cortisonico
Farmaco a struttura steroidea, dotato delle proprietà antinfiammatorie dei corticosteroidi glicoattivi, rispetto ai quali, tuttavia, non provoca alcune azioni collaterali. La serie dei c. è stata aperta con la sintesi del cortisolo, ma più sostanziali progressi terapeutici sono stati realizzati con l’introduzione del prednisone, del prednisolone, del triamcinolone, del desametasone, del betametasone e di altri preparati analoghi.
Alla sintesi di queste sostanze si è giunti apportando modifiche strutturali ai corticosteroidi naturali. Si è visto che l’introduzione di un doppio legame tra C1 e C2 (prednisone e prednisolone) esalta la proprietà antinfiammatoria del cortisone e del cortisolo, senza modificare in modo sensibile l’azione sul ricambio idrosalino (azione mineraloattiva: ritenzione di acqua e cloruro di sodio, deplezione di potassio), e che analoghi risultati si ottengono anche con l’introduzione di un atomo di fluoro in posizione 9 e contemporaneamente di un gruppo ossidrilico o metilico in posizione 16 (triamcinolone e desametasone).
Questi nuovi composti steroidei in confronto al cortisone presentano un’attività antinfiammatoria superiore e comportano soprattutto scarsi effetti collaterali (edemi, ipertensione arteriosa, paralisi muscolari ecc., dovuti alla perturbazione dell’equilibrio idrico-salino). Tuttavia i c. mantengono inalterate altre attività ormonali, per cui il loro uso deve essere particolarmente oculato, sia rispetto alla necessità del loro impiego, sia rispetto alla dose utilizzata ed alla durata del trattamento. Questo al fine di evitare i numerosi inconvenienti connessi all’impiego dei c. quali comparsa di ulcere peptiche in soggetti predisposti, turbe del metabolismo glucidico, riduzione del tessuto muscolare e della massa ossea, redistribuzione del grasso corporeo, inibizione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene.