corso
Nel significato latineggiante e duecentesco di " corsa ", rimasto poi nell'italiano letterario come arcaismo, ricorre solo in If XXXIII 34 In picciol corso mi parieno stanchi / lo padre e ' figli.
In accezione estensiva, e in contesto figurato, vale " moto ", " traiettoria ", riferito alla freccia, in Rime CXVI 74 E questa sbandeggiata di tua corte, / signor, non cura colpo di tuo strale: / fatto ha d'orgoglio al petto schermo tale, / ch'ogni saetta lì spunta suo corso.
Più spesso è riferito al sole, ai corpi e alle sfere celesti, con uso già attestato nel latino classico e nella lingua del Duecento (per es. Ristoro Composizione del mondo I 2 " E vegonse [le stelle] tutte movare; e tale se move, e ha grande corso; e tale se move, e ha piccolo corso ", Segre-Marti, Prosa 896): Pg XV 5, Pd I 40 Surge ai mortali per diverse foci / la lucerna del mondo; ma da quella / che quattro cerchi giugne con tre croci, / con miglior corso e con migliore stella / esce congiunta. Pregnante il significato di c. in Pd VI 2 Poscia che Costantin l'aquila volse / contr'al corso del ciel.
D. non vuole semplicemente alludere, sulla base di una designazione astronomica, al trasferimento dell'Impero da ovest a est, contrario al moto del cielo da oriente a occidente, bensì alla trasgressione di un ordine naturale, etico e provvidenziale. Gli antichi commentatori colsero in pieno il senso dell'espressione (v. ad es. il Lana: " Contra lo corso, coè Costantino la portò d'Italia in Grecia, com'è ditto, ch'è contra lo corso del celo, ch'è da levante in ponente ". Il Buti: " Imperò che 'l cielo fa la revoluzione sua dall'oriente inverso l'occidente... e la revoluzione del cielo dall'oriente all'occidente è secondo il primo mobile; ma l'ottava spera e li pianeti fanno contraria revoluzione dall'occidente inverso l'oriente. E perché di questi due movimenti... quello del primo mobile... si chiama naturale, uniforme e diritto, e l'altro si chiama accidentale, diviso e obliquo, vuole dare ad intendere l'Autore che la venuta dello imperio da oriente ad occidente fusse produtta secondo la influenzia di tutti i cieli... ma la ritornata fusse pure secondo lo moto contrario delle otto spere e della loro influenzia, che non è naturale e uniforme e diritto, sicché non fu ragionevole come la venuta, né diritta, però che fu contra l'ordine del moto universale ".
Nell'accezione pure estensiva di " percorso ", " corrente di fiume ", la parola ricorre in If XIV 115 Lor corso [dei fiumi infernali] in questa valle si diroccia; in XXXII 25 Non fece al corso suo sì grosso velo / di verno la Danoia in Osterlicchi, / né Tanaï là sotto 'l freddo cielo, / com'era quivi, nel Cocito. Nello stesso ambito semantico ricade l'espressione fraseologica ‛ aver c. ', " scorrere ", " fluire ", in If XXXIV 132 un ruscelletto... quivi discende / per la buca d'un sasso, ch'elli ha roso, / col corso ch'elli avvolge, e poco pende, e Pg XIV 18 E io: " Per mezza Toscana si spazia / un fiumicel che nasce in Falterona, / e cento miglia di corso nol sazia... ". A questi passi si può aggiungere If XX 79 [il Mincio] Non molto ha corso, ch'el trova una lama, dove tuttavia ha corso può essere anche voce verbale.
Inteso in senso metaforico già vivo nel latino, il termine vale " cammino ", " corso ", " svolgimento "della vita o di un'età della stessa, in If XV 88 Ciò che narrate di mio corso scrivo, " di quello che mi dee avvenire nel corso della mia vita scrivo " (Buti); stesso significato ha in Cv IV XXVII 2, dove, nella traduzione da Cicerone (Senect. X 33), D. riprende letteralmente il vocabolo latino ‛ cursus '. Riferito a entità non materiali, si trova in espressioni fraseologiche, in If XI 99 " Filosofia ", mi disse, " a chi la ‛ ntende /, nota, non pure in una sola parte, come natura lo suo corso prende / dal divino 'ntelletto e da sua arte ", dove il Boccaccio così commenta: " Lo suo corso prende dal divino intelletto, in quanto più non adopera se non quanto conosce essere della intenzion di Dio; e, perciò che essa prende quindi il suo movimento all'operare, così ancora da quello, in quanto puote, prende la forma dell'operare; per la qual cosa l 'A. dice: e da sua arte ".
In Pg VIII 139 se corso di giudicio non s'arresta, vale " svolgimento ", ed è riferito alla completa attuazione del decreto divino.
In Pd I 130 c. ha il significato di " via segnata dall'inclinazione naturale ", " ordine " (Ottimo) naturale e provvidenziale: Vero è che, come forma non s'accorda / molte fïate a l'intenzion de l'arte, / perch'a risponder la materia è sorda, / così da questo corso si diparte / talor la creatura (" Si diparte da questo corso, scilicet ordinis providentiae Creatoris ", Benvenuto).