cortotermismo
s. m. Atteggiamento proprio di chi tende a considerare esclusivamente le conseguenze di qualcosa nel breve periodo.
• «Vorrebbe essere un invito all’azione. A non restare, appunto, sulla carta. A favorire una sostenibilità dell’investimento, che vuol dire innanzitutto dire basta al “cortotermismo” e spostare l’orizzonte delle scelte più sul medio-lungo periodo» (Fabio Cerchiai intervistato da Eugenio Fatigante, Avvenire, 22 luglio 2012, p. 24, Economia & lavoro) • Il rapporto Censis si conclude con queste osservazioni: «Valorizzare il welfare italiano, a cominciare dal suo fattore umano di sicura qualità, non è solo questione di livelli di spesa pubblica; è piuttosto questione di vision, di capacità di leggere le potenzialità che una piattaforma di tutela moderna, ad alta intensità di tecnologie e professionalità, può offrire anche alla capacità competitiva del Paese. Un eccesso di “cortotermismo” applicato al welfare rischia di produrre solo tagli e smobilitazione, laddove invece sarebbe opportuno puntare su investimenti di lungo periodo». (Sergio Harari, Corriere della sera, 13 dicembre 2012, Cronaca di Milano, p. 10) • «Bisogna tornare al patto virtuoso tra investitore di lungo termine e imprenditore o manager creativo. Oggi il mondo è dominato da quello che io chiamo il “cortotermismo”, il trading di breve periodo la fa da padrone, i manager sono misurati trimestralmente, si vive di consumo a breve, i governi hanno breve durata, le riforme strutturali non si riescono a realizzare e la finanza è la massima espressione di tutto ciò grazie al mantra della creazione di valore per gli azionisti nel breve termine. Bisogna ripensare tutto» (Andrea Bonomi intervistato da Giovanni Pons, Repubblica, 28 ottobre 2013, Affari & Finanza, p. 1).
- Derivato dalla loc. s.le m. corto term(ine) con l’aggiunta del suffisso -ismo.
- Già attestato nell’Unità del 22 gennaio 2006, p. 24, Commenti (Nicola Cacace).
> shortermismo.