita la maggior parte degli 80.000 europei presenti nel paese. Essa ha raggiunto nel 1985 in tutto l'agglomerato urbano i 2.534.000 ab. ed è uno dei massimi centri finanziari, commerciali, industriali, portuali e turistici dell'Africa Occidentale. Negli ultimi dieci anni si è rafforzato anche l'insediamento di altre città, tanto che la popolazione urbana (in città con oltre 4000 ab.) ha raggiunto il 47% (1986). Particolari migrazioni interne sono state indotte dalla costruzione degli invasi idroelettrici (specie del lago di Kossou, sul fiume Bandama) che hanno sommerso qualche migliaio di villaggi, costringendo gli abitanti a trasferirsi nelle città vicine. Si spiega così la rapida crescita di Bouakè, secondo polo industriale e commerciale della C. d'A., che ha superato i 300.000 ab., e di Yamoussoukro, la nuova capitale, ubicata in posizione centrale fra la fascia forestale e quella savanica, che è passata dai 37.000 ab. del 1975 ai 120.000 attuali. Anche San Pedro, il nuovo porto del Sud-Ovest, creato a partire dal 1968, ha oggi raggiunto i 40.000 abitanti.
Mentre la fascia centrale e sudorientale, dove più intenso è lo sviluppo economico, registra un rapido popolamento, i dipartimenti nordorientali e sudoccidentali, colpiti dall'emigrazione, si mantengono su livelli stazionari con densità molto basse.
La maggior parte dei villaggi ha oggi una scuola primaria, dove l'insegnamento viene impartito in lingua francese. Molto importante è il ruolo culturale svolto dalle confessioni religiose alloctone (24% di musulmani, 11% di cattolici, 3% di protestanti) che guadagnano rapidamente terreno sulla religione tradizionale.
Condizioni economiche. − Il 5° Piano quinquennale (1986-90) ha confermato la politica di sviluppo integrato perseguita dal governo fin dagli anni dell'indipendenza, facendo largo affidamento sugli investimenti stranieri in un regime di liberismo controllato e ricorrendo agli interventi statali solo in fase di avviamento o di carenza di iniziative private. Gli obiettivi sono ora estesi al riassetto finanziario del paese per ridurre l'indebitamento con l'estero (14,1 miliardi di dollari nel 1988); allo sviluppo dell'iniziativa privata; al miglioramento dei livelli produttivi in agricoltura per il raggiungimento dell'autosufficienza alimentare; alla promozione di piccole e medie industrie; al potenziamento delle infrastrutture sanitarie e scolastiche.
La crescita economica è stata peraltro frenata dalla recessione mondiale (1979-83), verificatasi in coincidenza con un'inconsueta diminuzione del volume delle precipitazioni, che ha avuto ripercussioni negative sulla produzione agricola. La crisi è stata attenuata dalla scoperta, avvenuta nel 1980 nell'off-shore di Grand Bassam e di Jacquesville (giacimenti Bélier ed Espoir), di ingenti risorse petrolifere, valutate attorno ai 500 milioni di t, e dall'avvio di una produzione che ha superato il milione di t nel 1984 (mantenendosi poi invariata negli anni successivi), riducendo di pari peso le importazioni. Ora la raffineria di Vridi, portata a una capacità di 4 milioni di t, copre tutto il fabbisogno nazionale e lascia alcuni margini all'esportazione.
