FIRMANO, Cornelio
Nacque a Macerata tra il 1532 e il 1533 da famiglia facoltosa, appartenente alla piccola nobiltà locale.
Intraprese gli studi giuridici e il 22 apr. 1556 conseguì il titolo di iuris utriusque doctor presso l'università di Macerata, dove restò, in qualità di lettore, per gli anni 1557 e 1559. In questo periodo, abbracciato lo stato ecclesiastico, divenne prevosto del capitolo di S. Salvatore (probabilmente a seguito della rinuncia in suo favore dello zio Giuliano). Nel novembre 1556 ne redasse le costituzioni capitolari e nel settembre dell'anno successivo compilò una tabella per l'adempimento dei legati, a tutt'oggi la più antica del genere pervenutaci.
Nell'agosto 1565 era a Roma, chiamato verosimilmente dallo zio Giovanni Francesco per subentrargli nella carica di maestro delle cerimonie pontificie. Prese solennemente possesso di questo ufficio nella basilica di S. Marco, alla presenza del pontefice.
Per l'acquisto della carica fu obbligato a versare ben 2.500 scudi d'oro e si impegnò a corrispondere i due terzi dei proventi e delle rendite che ne avrebbe ricavato allo zio, somma da convertirsi, alla morte di questo, nella devoluzione di un terzo degli emolumenti connessi all'ufficio in favore degli altri due colleghi ai quali il nuovo maestro venne associato, G. de Amati e L. Bondone Firmano, altro nipote del vecchio maestro di cerimonie.
Morto quest'ultimo pochi giorni dopo, il 2 settembre il F. gli successe anche nella dignità di arciprete del capitolo dei Ss. Celso e Giuliano in Banchi, dietro pagamento di altri 100 ducati d'oro.
Secondo quanto prevedeva la consuetudine del suo incarico, il F. lasciò testimonianza della sua attività presso la Curia romana in un diario, tramandato manoscritto nel codice Vat. lat. 12283.
Il diario inizia il 22 maggio 1565 e termina il 31 dic. 1568; non copre pertanto tutto il periodo in cui il F. esercitò il suo ufficio, vale a dire fino al gennaio 1574. La tradizione manoscritta successiva è costituita dal ms. Barb. lat. 2805 (Caeremoniale d. Cornelii Firmanide Macerata magistri caeremoniarum temponbus Pii IV, Pii V et Gregorii XIII) del XVII secolo. Entrambi i manoscritti sono conservati presso la Biblioteca apostolica Vaticana.
Nel dicembre 1565, alla morte di Pio IV, il F. partecipò al suo primo conclave in qualità di maestro delle cerimonie. Il 5 marzo 1570, a Roma, ebbe luogo la solenne cerimonia con cui il papa incoronò il granduca di Toscana Cosimo I e il F., che partecipò attivamente alla funzione, ne descrisse con ricchezza i particolari. Questa sezione del diario fu stralciata e pubblicata nel sec. XIX con il titolo Della solenne incoronazione del duca Cosimo Medici in gran duca di Toscana fatta dal sommo pontefice s. Pio V, a cura di D. Moreni, Firenze 1819.
Nel 1573, sotto Gregorio XIII, il F., venne affiancato nell'ufficio da F. Mucanzio, in vista della sua promozione a vescovo di Osimo, poi avvenuta il 15 genn. 1574, in seguito alla rinuncia del vescovo B. De Cupis, colpevole di malversazioni.
Il De Cupis, tuttavia, all'atto della rinuncia, ottenne di riservare per sé e per i suoi nipoti Cristoforo e Settimio una pensione annua di 1050 scudi e due pensioni di 500 scudi ciascuna sui frutti della mensa vescovile. A sua volta il F. riuscì a conservare per sé, vita natural durante, i frutti della prevostura del capitolo di S. Salvatore in Macerata e, per due mesi, mantenne ancora l'arcipretato del capitolo dei Ss. Celso e Giuliano, insieme con altri benefici semplici. Nello stesso anno, inoltre, provvide a sue spese al restauro della chiesa di S. Salvatore.
L'11 febbr. 1574 compì atto di possesso del vescovato di Osimo per mezzo del suo procuratore C. Spagna, chierico maceratese. Gli anni dell'episcopato del F. furono contrassegnati da rigore morale, da zelo nell'applicazione dei decreti conciliari circa la disciplina dei religiosi e dalla sua costante presenza nella diocesi.
Il 12 giugno 1576 il F. tenne un sinodo diocesano, durante il quale furono promulgati cinquanta capitoli di costituzioni concernenti la disciplina del clero osimano, in maniera conforme ai dettami tridentini. Le Constitutiones in dioecesana synodo promulgatae vennero pubblicate poi a Macerata nel 1579.
Nel 1578 fondò un monastero di clarisse a Montecassiano e, verso la fine dello stesso anno, fece accogliere l'Ordine dei cappuccini nel territorio di Osimo. Tra il 1581 e il 1587 fu fondato un nuovo monastero di benedettine, al quale il F. promise di versare 20 scudi annui come contributo per il sostentamento delle monache.
Degli ultimi anni della sua vita non vi sono molte notizie. Egli riuscì fino alla fine a convivere con grande equilibrio e moderazione insieme con le autorità osimane, godendo di grande prestigio personale, al punto da essere chiamato ad arbitrare controversie e liti sorte tra privati cittadini.
Morì il 5 luglio 1588 a Macerata, dove venne sepolto nella chiesa di S. Salvatore.
Fonti e Bibl.: Roma, Archivio del Vicariato, Archivio del Capitolo dei Ss. Celso e Giuliano, Decreti, b. 29; Scritture diverse, b. 70; Instrumenti, b. 200; Concilium Tridentinum, ed. Soc. Goerresiana, Diaria, pars I et II, a cura di S. Merkle, Friburgi Brisg. 1901-1911, ad Indices; J.B. Gatticus, Acta selecta caeremonialia S.R.E ex mss. codicibus, I, Romae 1753, ad Ind.; F.A. Zaccaria, Auximatium episcoporum series, Auximi 1764, pp. 106 s.; P. Compagnoni, Memorie istorico-critiche della Chiesa e dei vescovi di Osimo, a cura di F. Vecchietti, IV, Roma 1783, pp. 112-162; L. von Pastor, Storia dei papi, VIII, Roma 1958, ad Ind.; O. Gentili, Macerata sacra, Roma 1967, p. 377; L. Paci, Artisti e umanisti nella vita maceratese del '500, in Civiltà del Rinascimento nel Maceratese, Atti del V Conv. del Centro di studi storici maceratesi... 1968, Macerata 1971, pp. 38-104; C. Urbanelli, Storia dei cappuccini delle Marche, Ancona 1984, ad Ind.; G. Gulik - C. Eubel, Hierarchia catholica..., III, Monasterii 1923, p. 125.