PECORI GIRALDI, Corso
– Nacque a Pozzuoli in provincia di Napoli il 9 luglio 1899 dal conte Alessandro, all’epoca ingegnere capo presso la ditta Armstrong, e dalla baronessa Eleonora von Tautphoeus, figlia di un diplomatico tedesco.
Il 30 settembre 1913 Pecori Giraldi divenne allievo della Regia accademia navale di Livorno e, completato l’iter formativo, il 2 novembre 1917 fu promosso guardiamarina nel corpo dello Stato maggiore generale e imbarcato sulla moderna corazzata «Duilio» come sottordine alle artiglierie.
Il 1° ottobre 1918 fu nominato sottotenente di vascello e dopo circa sette mesi fu trasferito sulla corazzata «Cavour» e poi sull’esploratore «Sparviero». Il 1° luglio 1921 ritornò in Accademia navale per seguire il corso superiore e il successivo 8 dicembre divenne tenente di vascello.
Dopo altri imbarchi in qualità di direttore del tiro, fra il 1° ottobre 1924 e il 26 ottobre 1925 fu aiutante di bandiera del comandante dell’Accademia navale per poi svolgere per poco più di due anni l’incarico di ufficiale addetto ad Aimone di Savoia-Aosta, duca di Spoleto, imbarcato sul cacciatorpediniere «Quintino Sella». Il 16 gennaio 1928 ebbe il suo primo comando navale, quello della cannoniera da scorta «Andrea Bafile», per poi svolgere il medesimo incarico sulla torpediniera «53 AS».
L’11 aprile 1929 fu promosso capitano di corvetta e tre giorni dopo divenne capo dell’ufficio coordinamento presso lo stato maggiore della Marina. Dal 19 gennaio al 17 aprile 1930 fu segretario della delegazione italiana che prese parte alla conferenza navale di Londra per la riduzione degli armamenti.
Rientrato in Italia, il 14 luglio 1930 sposò Maria Francesca Frascara, con la quale ebbe Maria Josè (1931), che si sarebbe affermata come biologa, Alvise (1932), futuro ufficiale superiore della Marina, e Piero (1935), che sarebbe diventato dirigente della IBM.
Pecori Giraldi, dopo altri imbarchi e destinazioni a terra, il 2 aprile 1934 divenne capitano di fregata e dal 9 agosto 1935 al 4 ottobre 1936 fu sottocapo di stato maggiore del dipartimento militare marittimo di Napoli, per poi essere mandato a Roma al gabinetto del ministro della Marina come ufficiale di collegamento con il dicastero degli Affari esteri.
Il 19 settembre 1937 fu destinato a seguire l’allestimento del cacciatorpediniere «Vincenzo Gioberti», del quale fu il primo comandante e, appena pronto, prese parte alle operazioni che coinvolsero la Marina durante la guerra di Spagna.
La sua perfetta conoscenza del tedesco fece sì che, dopo altri imbarchi, il 7 giugno 1938 ottenesse la nomina ad addetto navale presso l’ambasciata italiana a Berlino quando stava maturando l’avvicinamento fra l’Italia fascista e la Germania nazista.
Il 1° gennaio 1940 fu promosso capitano di vascello e, dopo l’ingresso dell’Italia nella seconda guerra mondiale, dal 2 aprile 1941 ebbe il comando del gruppo navale nell’Egeo settentrionale con sede ad Atene, incarico abbinato a quello di capo di stato maggiore del comandante della Marina tedesca dell’Egeo, per il quale ebbe dalle autorità germaniche la croce di ferro di seconda e poi di prima classe.
Nel febbraio 1942 divenne comandante della corazzata «Vittorio Veneto», una delle tre più grandi navi che la Marina ebbe in servizio, con la quale prese parte alle operazioni di guerra nel Mediterraneo e che, in seguito alla proclamazione dell’armistizio dell’8 settembre 1943, in ottemperanza agli ordini ricevuti, portò dapprima a Malta e poi in Egitto ai laghi Amari. Per l’attività svolta durante il conflitto fino a quel momento ebbe la nomina a cavaliere dell’Ordine militare di Savoia, una medaglia d’argento e una di bronzo al valore militare. Rimpatriato, dal 12 novembre 1943 fu capo del reparto operazioni dello stato maggiore della Marina e dal 16 gennaio 1947, con la nomina a contrammiraglio, divenne sottocapo di stato maggiore della forza armata e membro ordinario del Consiglio superiore di Marina.
Il 1° marzo 1948 fu promosso ammiraglio di divisione, il 15 maggio 1950 assunse il comando della 3ª divisione navale e dal successivo 10 dicembre quello della 1ª. Il 1° ottobre 1951 divenne comandante militare marittimo di Venezia nel periodo in cui si erano inaspriti i rapporti con la Jugoslavia e l’8 novembre 1952 raggiunse il grado di ammiraglio di squadra. Il 25 febbraio 1953 ebbe la nomina a comandante in capo del dipartimento dell’Adriatico e il 10 agosto 1955 divenne capo di stato maggiore della Marina, incarico che resse per quasi sette anni.
Durante quel periodo si dedicò al potenziamento della flotta tramite due programmi di costruzioni navali – il primo nel 1957-58, il secondo nel 1960-61 – che contemplavano anche la realizzazione di grandi incrociatori lanciamissili e portaelicotteri, di fregate antisommergibili e di cacciatorpediniere lanciamissili. Pecori Giraldi inoltre curò la riorganizzazione dei comandi e dei servizi a terra, fece perfezionare gli armamenti e intensificò l’addestramento del personale.
Dopo essere stato collocato in ausiliaria per raggiunti limiti di età il 10 luglio 1962, morì a Freiburg im Breisgau, all’epoca nella Repubblica federale tedesca, il 17 maggio 1964.
Fonti e Bibl.: Roma, Ministero della Difesa, Archivio dell’Ufficio storico della Marina militare, Biografie ufficiali, b. P1, f. 42; Fondo Santoni, bb. 78, 79, 80, 90, 98, 136; necr., Ricordo dell’ammiraglio di squadra C. P. G., in Rivista marittima, XCVII (1964), 6, pp. 69 s. Inoltre: M. A. Bragadin, Il dramma della Marina italiana 1940-1945, Verona 1968, p. 133; G. Giorgerini, Da Matapan al Golfo Persico, Milano 1989, pp. 153, 398, 599, 622, 628, 630; O.O. Miozzi, Ordine militare d’Italia, Roma 1991, p. 280; F. Bargoni, L’impegno navale italiano durante la Guerra civile spagnola (1936-1939), Roma 1992, p. 295; G. Giorgerini - A. Nani, Almanacco storico delle navi militari italiane, Roma 1996, p. 148; O.O. Miozzi, Le medaglie d’argento al valore militare, II, Roma 2001, p. 512; Id., Le medaglie di bronzo al valore militare, III, Roma 2003, p. 299; R. Battista La Racine - F. Prosperini, La Marina militare 1861-1991. Compendio di 130 anni di vita, Roma 2007, pp. 108, 272.