Nel settore agricolo i maggiori progressi si sono avuti nella coltura del cacao, che dopo l'indipendenza ha triplicato la produzione (6,8 milioni di q nel 1988), attingendo fin dal 1979 il primato mondiale, prima detenuto dal Ghana. Anche la produzione del caffè è aumentata nello stesso periodo del 50%, mantenendo il primato africano e il 4° posto mondiale, grazie anche alla diffusione della Coffea robusta. Il cotone (2,1 milioni di t nel 1987) copre ormai il fabbisogno nazionale di fibra, che viene lavorata dalle industrie ivoriane. I prodotti delle palme da olio e da cocco sono aumentati di due volte e mezza, favorendo lo sviluppo dell'industria olearia. L'ananas, introdotto nelle piantagioni nel 1950, è un altro primato africano della C. d'A. e alimenta una cospicua industria conserviera, nonché l'esportazione di succhi, tranci naturali e frutta fresca. Fra le colture nuove si segnala l'Hevea brasiliensis, introdotta nel 1960 dalla Michelin; la canna da zucchero, coltivata dal 1980 nel Nord in quattro grandi complessi agro-industriali, che coprono il fabbisogno interno; vari alberi da frutta (mango, papaia, agrumi, ecc.). Notevole incremento hanno avuto anche alcune colture alimentari tradizionali (igname, manioca, banane plantaine), oltre al riso, al mais e alla soia, di più recente introduzione. Carente è invece la produzione di proteine animali, nonostante gli sforzi fatti per lo sviluppo dell'allevamento nelle regioni savaniche e della pesca nelle acque interne, lagunari e oceaniche. Anche se negli ultimi dieci anni il numero dei capi bovini e suini si è più che raddoppiato, la produzione di carne non copre neanche la metà del fabbisogno, come pure la pesca.
Le utilizzazioni forestali si sono spostate dalle regioni centro-orientali, già ipersfruttate, a quelle occidentali, ancora ricche di risorse. Sono in atto rimboschimenti con essenze pregiate da esportazione e con eucalipti per la produzione di cellulosa. All'esportazione di tronchi si va sostituendo quella di semilavorati. Nonostante i progressi della domanda interna, la produzione industriale soffre per la ristrettezza del mercato interno e per la concorrenza estera. Ormai quasi i due terzi delle imprese sono ivoriane, con i quattro quinti di capitale statale. Il settore più robusto è quello agro-alimentare, seguito dalle industrie tessili e dell'abbigliamento, dalla raffinazione del petrolio, dalle industrie meccaniche (montaggio di autoveicoli, motocicli e biciclette), dalle industrie del legno (segherie) e da quelle chimiche (fertilizzanti, caucciù).
Comunicazioni. − La costruzione dell'autostrada del Nord (il primo tratto di 140 km è stato inaugurato nel 1981) esprime la politica di riequilibrio fra il Sud e il Nord del paese e ha pure lo scopo di rinsaldare i legami con il Burkina Faso e con il Mali, i due paesi interni che gravitano per i loro traffici marittimi sul porto di Abidjan.
Abidjan, con 10 milioni di t di movimento commerciale, è ormai il porto più attivo dell'Africa Occidentale. Da porto d'imbarco del legname e dei prodotti agricoli, qual era fino a una ventina di anni fa, è ora divenuto prevalentemente un porto di sbarco di petrolio greggio, materiali da costruzione, derrate e manufatti. Al porto fanno capo la giovane marina mercantile ivoriana (118.952 t nel 1988) e la più recente flottiglia peschereccia di altura. Le navi alla fonda in attesa di ormeggio dimostrano ormai che occorrono ampliamenti.
Commercio. − Il commercio estero continua a essere caratterizzato dall'esportazione di cacao e caffè, scesi però al di sotto del 50% per l'incremento dei prodotti forestali e la comparsa di nuove voci. Le crescenti importazioni di manufatti sono compensate da minori acquisti di petrolio greggio e di derrate, cosicché la bilancia commerciale rimane attiva. Il principale partner è sempre la Francia, scesa però al 18% delle esportazioni e al 32% delle importazioni. Grazie allo sviluppo delle unioni doganali regionali di cui la C. d'A. fa parte (Consiglio dell'Intesa, CEAO, CEDEAO), sono cresciuti gli scambi con alcuni paesi africani (Benin, Mali, Senegal, Nigeria).
Il turismo straniero, promosso fin dal 1970, assicura crescenti entrate all'economia del paese, che dispone ormai di 15.000 posti letto alberghieri, concentrati per la metà ad Abidjan. Gli arrivi hanno superato le 200.000 unità all'anno e sono costituiti per due terzi da europei.
