• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

BOIANI, Corrado

di Maria Laura Iona - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 11 (1969)
  • Condividi

BOIANI, Corrado

Maria Laura Iona

Figlio di Guglielmo marchese d'Istria per il patriarca Ludovico della Torre e di Alice di Castel Porpetto, fu il tipico rappresentante del governo di Cividale, che sotto il patriarca Marquardo di Randeck si consolidò in senso aristocratico e assunse una funzione equilibratrice nel gioco delle fazioni.

Non è noto l'anno di nascita del B., ma la nomina nel 1385 a provveditore di Cividale fa pensare che possa collocarsi intorno al 1355-60. È ricordato per la prima volta nel 1366, quando il giovane B. allora già orfano di padre, insieme con il fratello Boiano, porse la spada al nuovo patriarca Marquardo di Randeck, in occasione del suo solenne ingresso in Cividale. Rimase anche in seguito, durante gli ultimi tumultuosi anni del dominio temporale dei patriarchi, quasi sempre fautore della loro politica, e quando nel 1381 la nomina del card. Filippo d'Alençon provocò la violenta opposizione di Udine, il Comune cividalese, il 10 agosto di quell'anno, inviò il B., benché inizialmente non fosse stato favorevole a quella scelta, dal nuovo patriarca per offrirgli l'omaggio e l'appoggio della città. Durante i contrasti dell'Alençon con Udine e Venezia, il B. manterrà i sudditi nell'obbedienza nonostante il vacillante governo di costui. Anche con il successore dell'Alençon, Giovanni di Moravia, il B. intrattenne buoni rapporti. Che fosse considerato un suo uomo di fiducia è dimostrato dal fatto che il Comune di Muggia, dove il B. nel 1392 era stato podestà, si rivolse a lui per ottenerne la mediazione nei contrasti sorti tra qual Comune e il patriarca. Nel 1394, infine, anche il Comune di Cividale lo incaricò di concludere la pace tra gli abitanti di San Daniele e il patriarca.

In quegli stessi anni il B. aveva stretti rapporti anche con i Carraresi signori di Padova (nel 1385 vi era stato ambasciatore del Comune di Cividale) ed era legato da personale amicizia a Francesco Novello, il quale nel 1388 era stato cacciato da Padova ad opera di Gian Galeazzo Visconti. Al suo ritorno in Italia dalla Baviera, dove aveva trovato rifugio, il B. lo accolse a Cividale e lo seguì nel 1390 durante la campagna per la riconquista di Padova. Nel 1400 poi accompagnò il figlio di Francesco Novello alle nozze del duca Guglielmo d'Austria.

La sua fama oltrepassava ormai i confini della sua patria: nel 1392 Firenze gli offrì il capitanato della città, ma il consiglio di Cividale non gli permise di accettarlo, mentre non si oppose quando nel 1394 fu chiamato come capitano a Gemona, probabilmente perché si trattava di un incarico in un luogo più vicino. Del resto non si era neanche opposto quando, all'inizio del 1392, era stato eletto podestà di Muggia, carica che ricoprì anche nel 1401 e nel 1406. Nel 1395 lo troviamo a Siena, quale ambasciatore di Cividale a papa Bonifacio IX, con l'incarico di sollecitare la nomina di Antonio Caetani a patriarca di Aquileia. Il 10 marzo 1396 fu creato maresciallo dal nuovo patriarca Antonio Caetani, che nel 1401-02 accompagnò in un viaggio nel Sud.

Al suo soggiorno a Napoli si riferisce una lettera di Maddalena, moglie di Luchino Visconti, alla moglie del B., Margherita, dove non senza malizia vengono descritte le avventure galanti del B.: "misèr C. era molto inamorado e per casòn del detto inamoramento el non lo podèa trar lo detto misèr C. de Napoli, ma tuto 'l di zostrava, torniava e danzava como è usanza deli homeni inamoradi".

