CORTILE (dal lat. cors; fr. cour; sp. patio; ted. Hof; ingl. courtyard)
È quella porzione di area scoperta compresa tra i corpi di fabbrica di un edificio che serve a dare aria e luce agli ambienti interni, al passaggio di persone e di veicoli, o a funzioni e servizî varî inerenti alla vita degli abitatori e degli utenti.
Di cortili sono fornite le case, i palazzi, i recinti dei templi egiziani e assiro-babilonesi, le case cinesi e quelle dell'America Centrale precolombiana, gli edifici sacri e profani dell'India e della Giudea (v. abitazione; casa; palazzo). Cortili sono l'αὐλή delle case greche, l'atrio (v.) e il peristilio (v.) delle case e dei palazzi romani: troviamo cortili nelle abitazioni musulmane, nelle case, castelli, chiese e conventi (v. chiostro) e altri edifici medievali, ambienti tutti dotati di peculiari caratteristiche architettoniche e funzionali. Nel Rinascimento, col rinnovarsi delle tradizioni architettoniche classiche, anche il cortile assume forme importanti e complesse: vicino alle piccole corti recanti aria e luce agli interni delle case borghesi, ecco svolgersi il mirabile organismo dei cortili centrali, contornati da portici sormontati da varî ordini di logge. Negli hôtels francesi del sec. XVII e XVIII, vediamo quasi sempre davanti alla sontuosa mole dell'edificio principale, un grande cortile d'onore, e talvolta, a fianco e con esso comunicante, un cortile di servizio su cui si aprono le stalle, le rimesse e altri ambienti d'uso domestico. Nei castelli e ville di campagna si nota talvolta un'altra specie di cortile di servizio, la basse-cour, propria anche delle fattorie, adibita all'allevamento di animali domestici e ad altre funzioni agresti.
Rispetto ai cortili si possono nell'epoca attuale distinguere due categorie di fabbriche, quelle per cui il cortile non ha funzioni specifiche indispensabili all'uso e quelle per cui esso è invece parte integrante dell'organismo. Tra queste si possono citare molte officine e fabbriche, i grandi docks e depositi, le caserme, le scuole di una certa vastità, specialmente le elementari e i giardini d'infanzia, le prigioni e i reclusorî, gli ospedali ed ospizî. Soprattutto è frequente l'uso del cortile nella casa d'abitazione. Mentre le case isolate e a scarsa superficie coperta hanno l'area libera disposta esteriormente a un poligono circoscritto alla loro pianta, e sistemata a giardino, le case di vasta superficie coperta, sia intensive sia estensive, risentono la necessità di racchiudere cortili tra i corpi di fabbrica: ciò si verifica sempre quando il lotto d'area totale abbia notevole grandezza, sia che esso appartenga ad un solo proprietario o a più, nel qual caso i diversi cortili sono fra loro a contatto, lateralmente o in profondità, e divisi l'uno dall'altro mediante muri di cinta: un cortile può anche aderire a un muro cieco dell'edificio confinante, sia frontale sia laterale.
I rapporti intercedenti tra i cortili di proprietà finitime, le dimensioni di essi e per conseguenza le forme, in funzione dell'altezza dei corpi di fabbrica prospicienti appartenenti a uno stesso o a più edifici, e molte altre caratteristiche metriche e costruttive, sono soggetti in ogni paese a una serrata codificazione prevista sia nei codici civili, sia nei regolamenti edilizî. Per dare un esempio riferentesi esclusivamente alle proporzioni, si può citare il regolamento edilizio vigente per la città di Roma, in cui l'art. 35 prescrive che per le zone periferiche di nuova costruzione, l'area dei cortili debba essere almeno 1/5 della somma delle superficie dei muri che la circondano, valutata senza detrazione dei vuoti di porte e finestre; e debba esser tale che, conducendo da un muro prospiciente la normale media fino al muro opposto, questa non risulti minore dei 2/3 dell'altezza del muro stesso, riferita al piano del cortile, e nel caso di cortili pensili, al piano stradale. Per i cortili situati nella zona centrale della città cotesti coefficenti numerici diventano 1/8 e 2/5 rispettivamente.
I cortili hanno funzioni speciali e forme corrispondenti negli edifici nei quali costituiscono parte integrante dell'intero organismo; negli edifici d'abitazione ad uso di una sola famiglia permangono anche oggi, con qualche variante, i tipi di cortile a cui si è accennato a proposito del suo sviluppo storico, cortili d'onore, cortili centrali, cortili di servizio, corti rustiche in campagna: ma non si svolgono più in essi, nelle città, le operazioni di vita domestica, le quali invece si effettuano in locali appositi (lavatoi, stenditoi, rimesse per la pulizia delle vetture e automobili, ecc.), e tanto più ciò si dica degli edifici di abitazione collettiva in cui esiste spesso, per dette operazioni, una speciale organizzazione centrale. I cortili delle case d'abitazione collettiva, sono dunque soltanto organi d'illuminazione, di aereazione e passaggio, sistemati con semplicità e con grazia, specie nelle costruzioni estensive (v. casa).
Qualora si renda necessaria in un edificio la presenza di un grande ambiente terreno (come nelle banche, palazzi di poste e telegrafi, grandi alberghi, ecc.) si preferisce ubicare detto ambiente nell'interno del cortile, coprendolo all'altezza del primo o del secondo piano con una vetrata o con un solaio dotato di lucernarî, il quale determina allora un cortile pensile.
Funzioni analoghe ai cortili hanno le chiostrine cavedî ehe servono ad aerare e illuminare, quando non possa altrimenti risolversi il problema, i soli ambienti di servizio (bagni, latrine, corridoi), esclusi sempre gli ambienti abitabili, le cucine, le stalle ed officine e altri locali donde emanino esalazioni nocive e fastidiose.
I regolamentî edilizî contengono norme speciali per l'uso delle chiostrine: ad esempio, quello della città di Roma prevede per esse una superficie non minore a 1/26 della somma delle superficie dei muri che le limitano, misurata dal piano del pavimento alla sommità, ed esige che la normale minima tra i muri opposti non possa essere inferiore a m. 2,50. Le chiostrine, tranne quelle di grandi dimensioni, debbono essere coperte con tettoie a vetri aperte tutto in giro, tanto sopraelevate sui muri di perimetro da lasciare per la ventilazione una sezione totale uguale almeno alla sezione delle chiostrine stesse; ed essere nella parte inferiore in diretta e permanente comunicazione con le vie o con cortili principali, e facilmente accessibili per la necessaria pulizia.
V. tavv. CIX-CXVI.