cortesemente
Avverbio di modo, escluso per ragioni eufoniche o di misura dalla terzina dantesca; spoglio in apparenza delle implicazioni concettuali del sostantivo e dell'aggettivo corrispondenti, quindi limitato all'accezione più banale e ancora viva di " benevolmente ", " dolcemente ".
Così in Vn XII 11 5 Tu vai, ballata, sì cortesemente; Cv IV XXV 1 soavi reggimenti, che sono dolce e cortesemente parlare, dolce e cortesemente servire e operare (la Simonelli legge reggimenti, che sono dolce e cortesi[s]si[ma]mente parlare, dolce e cortesemente servire e operare).
Anche in Fiore LXIII 8 che cortesemente la ti passi, cioè sopporti " di buon grado " la tua perdita al gioco; CLXVI 2 cortesemente lor torni la testa; CLXXII 5.