corteccia
La parte esterna di un organo che racchiude o avvolge una sostanza di struttura diversa: c. cerebrale, c. cerebellare (➔ cervelletto), c. del rene, c. delle ghiandole surrenali (➔ surrene). Il termine è abitualmente, e se non specificato in modo diverso, riferito a quella del cervello.
È lo strato sottile, che segue avvolgendole tutte le circonvoluzioni cerebrali, formato da materia grigia, cioè da sei strati di neuroni di forma e dimensioni diverse (accolti nella glia vascolarizzata), e da fibre. La c. cerebrale ha funzione di associazione, analisi, partenza di riflessi, elaborazione di stimoli. A questi compiti sono deputate le diverse zone delle circonvoluzioni cerebrali: si parla infatti di c. olfattiva, c. motoria, c. somatosensoriale, c. uditiva, c. visiva, ecc. Rispetto al passato si è tuttavia ridimensionata l’alta specificità delle zone corticali: la diagnostica per immagini, la PET, gli studi sulle reti neuronali dimostrano la grande versatilità e plasticità funzionale della c., anche se permane il concetto di emisfero dominante (nei destrimani, ma anche nel 70% dei mancini, il centro del linguaggio è a sinistra) e sono precise le localizzazioni dell’elaborazione degli impulsi che partono dai nervi cranici.
La c. olfattiva è nella parte antero-mediale del lobo temporale, la c. visiva nel lobo occipitale (lesioni estese di esso provocano la cosiddetta cecità corticale); anche i movimenti oculari sono controllati dalla c. occipitale. L’ottavo paio di nervi cranici, deputato alle funzioni uditive e vestibolari, è connesso funzionalmente al lobo temporale. Il sistema cortico-spinale, o piramidale, controlla e organizza i movimenti, e origina nel quinto strato della c. frontale, temporo-parietale e parietale. La c. sensitiva riceve gli stimoli dalle afferenze talamiche ed è localizzata nella zona parietale. La c. frontale è anche deputata allo sviluppo e al mantenimento della personalità del soggetto.