Il B. fu invece uno degli avversari più intransigenti del patriarca Antonio Panciera, succeduto nel 1402 al Caetani assurto alla dignità cardinalizia. Alla base di tale inimicizia erano indubbiamente i contrasti tra il Comune di Cividale, dove il B. godeva del massimo prestigio (era stato rieletto provveditore del Comune nel 1388 e nel 1392, e poi di nuovo nel 1404, 1409 e 1411), e il nuovo patriarca per il possesso di Tolmino, che il Panciera in un primo momento (27 apr. 1402) aveva riconfermato a Cividale, ma poi richiesto per sé due anni più tardi. Quando il Panciera nel 1408 fu citato davanti alla Curia, il B. invitò il Consiglio di Cividale a non aderire alla protesta del Parlamento friulano contro la citazione.

Nel 1412 il B. si recò alla corte imperiale di Buda: la missione, intrapresa insieme con un cividalese, Niccolò de Portis, si doveva collegare sicuramente alla discesa in Italia dell'imperatore Sigismondo di Lussemburgo e all'elezione a patriarca di Ludovico di Teck, che era sostenuto da Cividale.

Nel frattempo lo scisma aveva fatto sentire i suoi effetti negativi anche nel Friuli, e, mentre Udine passava subito dalla parte di Alessandro V eletto nel concilio di Pisa (1409), Cividale continuava a parteggiare per Gregorio XII che nel 1409 vi riunì un concilio con scarsissima partecipazione; ostacolato però da Venezia, dovette fuggire poco tempo dopo. Ma, stranamente, in questa circostanza non si ha notizia del B., che potrebbe essersi tenuto prudentemente in disparte.

Nel 1414 invece, insieme con Pietro Marchesini da Udine e Giacomo Valvasone, venne inviato al concilio di Costanza come delegato del Parlamento del Friuli, con l'incarico di protestare contro le ingerenze di Venezia e dei duchi d'Austria nel Patriarcato. Ma i tempi dell'autonomia del Patriarcato erano ormai contati. Nel 1419 il B. fu inviato a Venezia con l'incarico di ottenere patti onorevoli per Cividale conquistata recentemente dalla Repubblica, ma vi morì prima del 27 luglio.

Il suo nutrito epistolario, raccolto nel Codice diplomatico Boiani, ci rende viva la sua personalità di uomo cavalleresco che vantava amicizie in molte corti italiane, e in particolare a Padova e a Ferrara. Alla corte estense infatti si recò varie volte per partecipare a feste e tornei, su invito degli amici Uguccione Contrari governatore degli Estensi e dei fratelli Ugo e Gherardo Boiardo. Ma era legato da amicizia anche a Niccolò de' Rustici, luogotenente di Carlo Malatesta a Rimini e al card. Pileo di Prata. Fu una delle ultime espressioni di quel tipo di nobile politicamente attivo in seno ai comuni friulani, che con la conquista veneziana di questa regione era destinato a scomparire dalla scena politica.