Bibl.: A. M. Cotten, Y. Marguerat, Deux reseaux urbains africains: Cameroun et Côte d'Ivoire, in Les Cahiers d'outre-mer, Bordeaux 1976, pp. 348-85; Th. Priovolos, Coffee and the Ivory Coast, Lexington 1981; Côte d'Ivoire, a cura di P. Vennetier, Parigi 1983; S. S. Walker, The religions revolution in the Ivory Coast, Chapel Hill 1983; G. Corna Pellegrini, Abidjan: il riscatto dell'Africa Nera, in Viaggio nella geografia, Milano 1985, pp. 148-55; A. Touré, Les petits métiers à Abidjan, Parigi 1985; Ph. David, La Côte d'Ivoire, ivi 1986; G. Valussi, Costa d'Avorio: un modello di sviluppo per l'Africa, in Geografia nelle scuole, 22, 2 (1987); G. Cameri, G. Valussi, Costa d'Avorio, in L'Africa Nera, ii, Torino 1988, pp. 51-69.
Storia. - L'ultrasettantenne F. Houphouët-Boigny, leader del PDCI (Parti Démocratique de la Côte d'Ivoire) e arbitro della vita del paese grazie a un pragmatico paternalismo autoritario e solidissimi legami con Parigi (francesi sono i principali consiglieri e dirigenti politico-economici, un contingente militare chiave, gran parte dei capitali e 50.000 mila residenti), venne rieletto presidente nel 1980 e nel 1985. Dopo il 1977 la crescita economica si arrestò a causa dei bassi prezzi mondiali di cacao, caffè e legname; debito estero e inflazione ingigantirono. Dal 1980, fra voci di complotti militari, Houphouët iniziò un rimaneggiamento della dirigenza politica e dal 1981, in base alle direttive del Fondo monetario internazionale, attuò un'impopolare politica di privatizzazione delle imprese statali e riduzione della spesa pubblica. Di fronte alla protesta dei salariati e specialmente di insegnanti e studenti, il presidente reagì alternando repressione a concessioni individuali e misure populiste, come l'ulteriore africanizzazione dei quadri o la campagna del 1984 contro la corruzione. Superata la siccità del 1982-84, la situazione economica sembrò migliorare, ma nel 1987 la rinnovata crisi spinse il governo, incapace di continuare la politica di austerità, a contrattare una rinegoziazione globale del debito. Nel paese l'esigenza diffusa di una dialettica politica più aperta stenta a trovare riferimenti e dirigenti della statura di Houphouët e nel crepuscolo della presidenza ricompaiono istanze etniche e regionalistiche. Nel frattempo i problemi sociali ed economici si aggravano a causa dell'alto tasso demografico (4%), dell'urbanesimo (46%) e della forte disoccupazione, con un'esasperazione della xenofobia verso gli immigrati dai paesi vicini, che rappresentano un quarto della popolazione.
Durante il primo semestre del 1990 un'ondata di protesta sociale, senza precedenti, guidata da studenti e settori dell'esercito, ha portato il paese sull'orlo dell'anarchia, mentre Parigi declinava le richieste governative di intervento militare, in base all'accordo franco-ivoriano del 1961. I dimostranti chiedevano apertamente le dimissioni del presidente e il multipartitismo. Preparandosi alle elezioni presidenziali dell'autunno, il governo ha cercato di utilizzare in chiave di ricerca di consenso la visita papale del settembre 1990. Contrariamente alle voci diffuse che prevedevano un pacifico auto-pensionamento di Houphouët, il quale si rifiuta ostinatamente di indicare un possibile successore, il vecchio presidente si è ripresentato alle elezioni ed è stato riconfermato in carica (ottobre 1990). Nel novembre 1990 si sono tenute, per la prima volta con la partecipazione dei partiti all'opposizione, le elezioni generali, che sono state vinte, con una schiacciante maggioranza, dal PDCI.
Bibl.: J. Dutheil de la Rochère, L'Etat et le développement économique de la Côte d'Ivoire, Parigi 1976; Y. A. Fauré, J. F. Médard, Etat et bourgeoisie en Côte d'Ivoire, ivi 1983; I. W. Zartman, The political economic of Ivory Coast, New York 1984; M. Amondji, Félix Houphouët-Boigny et la Côte d'Ivoire, Parigi 1984; D. A. Chappel, The nation as frontier: ethnicity and clientelism in Ivorian history, in International Journal of African historical studies, 22, 4 (1989), pp. 671-96.