COS (solfuro di carbonile)
Gas incolore e inodore, solubile in acqua e in alcol, di formula chimica COS, detto anche ossisolfuro di carbonio. Il solfuro di carbonile contribuisce in modo sostanziale al ciclo atmosferico dello zolfo, viene emesso da fonti situate sia sulla terraferma sia negli oceani e dall’ossidazione del CS2 (solfuro di carbonio); si trova disciolto in piccole quantità in alcune acque solforose, come componente di gas vulcanici e anche nei gas che si formano nella decomposizione di sostanze organiche. Si ottiene per reazione tra ossido di carbonio e vapori di zolfo ad alta temperatura o trattando il tiocarbammato di ammonio con acidi. Il COS è il composto dello zolfo più abbondante nell’atmosfera, dove si stima che la sua quantità totale sia di circa 2,5 Tg, riferita al solo zolfo. Nella troposfera, il solfuro di carbonile reagisce con il radicale ossidrilico (∙OH) con produzione del radicale intermedio tionile (∙SH), la cui ulteriore ossidazione porta alla formazione di diossido di zolfo (SO2). Rispetto a queste reazioni il COS è relativamente stabile (ha tempo di vita in troposfera piuttosto bassa, ca. 1 anno), cosicché la sua più importante causa di distruzione, a parte la deposizione sulla superficie terrestre, è la fotolisi nella stratosfera, con formazione di SO2; esso rappresenta quindi una delle fonti più importanti dello strato di solfati presente nella stratosfera. Il solfuro di carbonile è un prodotto di scarico di vari processi industriali e diversi metodi sono applicati per ridurne le emissioni in atmosfera. Tuttavia, dallo studio di campioni di ghiaccio prelevati attraverso il carotaggio in Antartide si è stabilito che nel periodo preindustriale la quantità di COS atmosferico era minore di ca. il 25% rispetto al valore attuale. Si deduce pertanto che le fonti antropogeniche contribuiscono significativamente al bilancio atmosferico di questo composto.