Fonti e Bibl.: Udine, Bibl. Com., Genealogie alfabetiche (ms. sec. XIX): Fam. della Pertica, di V. Joppi; Fam. Boiani, di E. Del Torso; Cividale, Museo Naz., Codice diplomatico Boiani, secc. XIII-XVIII, II (1300-1400), cc. 107-114, 118; III (1400-1500), cc. 3,6-8, 11 s., 14-16; VI (misc.), cc. 7, 9-20, 22-29, 31, 33-67, 109; Ibid., G. Guerra, Otium foroiuliense (ms. sec. XVIII), XXXI, p. 356; XXXII, p. 197; XXXV, p. 167; LV, p. 240; Trieste, Bibl. Com., Statuti di Muggia del 1341 c. βEE7/I. cc. 21v., 65r., 126v.; F. Di Manzano, Annali del Friuli, Udine 1862-65, V, pp. 234 s., 306, 349, 374, 386, 417, 434, 439; VI, pp. 12, 16, 33, 45, 62, 65, 74s., 83, 101, 103, 105, 110, 113-17, 126 ss., 134 s, 139, 142 s., 146, 163 s., 168, 180 s., 195, 239, 245, 265; V. Joppi, Documenti inediti sulla storia di Muggia nel sec. XIV, in Archeografo triestino, n. s., V (1877-78), pp. 291, 310-12, 315-17; G. Bianchi, Indice dei docc. per la storia del Friuli dal 1200 al 1400, Udine 1877, pp. 150, 156, 164, 166, 173, 175 s., 178 ss., 183-86, 188-92; G. De Renaldis, Memorie storiche dei tre ultimi secoli del patriarcato di Aquileia, Udine 1888, p. 48; V. Joppi, Documenti goriziani del sec. XV, in Archeografo triestino, n. s., XVIII (1892), pp. 8-10, 14 s., 21 s., 293, 300-302, 308-311; G. Grion, Guida storica di Cividale, Cividale 1899, pp. 64, 68-72, 74, 77, 79, 81, 162 s., Appendice, pp. XLVIII-LI; L. Zanutto, Il milite Corrado Boiani e la sua illustre casata, Udine 1902; L. Suttina, Contribuzione alla storia del costume signorile nel medioevo italiano, in Memorie storiche cividalesi, II (1905), pp. 91-109; A. Sacchetti, Corrado III Boiani, podestà di Muggia nell'Istria, in Mem. stor. cividalesi, III (1907), pp. 111-115; P. S. Leicht, Parlamento friulano, I, parte 2, Bologna 1925, pp. 385, 402, 421 s., 440, 506; P. Paschini, L'Istria patriarcale durante il governo del patriarca A. Caetani,1395-1402, in Atti e memorie d. Soc. istriana, XLII (1930), pp. 102 s., 109; Id., Il patriarcato di A. Caetani, in Mem. stor. forogiuliesi, XXVII-XXIX (1931-33), pp. 73, 105, 129, 160, 181, 189, 194, 204; F. Cusin, Il confine orientale d'Italia nella politica europea del XIV sec., Milano 1937, I, pp. 154, 184; P. Paschini, Storia del Friuli, Udine 1952-53, adIndicem; M. de Szombathely, I podestà di Muggia, in Atti e Mem.Soc. istriana archeol. e storia patria, LV (1954), pp. 167 s.; M. L. Iona, Le podesterie di Corrado III Boiani a Muggia, in Mem. stor. forogiuliesi, XLI (1954-55), pp. 135-154; P. S. Leicht, Studi friulani, Udine 1955, pp. 30, 47, 71, 99, 116, 141, 149, 157, 163, 165.

Vedi anche
cardinale Titolo di alta dignità ecclesiastica. Storicamente, i cardinale sono i più importanti e stretti collaboratori del pontefice. ● La nomina dei cardinale spetta esclusivamente al pontefice e la sua scelta deve cadere su uomini che siano già stati nominati sacerdoti e che eccellano per dottrina, moralità, ... Èste Èste. - Famiglia principesca italiana, le cui più certe origini si riconducono agli Obertenghi; Alberto Azzo II (996 circa - 1097), vero capostipite della casa d'Este, era infatti pronipote del marchese Oberto, creato nel 962 conte palatino da Ottone I. Prese nome dal luogo del Padovano in cui, dal 1073 ... duca Titolo nobiliare che, nella gerarchia araldica, segue quello di principe. In età tardoromana il termine (lat. dux) individuava il detentore del potere militare in una o due province, ma dal Medioevo in poi passò a indicare colui che deteneva poteri militari e civili, con titolo e carica ereditari, in ... capitano Comandante di una compagnia di soldati o di un corpo equivalente; nella gerarchia militare di quasi tutti gli eserciti fa parte della categoria degli ufficiali inferiori. Nella navigazione mercantile, capitano marittimo è qualifica professionale di chi ha il comando della nave.  ● Nel corso del tempo, ...
Categorie
  • BIOGRAFIE in Storia
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali