CORRIDONIA (già Pausula; A. T., 24-25-26 bis)
Comune agricolo delle Marche, in provincia di Macerata e diocesi di Fermo; nelle Costituzioni egidiane (Liber Constitutionum Sancte Matris Ecclesie, 1357) è, con il nome di Mons Ulmi, annoverato tra le Civitates mediocres del Piceno, con Osimo, Tolentino, Civitanova, ecc.: Montolmo, denominazione risalente al Mille e ancora oggi persistente nel volgare contadinesco, venne, solo dopo il 1860, cambiata nel romano nome di Pausula. Si chiamò Corridonia, nella seconda metà del 1931, in onore del pausolano Filippo Corridoni. Il municipio romano di Pausulae era, però, di fronte e a N. dell'attuale centro, nei piani a sinistra del Chienti, a circa 4 km. in linea retta.
L'attuale centro è uno dei balconi interni della regione, su cresta collinosa (a 255 m. s. m.), plasmata, nelle arenarie o sabbioni e nelle argille plioceniche, dall'Entogge e dal salino Cremone, affluenti di destra del Chienti: il balcone pausolano, fronteggiante l'altro più elevato (m. 320) del capoluogo, Macerata, a 7 km. in linea d'aria, domina tutto il corso inferiore chientino e le sue larghe e fertili piane fino all'Adriatico, distante 20 chilometri.
Il territorio del comune è di kmq. 61,97, ed è costituito di dolci colline, di fertili piane, del larghissimo alveo alluvionale del Chienti, parte con selvaggia vegetazione spontanea, le rote, parte ghiaioso e sterile; in qualche prossimo pendio collinoso, volto a N., si ebbero larghe frane per scorrimento dell'humus e del sabbione sulla sottostante argilla (a Colbuccaro). Un esteso conglomerato calcareo-fluviale è, a notevole quota, presso il camposanto: acque solforoso-saline sono presso il Cremone.
Le quote altimetriche estreme sono di m. 260 e m. 60: il terreno agrario è di ha. 5648, intensivamente coltivato a grano, a vigna, a foraggiere, a gelsi; i prodotti principali (esportazione) sono il grano, il vino, il bestiame (bovino e suino), i bachi.
La popolazione di ab. 8948 nel 1901, saliva ad ab. 8999 nel 1921 e ad ab. 9934 (legale) e 9869 (presente) al 21 aprile 1931, con densità di 160 per kmq., notevolmente superiore alla media del regno, ed era di 9291 ab. nel 1936. Essa è accentrata per un solo terzo (circa 3200 ab.); mentre gli altri due terzi sono sparsi in tre piccole frazioni e nelle case coloniche.
La stazione ferroviaria è a 6 km. dal centro, sulla linea diagonale o interna Porto Civitanova-Fabriano: una rete di ridenti strade irradia dal centro al capoluogo e ai prossimi paesi di collina.
Monumenti. - Il monunento architettonico più notevole è nel luogo del municipio romano di Pausulae: S. Claudio al Chienti, del sec. XII. Esso consta di due chiese sovrapposte, di pianta quadrata, divise all'interno in nove campate, di cui cinque ad esedra, collegate in facciata da due torri angolari cilindriche. Nell'abitato alcune case e la chiesa di S. Francesco serbano tracce della originaria costruzione trecentesca. Notevoli dipinti sono in altre chiese: in S. Agostino una Madonna allattante il Bambino di Andrea da Bologna, datata e firmata 1372, e un'altra di Carlo Crivelli; nella chiesa dei SS. Pietro e Rocco tre tavole, già parti di un'ancona di Antonio Vivarini, un trittico di Lorenzo d'Alessandro da Sanseverino e una tela del Pomarancio. In municipio, oltre a varie iscrizioni sepolcrali e frammenti di lapidi di epoca romana, è conservata una tavola con S. Francesco, di scuola senese del '400.
Bibl.: L. Lanzi, Della condizione e del sito di Pausula città antica Picena, Firenze 1792; P. P. Bartolazzi, Montolmo oggi Pausula, Pausula 1887; G. Rossi, S. Claudio al Chienti, in Atti e mem. della R. Deputazione di storia patria per le Marche, II, Ancona 1896; P. Toesca, Storia dell'arte italiana, I, Torino 1927, p. 575; L. Serra, L'arte nelle Marche, Pesaro 1929.