CORRADI (Conrade, Conradi, Conrado, Corrado, Corado)
Famiglia di ceramisti liguri, discendenti dalla nobile famiglia savonese Coradengus (cfr. M. Massillon Rouvet, Les Conrade, in Réunion des Sociétés des Beaux-Arts des Départements, XXII [1898], p. 292), operanti dalla seconda metà del sec. XVI ad Albisola e Torino; il ramo più importante si stabilì a Nevers dove adottò il nome di Conrade.
Bernardo e la sua manifattura di Albisola si trovano citati per la prima volta in un documento del 1715 (Barile, 1965).
La fabbrica di Bernardo, che è tra le più importanti d'Albisola in quel periodo, rimane attiva fin verso la seconda metà del '700. Di questa manifattura si sa che produsse perfette imitazioni delle maioliche savonesi in monocromia turchina (ill. in Rackam, 1940; Morazzoni, 1951; Barile, 1965). Imitò soprattutto la produzione della manifattura Chiodo, di cui contraffece anche la marca della "Lanterna", protetta da privilegio. Tra le tante maioliche comunemente attribuite a questa manifattura è degno di rilievo un grande piatto da parata decorato con sirene in rilievo, piccole cartelle con vedute di paesi e, nel cavetto, putti che nuotano; è dipinto in monocromia blu ed è marcato con una corona e le iniziali "B. C." attribuibili a Bernardo o a Bartolomeo (un altro membro della famiglia). Il piatto è ora conservato al Castello Sforzesco di Milano (ill. in Barile, 1965).
Ai C. di Albisola vengono attribuite molte marche, tra cui un tocco da magistrato, accompagnato dalle sigle dei decoratori, e una corona reale. Tali marche si trovano citate nell'atto di sequestro eseguito nella bottega di Bernardo C. il 28 maggio 1715, in seguito alla causa intentatagli da Paolo Chiodo e Agostino Peirano (Barile, 1965), per contraffazione.
Nicola lavorò come capo operaio e, pare, anche come pittore nella manifattura di maioliche aperta a Torino, nel Regio Parco, dal genovese Giovanni Giacomo Bianchi nel 1646 (Minghetti, 1946) Carlo Emanuele II di Savoia accordò a questa fabbrica, nel 1649, un privilegio, di cui però il Bianchi si avvalse solo fino al 1657, anno in cui affidò ad altri la sua conduzione. È difficile distinguere i prodotti della manifattura del Regio Parco essendo questi, per lo più, privi di marche e non avendo particolari caratteristiche che li possano far riconoscere. Le vengono però comunemente attribuite maioliche contrassegnate da uno scudo inquartato con la croce sabauda, sormontato da una corona ducale (Viale, 1931). La decorazione è in monocromia azzurra e riprende lo stile di Savona, con figurazioni di uccelli e animali avvolti da fiori e foglie (ill. in Viale, 1931). Il Museo civico di Torino ne possiede alcuni esemplari.
Bibl.: G. Corona, La ceramica, Milano 1885, p. 478; R. Erculei, Arte ceramica e vetraria, Roma 1889, pp. 19, 140; V. Viale, La raccolta ceramica del Museo civico di Torino, in Torino, XI (1931), II, p. 21; G. Morazzoni, in Mostra dell'antica maiolica ligure (catal.), Genova 1939, pp. 40 s.; Victoria and Albert Museum, B. Rackam, Catalogue of Italian maiolica, London 1940, I, p. 373; A. Minghetti, I ceramisti italiani, Roma 1946, p. 131; G. Morazzoni. La maiolica antica ligure, Milano 1951, p. 46; W. B. Honey, European ceramic art, London 1952, p. 625; C.Barile, Antiche ceramiche liguri. Maioliche di Albisola, Milano 1965, pp. 59 ss. (dove sono detti Conrado); G. Lise, La ceramica ital. del '600, Milano 1974, pp. 11, 19 s.; C. Barile, Antiche ceramiche liguri. Maioliche di Genova e Savona, Savona 1975, pp. 86 s.; F. Marzinot, Ceramica e ceramisti di Liguria, Genova 1979, pp. 158-62, 216, 255 ss. (con varie ill.); U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VII, p. 455.