PAVOLINI, Corrado
Poeta e regista, nato a Firenze l'8 gennaio 1898, morto a Cortona (Arezzo) il 10 aprile 1980. Figlio di Paolo Emilio, illustre linguista e orientalista, e fratello di Alessandro (v. App. II, ii, p. 511), segretario del Partito fascista repubblicano, P. partecipò alla prima guerra mondiale e fu prigioniero in Ungheria. Tornato a Firenze, si avvicinò agli ambienti futuristi; fu grande amico del pittore P. Conti e con lui nel febbraio 1919 fondò il mensile Il Centone, dove pubblicò le sue prime poesie; in seguito fondò e diresse le riviste L'Enciclopedia e Lo Spettatore. Collaborò come redattore artistico, cinematografico e letterario a Il Tevere (1925-32), poi a L'Italiano di L. Longanesi e a Il Selvaggio di M. Maccari. Nel 1924 erano intanto usciti il saggio F.T. Marinetti e le prose Elixir di vita (poi nelle Edizioni di Solaria, 1929); nel 1926 Cubismo, Futurismo, Espressionismo, uno tra i primi saggi a dare notizia critica di quei movimenti.
Le prime raccolte di liriche, Poesie (1923) e Odor di terra (1928), con prefazione di G. Ungaretti − che sottolineò la capacità del poeta di esprimere l'"ineffabile" pur mantenendo un "carattere famigliare e cordiale" − e Patria d'acque (1933) provano una decisa adesione al rigore stilistico d'impronta neoclassica propugnato da La Ronda, cui va ad aggiungersi un personale recupero di moduli ottocenteschi, che tuttavia non umiliano o deformano la spontanea vena di rievocatore di sentimenti e paesaggi quotidiani e familiari. Questo suo timbro particolare si raffina nelle raccolte successive (Dediche, 1941; Natura morta, 1952; Diario di un anno, 1961; Ultime estreme, 1978), ove il dettato essenziale e il "puntiglio di bellezza" di P. si arricchiscono d'intensa partecipazione umana. A partire dai primi anni Trenta, l'attività di P. fu prevalentemente rivolta al teatro come autore, traduttore (Molière, Shakespeare, Hugo, Shaw, Valéry, ecc.), curatore (di particolare rilievo l'ampia silloge in tre volumi Tutto il teatro di tutti i tempi, 1952-53) e soprattutto come regista (su questo argomento nel 1944 pubblicherà il saggio Lo spettacolo teatrale). Esordì come autore teatrale nel 1926, con l'atto unico Eco e Narciso; del 1927 è il dramma La Croce del Sud, scritto insieme a T. Interlandi con un preambolo di L. Pirandello, che lo mise in scena nello stesso anno (fu pubblicato nel 1930); del 1930 è I quattro pretendenti, cui seguirono La donna del poeta (1934), Ciro (1940), in collaborazione con S. Landi; e Bob e la farfalla (1956). Innumerevoli furono a partire dal 1936 le regie teatrali, radiofoniche, televisive, operistiche; e fertile fu anche l'attività di critico teatrale.
P. fu anche redattore dell'Italia letteraria, che diresse dal 1931 al 1934, e delle riviste Intercine (del 1935) e Cinema (1936-38); fu co-sceneggiatore di film diretti da A. Blasetti (Un'avventura di Salvator Rosa, 1940; La corona di ferro, 1941; Quelli della montagna, 1943), da R. Castellani (Un colpo di pistola, 1942) e da altri; e librettista per A. Casella (Il deserto tentato, 1937) e V. Mortari (La figlia del diavolo, 1954). Postuma, è uscita Autobiografia effimera (a cura di N. Caldarone, con prefazione di G. Manacorda, 1990), diario giovanile degli anni 1915-20.
Bibl.: E. Montale, in Pègaso, gennaio 1929 (poi in Id., Sulla poesia, a cura di G. Zampa, Milano 1976); A. Grande, in L'Ambrosiano, 22 giugno 1932; G. Ravegnani, in I Contemporanei, s. 2, Modena 1936; Id., Uomini visti, Milano 1955; N. Caldarone, Corrado Pavolini e la poesia del '900, Roma 1978; M. Pavolini Hannau, Cinquantanove anni meno un giorno, Cortona 1983.