Corto Maltese
Alla ricerca di un'altra isola
La carriera di Corto Maltese, il marinaio inventato dal disegnatore Hugo Pratt, inizia su una zattera alla deriva nell'oceano per continuare sugli scaffali dei grandi classici dell'avventura. Il personaggio, di pura invenzione, ha suggestionato a tal punto la mente dei lettori da essere creduto un marinaio realmente esistito, tanto che qualcuno ne ha scritto addirittura la biografia
Proviamo a rappresentare una scena marina con il minor numero di tratti possibile: una riga per l'orizzonte, un cerchio per il Sole e un ghirigoro per il riflesso dell'acqua. Ora diamo un'occhiata a un panorama dei Mari del Sud realizzato da Hugo Pratt esattamente con gli stessi elementi. Non solo rende davvero l'idea dell'oceano, ma riesce anche a comunicare una serie di sensazioni: calore, luminosità, solitudine. Con un po' di concentrazione possiamo sentire il suono delle onde e percepire l'odore della salsedine. Questo perché Hugo Pratt, autore di tantissime storie a fumetti, non era solo un bravo artigiano, ma aveva compiuto quel fondamentale passo che separa un artigiano da un artista.
Purtroppo non esiste una ricetta per compiere quel passo, ma senza dubbio ha contato il fatto che Pratt fosse un uomo colto e un lettore vorace, che avesse girato il mondo, che parlasse molte lingue, che avesse conosciuto personaggi di tutti i tipi cercando di comprenderne la psicologia. Ha influito, inoltre, che Pratt fosse un attento osservatore e sapesse cogliere e assorbire una quantità di stimoli di ogni genere.
La sua esperienza umana, insieme al suo talento, gli permetteva di sintetizzare in poche linee straordinariamente incisive immagini che ad altri avrebbero portato via ore di lavoro senza risultare altrettanto efficaci, e di scrivere trame che non risultavano mai banali o meccaniche.
Ecco dunque la ragione per cui il suo Corto Maltese è il fumetto italiano più noto all'estero e più apprezzato dal mondo della cultura. Ancora oggi, dopo la morte di Pratt nel 1995, le storie di Corto Maltese sono ristampate ovunque con immutato successo. Il racconto di esordio della serie, Una ballata del mare salato (1965), rispetta i canoni delle 'avventure di mare': incontriamo Corto Maltese legato a una zattera nel bel mezzo dell'oceano, dove è stato abbandonato da una ciurma ribelle. Fa parte di un gruppo di avventurieri arruolati dal Monaco, un personaggio di cui non vediamo mai il volto; Corto viene raccolto da un altro scorridore, il pirata Rasputin, a volte suo avversario, a volte suo complice. L'epoca è quella che precede la Prima guerra mondiale, e la storia si dipana tra intrighi internazionali, sogni impossibili, amori irrealizzabili e amicizie tenaci, con un contorno di personaggi pittoreschi. Avrebbe potuto essere un 'normale' racconto di avventure e invece era qualcosa di più, un po' come i romanzi degli scrittori Robert Louis Stevenson, Joseph Conrad, Jack London, che Pratt considerava i suoi maestri. Corto Maltese non è soltanto una figura di carta, ma un personaggio a tutto tondo, l'archetipo dell'avventuriero solitario e disincantato ma generoso, alla perenne ricerca di "un'altra isola".
Le successive avventure di Corto Maltese si sono dipanate in tutto il mondo, da Venezia, la città dove Pratt era nato e che più amava, alla lontana Manciuria, e coprono un vasto lasso di tempo. "Il primo riferimento a Corto Maltese compare nel volume Port Arthur dell'Ammiraglio Nagumo, pubblicato a Parigi nel 1913, in un capitolo dedicato allo scrittore Jack London. "Tra i suoi amici c'è un giovane marinaio, sicuramente italiano, che viaggia con un passaporto britannico. Si chiama Corto Maltese, e malgrado la giovane età, ha strette relazioni con importanti personaggi cinesi e manciù. Si sospetta che sia un agente segreto inglese, e che abbia preso parte attiva alla battaglia di Pechino del 1900"". Così recita una biografia di Corto realizzata dallo scrittore spagnolo Juan Antonio de Blas. In realtà, il marinaio di Hugo Pratt è un eroe immaginario, quindi non ha potuto conoscere Jack London, né partecipare alla battaglia di Pechino. Ma, come è accaduto a pochissimi personaggi d'invenzione ‒ tra cui il famoso detective Sherlock Holmes ‒ molti lettori delle sue avventure lo ritengono così vero, che amano credere che sia esistito realmente.