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GIACQUINTO, Corrado

di Alfonso De Romanis - Enciclopedia Italiana (1932)
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GIACQUINTO, Corrado

Alfonso De Romanis

Pittore, nato a Molfetta nel 1703, morto a Napoli circa il 1765. Si recò in questa città nel 1719, fu scolaro di Nicolò Maria Rossi, ed è probabile che si perfezionasse presso il Solimena. Nel 1723 si recò a Roma, attratto dalle maggiori possibilità di lavoro che offriva la città papale e che avevano già dato a Sebastiano Conca dominio incontrastato nel campo della poco vigorosa pittura post-marattiana. A Roma lavorò per la decorazione di S. Nicola dei Lorenesi, nel 1732. Nel 1741 da Roma mandò a Torino per la chiesa del Carmine un quadro d'altare, ed è tradizione che a Torino si recasse presso i duchi di Savoia per varî lavori di pittura e di decorazione, nel Palazzo reale e in altri edifici della corte. Altri suoi lavori in Roma furono gli affreschi della cappella Ruffo in S. Lorenzo in Damaso (1735), quelli della vòlta e del coro di S. Giovanni Calabyta (1741-42), quelli di S. Croce in Gerusalemme (1744). Fu anche nelle Marche e nell'Emilia (Fermo, Macerata, Cesena). Nel 1752 era a Madrid, ove fu nominato pittore li corte e direttore dell'Accademia di S. Fernando come successore di Iacopo Amigoni. Nel Museo del Prado è una cospicua raccolta dì suoi dipinti, eseguiti fra il 1752 e il'61, data probabile del suo ritorno in Italia. Trascorse l'ultimo triennio di vita a Napoli.

Fra i grandi decoratori meridionali del Settecento, il G. fu, dopo il Conca, quegli che s'allontanò più decisamente dai modi del Solimena: ma restò quasi immune dall'influsso accademico romano per la sua ferace immaginazione coloristica. I suoi dipinti si distinguono per la pennellata lieve, fluida e grassa, e per il vivissimo cangiantismo cromatico, portato talvolta a eccessi non rispondenti ad alcuna funzione della luce sul colore.

Bibl.: B. De Dominici, Vite dei pittori ecc. napoletani, III, Napoli 1743, pagine 7, 22 segg.; Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XIII, Lipsia 1920; L. Serra, in Rass. march., I (1922-23), pp. 250-57 (sui dipinti del G. nella Pinac. di Montefortino); V. Moschini, G. e la pitt. barocca tarda in Roma, in L'Arte, XXVII (1924), pp. 104-23; U. Ojetti, L. Dami, N. Tarchiani, La pitt. ital. del '600 e del '700 alla mostra di pal. Pitti, Milano-Roma 1924; L'anno di nascita di C. G., in Rass. march., V (1926-27), p. 207.

Vedi anche
Madrid Città della Spagna (3.213.271 ab. nel 2008), capitale dello Stato e capoluogo dell’omonima provincia. Situata nella Nuova Castiglia, sorge sulla Meseta, alle pendici meridionali della Sierra de Guadarrama, ed è lambita a O e a SO dal fiume Manzanares. Posta a 580-696 m s.l.m., è la più elevata delle ... Francesco De Mura De Mura (o Di Muro), Francesco. - Pittore (Napoli 1696 - ivi 1784), allievo di F. Solimena e seguace di L. Giordano. La sua opera maggiore sono i grandi affreschi nel soffitto della chiesa dei SS. Severino e Sossio a Napoli (1742); in seguito subì l'influsso di S. Conca. Sebastiano Cónca Cónca, Sebastiano. - Pittore (Gaeta 1680 oppure 1676 - Napoli 1764). Dal 1706 al 1752 attivo a Roma, a eccezione di brevi soggiorni a Siena e a Torino; lavorò poi a Napoli e a Gaeta. Accademico di S. Luca dal 1718, produsse opere di grande formato, improntate allo stile di A. Sacchi e di C. Maratta: ... Bernardo Cavallino Pittore (Napoli 1616 - ivi 1656). Varie influenze, dirette e mediate, di Tiziano, di Rubens, di van Dyck e soprattutto del Caravaggio e dei caravaggeschi napoletani, affiorano nel suo stile, ricco di un delicato senso della luce, colta nei suoi passaggi più raffinati e preziosi, e di una grande eleganza ...
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  • Giaquinto, Corrado
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    Pittore (Molfetta 1703 - Napoli 1765). A Napoli, dove si recò nel 1719, fu allievo di N. M. Rossi e forse di F. Solimena. Nel 1723 si stabilì a Roma e collaborò con S. Conca, con il quale nel 1730 si recava a Torino; ivi G. dipinse varie tele per le chiese di S. Filippo Neri e di S. Teresa, la Venaria ...
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